Il demone
Serie: Rose rosse
Il vaso in bilico รจ quasi pieno.
Una mattina la maestra si allontana dallโaula per dieci banali e fatali minuti lasciando i ragazzini soli. Non lo fa perchรฉ รจ una pessima insegnante ma perchรฉ a quellโetร i ragazzini sono visti, come giร accennato sopra, in grado di autogestirsi. Gli aguzzini vanno da lui con la spudorata intenzione di divertirsi alle sue spalle davanti a tutta la classe. ร allโangolo e le battute si fanno sempre piรน pesanti e volgari. Volgaritร che, vista la giovanissima etร , il nostro ragazzino timido non ancora conosce e non sa neanche dove lโabbiano appresa i suoi tormentatori. Lui si guarda attorno, non in richiesta di aiuto ma soltanto per vedere gli altri e percepisce solo sguardi curiosi di sapere se si sarebbe piegato, ancora una volta, alle angherie dei suoi aguzzini e, sulle loro facce, nota anche qualche accenno di derisione.
Il vaso in bilico รจ colmo.
Una ragazzina, nonostante la giovanissima etร , intuisce molto intelligentemente che la vittima sta arrivando a un punto di saturazione e corre a chiamare la maestra: โMaestra! Maestra! Corra che stanno prendendo in giroโฆโ
La maestra non le fa concludere la frase in quanto sโavvia immediatamente in aula.
Nel frattempo, come se un demone invisibile, col suo ghigno malefico, pilotasse la situazione (perchรฉ soltanto un demone puรฒ creare simili fatalitร ), una folata di vento, in aula, fa urtare violentemente lโanta della finestra contro la parete mandando in frantumi il vetro. Una lunga scheggia affilatissima finisce ai piedi della vittima. Sembra che il demone, come se la stesse porgendo con le sue maligne mani, gli suggerisca di afferrarla e di fare quello che va fatto. Il ragazzino รจ esasperato. Quella situazione deve finire e, come se avesse ascoltato il demone, afferra la lastra. Tutti gli danno contro. Gli affibbiano lโappellativo di pazzo.
La goccia sta per far traboccare il vaso in bilico.
Le ingiurie continuano e a un certo punto viene colpito dal cancellino della lavagna a gessi.
La goccia ha fatto traboccare il vaso in bilico.
Il ragazzino timido avvicina la lastra alla sua gola e con la mano destra si lacera allโaltezza della carotide sinistra. La lama vitrea entra nel suo tenero collo come un coltello caldo nel burro. Il sangue gli zampilla a battiti regolari mentre gli astanti lo osservano come se avanti avessero un mostro.
Il vaso in bilico, a causa del trabocco, puรฒ cadere.
Arriva la maestra e trova la classe nel marasma assoluto. Li per lรฌ non si rende conto di quello che sta accadendo. Sono tutti attorno al ragazzino ognuno a rilasciare un commento e qualcun altro a fare, inconsapevole della gravitร della situazione, battute di cattivo gusto. A terra si รจ formata una pozzanghera rosso vivo. Lo sguardo del ragazzino incrocia quello della maestra. ร serio. Dopo qualche secondo, diventa stanco. La pelle del viso perde il dolce colorito roseo e acquisisce quello glaciale di colore bianco. Allโimprovviso si sente il rumore di un vetro frangersi a terra. Era la lama vitrea che aveva in mano e che, per stanchezza, ha lasciato cadere. Gli occhi si socchiudono. Cade a terra nella pozza rossa e, forse intorbidito dalla stanchezza, inizia a ripetere flebilmente una nenia: โร quasi finita! ร quasi finita! ร quasi finitaโฆโ. La maestra corre e vede il taglio al collo. Tenta di tamponare la ferita con materiali rimediati e contemporaneamente chiede, alla stessa ragazzina che lโaveva avvisata, di andare dal bidello per chiamare unโambulanza. Intanto, inginocchio e con fare materno, la maestra gli prende la testa e la posa delicatamente sulle sue cosce. Il volto รจ bianco. Sembra di porcellana. Dโun tratto il contorno degli occhi diventa scuro e il ragazzino smette di parlare cadendo in un sonno profondo. Arriva lโambulanza e lo porta via in barella. In ospedale il sonno si trasforma in coma.
