I bracconieri

Serie: L’orso e il lampione


…incontro conni bracconieri

Arrivai davanti a una muraglia di sassi; avrei dovuto aggirarla, ma il problema non era quello. Un branco di lupi erano al di sopra del muro, e mi osservavano. Ero in mezzo tra i lupi e l’orso; pensai che la mia avventura sulla terra fosse giunta al termine. Vidi sbucare tra i lupi uno più grosso e grigio chiaro, quasi bianco, che si mise davanti al branco e emise un ululato. L’orso fece un ruglio. Non sapendo cosa fare e con le chiappe strette dalla paura, mi misi a cantare dolcemente. I lupi mi guardavano con aria stupita, e l’orso si sedette; i lupi si adagiarono a terra. Quasi se avessi avuto tutte le capacità di controllo, potevo paragonarmi a Tarzan, ma c’erano ancora troppi dubbi che io mi salvassi da tutto ciò.

Passò del tempo, circa mezz’ora, e mi accorsi che quegli animali feroci si erano addormentati. Capii che era giunto il momento di dileguarmi e tornare al sicuro dentro casa mia. Scesi la collina rapidamente cercando di non scivolare, aiutandomi con gli alberi e le braccia larghe. Mi girai, e nessuno mi seguiva; ero sollevato. Quando arrivai davanti agli ultimi alberi della foresta, notai al di là del fiume ghiacciato degli uomini. Capii che si trattavano di bracconieri in una battuta di caccia. Mi nascosi dietro un albero, sperando che non mi vedessero. Stavo scappando da animali pericolosi, e poi mi trovai a fronteggiare uomini armati. In quel momento, pensai all’orso e a quei fucili. “Che faccio?” Presi una decisione folle e decisi di salvare l’orso e i lupi. Tornai indietro fino alla muraglia; gli animali non c’erano più, mi sentii sollevato. Aggirai la muraglia, e dopo pochi metri il bosco si aprì su una pianura, dove vedevo gli animali pascolare liberamente.

Ero di fronte a una scelta difficile. Correre verso di loro poteva farli fuggire o attaccare, mentre non fare nulla avrebbe portato a una strage quando sarebbero arrivati i cacciatori. Mi nascosi dietro un albero e iniziai a urlare con tutto il fiato che avevo. Vidi gli animali guardare verso il bosco e poi fuggire, tranne l’orso, che si incamminò verso di me. Sentii le voci dei bracconieri. Uscii dalla foresta andando verso l’orso, poi tagliai verso l’alto; la foresta riprendeva vita. Io e l’orso proseguimmo, e lui manteneva la distanza. Vidi i bracconieri uscire dall’altro lato della foresta, ma loro non si accorsero di noi. Tuttavia, avevano notato le orme dell’orso a terra e le seguivano. Io e l’orso salimmo finché non ci ritrovammo sopra un colle, completamente allo scoperto. Ero convinto che l’orso avesse capito il mio intento di salvarlo. Decisi di rientrare nella foresta, aggirando il versante laterale, e poi scendere dall’altra parte. Ci riuscii.

Quando aprii la porta di casa, l’orso entrò insieme a me. Accesi il camino e mi preparai delle bruschette. All’orso diedi una cassetta di mele, che si divorò con estrema calma. Mi appisolai sopra la sedia a dondolo davanti al camino. Quando riaprii gli occhi, l’orso era seduto davanti alla finestra e guardava fuori. Sentii delle voci e mi avvicinai anch’io alla finestra. Erano i bracconieri; due di loro portavano una mazza lunga con il lupo grigio chiaro legato ancora vivo. L’orso fece un ruglio talmente forte che il vetro della finestra si ruppe. I cacciatori presero i fucili e mirarono verso di noi. Uscii di casa urlando, “Siete nella mia proprietà, abbassate le armi e liberate il lupo!” Uno di loro mi minacciò con il fucile, chiamai la forestale, tre di loro fuggirono, lasciando il lupo ancora legato. L’orso, con una zampata, fece cadere l’ultimo cacciatore. La forestale arrivò con una campagnola davanti casa mia e raccontai tutto, mostrando anche un breve video. Rientrai a casa dopo un’esperienza assurda e straordinaria. Era sera, mi sedetti davanti al camino con un libro in mano. Dopo un po’, erano le ventuno, sentii un ruglio e un ululato. Affacciatomi alla finestra, vidi il branco di lupi e l’orso, fermi come se mi volessero salutare, ringraziare. Nella mia vita non avevo mai vissuto un momento così straordinario di contatto con la natura e i suoi ospiti.

Mi sedetti di nuovo sulla sedia a dondolo, riflettendo su ciò che c’è di vero sulla terra e su ciò che sembra marciume. Conclusi il mio pensiero su alcuni esseri che hanno la forma di uomini, ma che di umano hanno ben poco; chiamarli bestie sarebbe un disonore per gli animali che portano questo nome. Rilassai la mia mente pensando positivo e godendomi la compagnia e il calore del camino, mi addormentai e si aprì le porte di un sogno: sono dentro una foresta e sto guardando il mio riflesso in uno specchio d’acqua e, vedevo l’immagine di un leone. Un ruggito esce da me, entrai nello specchio e mi ritrovai in una radura a correre con l’orso e il lupo, mi sentivo forte e libero. L’ultima sensazione che ricordo è la percezione del mio corpo di sogno; la mia energia, più sottile dell’aria, si trasforma in una luce. Nulla è comune all’uomo tranne la parte che potrei definire fissazione sociale. In questo momento mi prendo la libertà di non razionalizzare nulla, lascio fluire la coscienza per ciò che mi rappresenta da sveglio e da sveglio in un sogno; non c’è possibilità di definire un punto reale, tutto lo è, e nello stesso tempo nulla lo è. Una cosa è certa, gli strati sono infinitesimali e là ci siamo noi, qualunque posto esso sia.

G.T.

Serie: L’orso e il lampione


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