I briganti del santuario del Gigante

La cosa che lo colpì fu che c’era una nebbia fitta, poi che in mezzo alla foresta si udiva lo scampanellio di qualcuno che camminava.

Lebbrosi?

Se lo chiese proprio, ma non aveva idea di cosa fare.

Strinse i denti. Così non andava… Tutto gli stava sfuggendo di mano, non poteva lasciare che succedesse tutto ciò.

Decise di scappare.

Si mise a correre per sfuggire a chiunque avesse davanti, ma poi inciampò in una radice e lanciò un urlo di paura.

Con la bocca sentì il sapore della terra, ma nulla di più. Lo scampanellio proseguiva lontano e lui era ancora lì, bloccato.

Quando alzò gli occhi, vide che davanti a lui si erano parati degli individui.

«Chi… chi siete?».

Erano silenziosi e uno di loro, vestito più da barbaro che guerriero come tutti, gli venne incontro. Aveva una mazza chiodata, e Dario ebbe paura che la volesse usare su di lui, ma invece gli porse una mano.

«Oh, grazie». Dario si rialzò in piedi, poi guardò meglio quegli uomini. «Non mi avete risposto. Chi siete?».

Alla fine, quel tipo che l’aveva aiutato scoppiò in una risata. «Noi siamo i briganti del santuario del Gigante».

«Mai sentito» ammise Dario. Era in vena di dire la verità.

Si scambiarono delle occhiate divertite. «La cosa ci offende». Ma non diceva sul serio, era chiaro. «Siamo una banda molto agguerrita, il nostro quartier generale è questo santuario in cui adoriamo il nostro dio…».

«Il quale… sarebbe?».

«Ma il Gigante, no?».

«Ho capito». Stavolta Dario mentiva. «Ma… chi è che si avvicina con questa campanella?».

Alzarono tutti le spalle, ma più che per ignoranza per menefreghismo, semmai. «Le guardie. Avvertono che questa è zona di briganti ed è meglio andarsene».

«Ah». Dario fece un sospiro. «Credevo di peggio… tipo lebbrosi».

«No, no, macché».

«Bene, amici, io vado».

«No invece». I briganti si erano scambiati uno sguardo complice. «Tu rimani qua con noi».

«E perché, di grazia?». Dario era disarmato, non poteva fare nulla. Maledì la decisione di essersi inoltrato nella nebbia senza un’arma, o una scorta.

«Noi siamo briganti e adesso ti abbiamo rapito per un riscatto».

«Tanto lo sacrificheremo al Gigante!» rise uno di loro.

«Zitto, idiota».

Quel tipo era stato sincero, si rese conto Dario.

Lo portarono via, lontano da quello scampanellio.

Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. E povero Dario, che sfiga!
    Però è bella la “morale” di questa storia: alla fine Dario è scappato dal segnale che l’avrebbe salvato per cadere proprio nelle mani dei briganti. E’ importante prestare attenzione a ciò che ci sta attorno, e sapere come funzionano le cose…