Il vaso in bilico, a causa del trabocco, inizia a vacillare.
La classe decide di andare al nosocomio a trovare il ragazzino ma vedono la mamma che, come in preda a una crisi di nervi, chiede di lasciarlo solo a riposare.
Il vaso in bilico, a causa del trabocco, cade e si frantuma.
Due settimane piรน tardi qualcuno bussa alla porta dellโaula. ร un messo con un grosso mazzo di rose rosse. Domanda alla maestra: โDove si trova il banco diโฆโ
La maestra, impallidita, gli indica, immediatamente e senza dargli il tempo di pronunciarne il nome, lโunico posto vacante. Il fattorino porta i fiori e li posa delicatamente sul banco. Saluta la classe e silenziosamente va via.
Unโalunna si volta per osservare lโaddobbo floreale e nota che รจ accompagnato da un piccolissimo ma ben visibile bigliettino bianco candido e quel suo candore, in mezzo a quel fascio di rose dalle tonalitร scure, sembra farlo risplendere quasi come una stella in un cielo notturno. Un poโ presa dalla curiositร e un poโ per spontaneitร si alza in piedi e dice: โMaestra, nelle rose cโรจ un bigliettino!โ
La maestra, con voce tremolante, le dice: โLeggi cosa cโรจ scritto!โ
La ragazzina lascia la sua postazione, si avvicina al bigliettino e legge le piccole scritte in corsivo di colore rosso porpora. Alla classe, durante la lettura e solo per quel lasso di tempo, sembra apparire, come un ologramma o un fantasma, il ragazzino che, con indosso il grembiule e il fiocco al collo, si rivolge agli astanti e con la sua voce dice: โMe ne sono andato. Vi lascio queste da deridere. Divertitevi!โ
Dedicato aโฆ
Serie: Rose rosse
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentiPubblicato in Horror
Mi associo al pensiero di Micol, anche io non pensavo che finiva cosรฌ. Racconto crudo, vero, ma devo dire che hai colto il segno e hai mandato un segnale forte.
Ottima scelta per l’ambientazione… anni ’80, boom economico, benessere in contrasto con la sofferenza… non so se sono riuscito a spiegarmi. Complimenti.
Anche se in ritardo, grazie per bellissimo commento e per i complimenti.
Speravo non finesse in questo modo, lo confesso… l’aria si respirava fin dal primo episodio, mi sono voluta attaccare all’illusione che per il protagonista ci fosse una sorta di “rivalsa”. Purtroppo esistono fragilitร che andrebbero cautelate, in primo luogo in famiglia. Tutti noi siamo dei vasi, goccia dopo goccia rischiamo di tracimare. Un racconto difficile che non ha epoca: dovremo educare all’empatia, dote che รจ sempre piรน difficile trovare
Il racconto ha una storia un po’ forte e tratta un argomento delicato. Infatti, dopo averlo scritto, non volevo pubblicarlo ma, dopo parecchi giorni, ho preso una decisione definitiva. Scusatemi per i contenuti piuttosto crudi e grazie per il prezioso commento.
Hai fatto benissimo a pubblicarla. Quanto ai contenuti, a volte il messaggio deve essere “crudo” perchรจ venga recepito nella sua devastante realtร . Senza svolazzi, deve colpire il bersaglio e far pensare
Un tema difficile da affrontare, purtroppo sempre attuale che come un male incurabile sta sempre pronto a provocare dolore, abbiamo noi tutti da lavorare e da pensare molto su questo reato, perchรจ il bullismo รจ reato e come tale va punito.
Grazie per aver trattato questo tema.
Anche se in ritardo grazie per il prezioso commento.