
Il ciuccio & Babbo Natale
Serie: Embolie di un separato
- Episodio 1: Il gatto della mia vicina
- Episodio 2: Il ciuccio & Babbo Natale
- Episodio 3: Mi devi dire di no
- Episodio 4: Notti insonni
- Episodio 5: La comitiva
- Episodio 6: Da cosa ho capito che sarebbe finita
- Episodio 7: Il coraggio delle tre di notte
- Episodio 8: Stefano non c’è più
- Episodio 9: Il viaggio
- Episodio 10: La paura non fa sempre novanta
STAGIONE 1
La mia seconda figlia è sempre stata un watusso. Adesso, ha due anni e mezzo. È nata a maggio, pesa quattordici chili, porta ventisei di piede ed è alta novantotto centimetri. Se la vedi al parco giochi, vicino ai bimbi della sua età, praticamente è la custodia. Anche la pediatra ci ha sempre detto che era parecchio sopra la media, parlandoci di qualcosa sul percentile, se non sbaglio.
Mi ricordo che quando è nata, perché io stavo in sala parto ad assistere, l’ostetrica la tirò su per una gamba e ci disse: «Questa potemo segnalla direttamente all’elementari». Era un vitello. Più di quattro chili e duecento grammi. La mia ex moglie, mingherlina com’era, ha sofferto le pene dell’inferno. Alla fine, sono andati di parto cesareo, non le hanno fatto nemmeno finire il tempo, era arrivata alla frutta, poraccia. C’aveva due piedi gonfi come due canotti.
Comunque, a parte questo, la mia seconda figlia è una forza della natura. Una gran paracula. Un vero dito al culo. Oddio, è pure una bella testa di cazzo, quando ci si mette, certe volte. Per carità. Per lei, lo ammetto, c’ho un debole. Sono sincero. E non si dovrebbe dire, soprattutto perché la prima figlia ci potrebbe rimanere male. Malissimo. Giustamente. E non voglio, i paragoni non si fanno. Ma tanto, se lo scrivo qui, chi cacchio se ne accorge.
Per prenderla in giro e farla incazzare, ogni tanto, la chiamo “Pasqualina” e lei mi risponde: «Tu brutto! No chiamo Pasqualina io!» e mi fa la linguaccia. Io rido come un demente, sotto i baffi, sennò s’incazza ancora di più. Rosica da morire. Come la madre. C’ha tanti bei ricciolini biondi che le cascano sul visetto e, poi, parla una cifra, ma un botto proprio. Ti fa sanguinare le orecchie. Non si azzitta mai.
Lei vuole sempre due ciucci. Ecco, il punto. Questo vizio, gliel’avrei dato io, secondo la mia ex moglie. E l’avrei fatto senza accorgermene. Così, involontariamente. Un genio, la mia ex moglie. «Ma perché tu andove cazzo stavi?», mi verrebbe da chiederle. Vuole due ciucci, perché uno se lo mette in bocca, e con l’altro ci fa una roba strana, che fa pure un po’ sorridere, se ci pensi e la vedi per la prima volta. Se lo passa, dal lato della tettarella (del silicone, per intenderci) sul nasino. Sì, in pratica, se lo strofina sul nasino, da una parte all’altra, per rilassarsi. La vedi che, piano piano, le si abbassano le palpebre. Sembra una fattona. Delle volte, s’incanta proprio. Resta imbambolata.
Ora, il problema è che la mia ex moglie fa la dentista e mi ha detto che prima dei tre anni la bimba deve toglierlo. E siccome il casino l’ho creato io, io lo devo risolvere. Semplice. Mi ha parlato di palato, di deglutizione, di morso stretto… due palle infinite. Fatto sta che ha deciso che per Natale devo farlo sparire. Con quello della prima figlia, la mia ex moglie è stata peggio di un gerarca fascista. Sotto Natale ha fatto tre mosse. Una: gliel’ha intaccato con una forbice, per eliminargli il piacere della suzione. Due: gliel’ha immerso nell’aceto di vino. Tre: le ha detto che, siccome ormai faceva schifo, Babbo Natale se lo sarebbe venuto a prendere, per portarselo via.
Bene. Allora, cos’ho fatto io? Mi ricordavo della storiella di Babbo Natale e ho pensato: «E che ci vuole…». Per fare lo smargiasso, quello che tanto ci riesco pure io, sono stato dieci giorni a ripetere a mia figlia il seguente mantra, tipo messaggi subliminali della pubblicità o le audiocassette che uno si ascoltava la notte con le cuffie alle orecchie per imparare la lezione, senza dover studiare.
«Ma lo sai che tra poco è Natale?»
«Sì!»
«Ma lo sai che tra poco arriva pure Babbo Natale?»
«Sì!»
«Ma lo sai che i bimbi grandi danno il ciuccio a Babbo Natale?»
«Sì!»
«Ma tu sei grande?»
«Sì!»
«Ma allora anche tu devi dare tutti i ciucci a Babbo Natale.»
«Occhei!»
«Bravissima, la mia patatina!»
L’altra sera, passa la mia ex moglie a riprendere la bimba. Mi faccio trovare tutto tronfio, spocchioso. Esordisco, dopo aver preparato la bimba per farla salire sulla macchina, in questo modo: «Che cosa dobbiamo dire noi alla mamma?… Che ci siamo detti noi in questi giorni?… Chi sta per arrivare?… Babbo Natale!… E cosa gli daremo noi a Babbo Natale?… Eh, diglielo un po’ alla mamma… Il ciuccio… Verooo?».
Mia figlia annuisce. Mia moglie, che deve avere sempre l’ultima parola, aggiunge: «Bene, ma che brava, amore! E che vuoi che ti porta Babbo Natale per regalo?». Risposta di mia figlia: «Il ciuccio nuovo».
Ma andatevene a cagare.
Serie: Embolie di un separato
- Episodio 1: Il gatto della mia vicina
- Episodio 2: Il ciuccio & Babbo Natale
- Episodio 3: Mi devi dire di no
- Episodio 4: Notti insonni
- Episodio 5: La comitiva
- Episodio 6: Da cosa ho capito che sarebbe finita
- Episodio 7: Il coraggio delle tre di notte
- Episodio 8: Stefano non c’è più
- Episodio 9: Il viaggio
- Episodio 10: La paura non fa sempre novanta
Sei stato bravissimo a inserire le espressioni dialettali nel racconto che lo rendono ancora più verosimile di quanto già lo sia. Lo stesso vale per il linguaggio diciamo ‘sciolto’ che spesso usiamo in famiglia. Per dircela tutta, non è che i miei figli piacciano sempre, sempre anche a me, nonostante li abbia partoriti… Hai davvero uno stile molto piacevole così come lo sono questi scorci di quotidianità che ci racconti.
Ciao Cristiana, ti ringrazio per le tue parole. La cifra stilistica, secondo me, non è mai un aspetto secondario, quindi, ancora grazie!!! A presto!
“Comunque, a parte questo, la mia seconda figlia è una forza della natura. Una gran paracula. Un vero dito al culo. Oddio, è pure una bella testa di cazzo, quando ci si mette, certe volte”
Ma seriamente? 😂 😂 😂
Ciao Cristiana, sì, si, è tutto vero, anzi mi sono dovuto anche un po’ contenere 😉 A presto!
…e come si fa a non essere d’accordo con l’esclamazione finale del protagonista?! Racconto ben scritto, molto fluido, e decisamente divertente!
Ciao Sergio, grazie mille per le tue bellissime parole!!!