Il dolore dell’anima
Un giorno, un insulso giorno di metà estate, crollò tutto. Per troppo tempo avevo sopportato troppo dolore, che essere ignorata da un amico d’infanzia fu la goccia che fece traboccare il vaso. Per troppo tempo avevo ignorato così tanto dolore, nascondendolo sotto strati di sorrisi e battutine ironiche.
Nel frattempo, nascosta dal buio della notte, disegnavo. Una lama la mia penna, i polsi la tela di un capolavoro di sofferenza. Ferite nascoste alla luce del sole, celate tra un pianto silenzioso e un finto sorriso.
I pensieri erano così forti da sovrastare il pacifico silenzio delle notti d’estate. Il buio mio complice.
Quattro volte li ascoltai. Una catenina di ferro, una piscina, un cuscino e una lama avrebbero dovuto donarmi pace eterna.
Quattro volte ascoltai i miei pensieri e quattro volte rimasi delusa dal mio istinto di sopravvivenza che, pronto, intervenne quattro volte.
C’è una parola in russo che rappresenta come mi sento. La parola è “Toska” e significa “sensazione di grande afflizione spirituale, spesso priva di una ragione specifica; un sordo dolore dell’anima”. Ed è così che mi sento, con un dolore nell’anima. E lo vorrei dire che esiste una parola che descrive il mio dolore quando mi chiedono “Perchè?”, vorrei proprio dire “toska”, ma in pochi capirebbero.
Direbbero che un motivo dev’esserci, eppure il mio dolore un motivo non ce l’ha, ha solo un “non lo so”.
Nel descrivere il mio dolore probabilmente la prima cosa che direi sarebbe proprio “non lo so”. Perchè, seppure lo conosca bene, non saprei descriverlo.
A volte è così forte da far male al petto. A volte è sempre con me come un fedele amico e a volte non si fa vedere per un po’.
A volte porta con sé la sua cugina ansia. A volte arriva come un missile, un fulmine a ciel sereno e a volte grandi nuvoloni ne preannunciano l’arrivo. A volte non mi lascia forze e mi costringe a letto tutto il giorno e a volte mi permette di “vivere” quasi normalmente. A volte è forte forte, altre è lieve lieve.
Ma comunque queste non sono descrizioni del dolore, perché se me lo chiedessero, anche se l’ho vissuto sulla mia pelle per anni, risponderei che non lo so che cos’è il dolore.
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Molto intenso.