Il commissario suona sempre due volte

Serie: Autobiografia di un sensitivo sensibile


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Carneval non ha tempo da perdere, io l'ho giĆ  perso tutto al gioco.

Il campanello suona alle 6:47. Nessuno suona a quell’ora se non ĆØ una cattiva notizia. Mi alzo dai miei incubi e vado alla porta, guardo dallo spioncino. Carneval.

Apro la porta con la lentezza di chi sa che sta per ricevere un colpo ma non precisamente sapendo dove. Lui entra lento senza parlare, si accomoda sulla poltrona singola davanti a un piccolo tavolo di vetro e si accende subito una sigaretta senza neanche guardarsi un attimo attorno. Poi guarda me dritto negli occhi. Ha un odore vecchio di tabacco e impermeabile fradicio.Ā 

«Avete dormito bene stanotte, Andrew?»

La mia risposta ĆØ il silenzio di chi non dorme da mesi.

«Hai fatto sogni?»

Continuo a tacere osservando gli incubi che mi intralciano le idee.Ā  Adesso si alza e va alla finestra, guarda fuori pippando quella sigaretta come se fosse più vitale dell’ossigeno. Il fumo taglia la luce che entra in due, come una diagonale che ci divide me e lui, in un fumetto gotico.

«Li hai visti anche stavolta?»

«Chi?»

«Sai bene chi.» Si tocca il sopracciglio destro, foltissimo, con un tic nervoso che ho imparato a notare.

Ā«La coppia. Sotto il cedro. L’orsacchiotto. Le rose.Ā»

Inspiro lentamente, poi cerco di parlare. Sono quasi ancora mezzo nudo, ho solo addosso un paio di slip e avverto un brivido lungo la schiena che scende.

«È tutto troppo preciso, Andrew. Troppo uguale. Come se fossi stato di nuovo tu.»

Mi siedo sul letto sconvolto, ma so di non aver fatto nulla anche stavolta. ƈ di nuovo ricominciato ed ĆØ di nuovo la mia realtĆ . Il circolo vizioso del Male. La Comunione. Ā«Santo PadreĀ», e ingoio i primi tre sedativi. Mi vanno subito alla testa per calmare i neuroni in astinenza, ecco, adesso si accomodano. Vedo l’incubo come un film horror, la mia mente prende i pop-corn.

«Hai una settimana. Poi chiederò un mandato.»

Esce. Chiude piano. Più piano di quanto dovrebbe. Come se volesse lasciarmi marcire nel dubbio.

Mi siedo sul letto. Prendo il flacone. Altre due pillole. E con un goccio di gin.

Serie: Autobiografia di un sensitivo sensibile


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Discussioni

  1. Da lettore ti dico: mi ha catturato subito. C’è tensione, atmosfera, quel senso di disagio che ti fa voltare le pagine (o scorrere lo schermo) con un misto di curiositĆ  e ansia.