hai perso la dignità

Cari lettori, cari scrittori, care personcine, 
quello che sto per scrivere è diverso dal solito. Questa volta non si tratta di un mini racconto basato sulla mia sofferenza con il classico barlume di speranza finale. Ora, quello che scriverò, sarà sempre un testo nato dalla mia esperienza ma con sarà un’insieme di lettere sfogo destinate a coloro (o colui, devo ancora decidere) che hanno distrutto e marchiato parte della mia -difficile- esistenza. Buona lettura.

/!\ Contiene parolacce: sto scrivendo per sfogare principalmente rabbia!


YARI

Caro Yari,
tu sei il primo, ma non in ordine di importanza perché in quel caso saresti l’ultimo. Ero appena uscita da una relazione di 3 anni con colui che pensavo fosse l’uomo che sarebbe diventato padre dei miei figli. Il mio cuore era a pezzi e credevo di non poter provare mai più niente del genere. Poi sei arrivato tu. Mi hai accolta tra le tue braccia, mi facevi sentire speciale, protetta, avevi quegli istanti di gelosia che accettavo e mi facevi sorridere. Quando stavi male ti portavo il tuo snack preferito con la tua bibita preferita e sorridevi anche tu. Poi arrivò l’oscurità: non ti piacevo? Mi dicevi di sì, ma le tue attenzioni sono diminuite al punto di manipolare le mie emozioni, io pendevo dalle tue labbra mentre tu mi nascondevi le altre relazioni e le tue cazzo di scopate. Ogni volta che provavo a parlarti te ne uscivi con frasi come “tu sei matta” o “sei ubriaca, non parlo con gli ubriachi”. Puntualizziamo che non ero ubriaca in quei momenti, ma quello che soffre di alcolismo sei tu, e lo sai bene. E alla fine mi hai bloccata ovunque, alla fine hai fatto credere ai tuoi amici che la puttana psicopatica alcolizzata fossi io, hai giocato con i miei sentimenti fino alla fine, perché davi la colpa di ogni cosa a me. Qualsiasi cosa. Io ero quella non abbastanza, io ero quella bambolina scopabile che correva da te ogni volta che ne avevi la necessità perché eri solo. Mi chiamavi, arrivavo, scopavamo, io ti davo il cuore e tu nemmeno una briciola. Yari, quante ne hai cambiate? Probabilmente cambi più ragazze che mutande. E sai cosa? Ti incrocio quasi ogni weekend, ogni volta spero tu stia soffrendo, e non auguro il male a nessuno, ma ti meriti qualcuno che ti faccia piangere, che manipoli quella tua mente di merda fino all’esaurimento: come tu hai fatto con me. 
Ti odio, e non ho mai odiato nessuno, te l’ho detto che sei il primo, un coglione di prima classe che usa il cazzo per ragionare. E pensare che ora sei fidanzato, ma lei sa della tua scopamica? Sa che mentre stavi con me scopavi con altre 3 ragazze (che ho conosciuto, e sappi che te la faremo pagare)? Pensi di poter cambiare? Sei solo un viscido schifoso che cammina, non sei nient’altro che schifo. E ringrazia Dio che io non ti abbia distrutto la faccia, perché stavolta non ne uscivi intero (sì, un mio amico gli aveva quasi rotto la faccia per difendermi), questa volta non ti salvavi. Tu non lo sai, ma io continuo a sapere cose su di te, non per interesse mio da parte tua, ma per colpire e affondarti come una nave a battaglia navale o come il Titanic nel 1912. Voglio colpirti nel cuore, lentamente, fin quando il karma non girerà. Non mi manipolerai mai più, non mi sfiorerai mai più nemmeno per errore. 
Ciao Yari, vedi di non starmi troppo bene, sei troppo felice ultimamente, tu non lo meriti. Meriti di morire solo.

-dalla ragazza ubriaca 

Piccolo reminder: Amatevi, non lasciate che gli altri vi plagino o vi facciano male. Voi siete abbastanza, avete valori e dovete camminare a testa alta! Un abbraccio e un bacione, tornerò presto con racconti migliori, avevo solo il bisogno di sfogarmi o prendevo a testate il muro. 



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Discussioni

  1. Buttare fuori il veleno è buona cosa: guai accumularlo dentro, attecchisce e poi è difficilissimo da estirpare. Bene, quindi, che tu lo faccia sotto forma di sfogo letterario. Quando scriviamo in un certo senso esorcizziamo, estirpiamo, mettiamo distanza per poter analizzare da fuori. Poi, si butta tutto: compreso il rancore.
    Buttalo, Elin, poi parti da zero conscia che quello che non deve mancare è l’amore per te stessa: la vera speranza è questa (per tutti)