Hotel 

È una serata tranquilla e non particolarmente fredda, due ragazzi apparentemente come gli altri hanno cenato ed ora stanno rientrando in camera. Come ogni volta tutto quello che hanno mangiato era squisito, lo chef è davvero bravo ed il pasticciere anche di più, giurano di non aver mai assaggiato dolci così buoni e leggeri come quella torta alle tre mouse di cioccolato oppure la cheescake al cocco e pesca.

I loro amici gli hanno regalato questa settimana di vacanza in Svizzera, una prenotazione in questo hotel a quattro stelle molto particolare!

« Gwen hai visto tutte quelle persone in sala, quante di loro saranno normali? » chiede riferendosi al fatto che solo gli ospiti dell’ultimo piano siano specieli e non c’è modo di riconoscerli dagli altri.

«Non lo so, li ho osservati bene ma non sono risuscita ad intuire nulla»

Arrivati al decimo piano dell’hotel Gwen e Sebastian entrano nella loro camera numero 1018 continuando a chiedersi quali siano gli altri ospiti del loro stesso piano, lei aspetterà alla finestra, come ogni sera, l’arrivo della mezzanotte per guardare la luna splendere nel cielo e dare forza a tutte le creatore della notte mentre Sebastian è già nel letto cercando di prendere sonno.

Nella tarda nottata, quando il sole ancora non è sorto ma è già incominciata una nuova gionata un forte rumore seguito da un sussulto che sembra provenire dal suolo si sfoga sull’Hotel.

«Cosa è successo?» è prima frase che urla spontaneo Sebastian dopo essersi svegliato di soprassalto.

Gwen dorme ancora, la notte è il momento di forza massima per lei e nulla può escludere che in questo momento stia facendo sogni premonitori o osservando quello che è già passato, non è facile quindi decidere se sceglierla o meno sopratutto per qualcosa che potrebbe essere stato anche solo un sogno.

Dopo qualche minuto un altro sussulto questa volta seguito da un forte rumore fa tremare di nuovo l’albergo.

Gwen dopo di questo si sveglia con gli occhi completamente neri come quelli di un demone che lentamente prendono di nuovo il loro colore naturale.

«Una visione del passato o del futuro? » chiede lui shockato dalla situazione.

«del presente! » afferma lei in tono serio.

Avete visioni sul presente è qualcosa che non capita mai, sopratutto a streghe così giovani e questo unito a quello che sta accadendo in hotel spaventa un bel po’.

«Ho visto l’hotel tremare ed una grande luce blu… Non sono riuscita a capire chi si nascondeva oltre di questa »

« Un cliente del piano?»

«non credo, sembra qualcosa che non può spostarsi in modo semplice o era già qui o qualcuno ce l’ha portata »

“Toc toc” ad un certo punto dei tonfi alla finestra fanno sussultare i due ragazzi che si girano in un secondo per osservare il grande pipistrello che si muove aspettando di entrare.

Gwen non perde neppure un secondo e si alza per aprire all’animale che in realtà fa parte del mondo umano.

L’animale entra ed in un secondo al suo posto un ragazzo alto, dalla pelle bianco come un lenzuolo e completamente avvolto nel nero si presenta davanti ai due.

«Cosa siete? » chiede il giovane riferendosi ai due ragazzi

«Sei nella nostra stanza dovremmo essere noi quelli che fanno le domande. Cosa sei? » afferma invece Sebastian che riceve per risposta lo sguardo interrogativo del vampiro e quello arrabbiato della strega.

« Sono una strega e lui uno stregone» risponde in modo cortese Gwen.

« io sono Alexander Arnold Eduard Christian Alfred De LeBron» si presenta il vampiro ai due ragazzi.

« Se la metti cosi… Io mi chiamo Gwennety Sofia Ines Pandora Prudence Silvie Morticia Tremwhite»

«Sebastian Lyon!» afferma per ultimo l’unico con un solo nome.

«Cosa sta succedendo in questo Hotel? » chiede il vampiro sperando che ne sappiano qualcosa più di lui.

«Non lo sappiamo! Siamo stati svegliati di soprassalto come te immagino»

«No, non stavo dormendo »

Aaaaaah! Un urlo sta volta precede il sussultare ed i rumori che si stanno avvertendo da svariati minuti.

«Chi sarà stato ad urlare? »

“Toc Toc”

«Ah!» qualcuno ha sta bussando alla loro porta e Gwen emette un piccolo urlo e un sussulto per lo spavento.

«Chi è? » chiede poi non sapendo se sia la domanda esatta da fare.

“Alcuni secondi di silenzio” tutti e tre i ragazzi si guardano e si chiedono chi sia la persona che ha bussato e se è ancora lì, fuori la porta.

«Sono Astyly» risponde una vocina garbata da dietro l’uscio della porta.

I ragazzi si guardano circospetti ma poi Gwen prende coraggio ed apre la porta pronta a affrontare con la sua magia qualunque cosa con sia lì fuori.

Quando la porta si apre tutto sembra tranquillo e davanti a lei che solo una bella ragazza con dei capelli neri e celesti con una carnagione di pesca ed un sorriso invidiabile.

«Capelli colorati, scalza e delle piccole ali… Sei una fata!» afferma Sebastian

«Sono una fata! E voi?» chiede con fare dolce ed euforico proprio come tutte le fate che non possono essere definite tali se non hanno un buon apporto di vivacità ed ottimismo, se non avessero quello sarebbero uguali alle streghe.

«Strega» «Vampiro» «Stregone» rispondono gli altri praticamente in coro con le voci che si sono sovrapposte creando confusione.

Sono passati sette anni da quella nottata, i quattro ragazzi sono rimasti svegli tutta fino all’alba ed oltre ma nulla di più è successo altre a quello che hanno creduto di sentire. Gli altri ospiti del piano affermano di non aver sentito ne avvertito rumori o sussulti ed a distanza di anni da quella notte i quattro che sono diventati gli amici più stretti ed uniti che esistono non si sanno spiegare cosa sia accaduto e perché solo a loro in quella lontana notte in Svizzera. 

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