
Il Dubbio
Serie: Città Metafisica
- Episodio 1: L’Artigiano
- Episodio 2: La Decisione
- Episodio 3: Il Sospetto
- Episodio 4: La Scoperta
- Episodio 5: La Scelta
- Episodio 6: Partenza per Turenz
- Episodio 7: Il Percorso
- Episodio 8: La Sfida
- Episodio 9: La Grande Riflessione
- Episodio 10: Il Dubbio
STAGIONE 1
(Scritto in collaborazione con Sabrina De Martini)
Appunto di Viaggio Tredici
Abitata da un rinnovato entusiasmo, mi avvio verso un’altra zona della città: una fra le più antiche e centrali.
Ho intenzione di andare a visitare un luogo di cui ho sempre sentito parlare in modo contraddittorio. Mi riferisco all’edificio posto di fronte a quello che viene chiamato Palazzo del Diavolo, ove viene ospitato un istituto scolastico.
I più informati sostengono che le materie insegnate lì fungono da “barriera protettiva” contro le influenze mefistofeliche. Altri, invece, sono convinti che proprio all’interno dell’Istituto siano avvenute, ed ancora avvengono, cose che neppure il “Signore delle tenebre” sarebbe mai stato in grado di immaginare.
Giungo davanti alla scalinata che dà accesso all’ingresso principale. Mi guardo intorno per accertarmi di non essere vista ed entro velocissima.
I corridoi sono lunghissimi, luminosi e ben dispongono l’animo. Ad ogni vetrata corrisponde una vera pianta da interni ed il busto commemorativo di qualche personaggio illustre. Sul lato opposto, grandi librerie stracolme di libri antichi, si alternano alle aule.
Sento in lontananza una voce che sembra spiegare qualche cosa. Sbircio attraverso le porte delle aule ma, con mio grande stupore, mi accorgo che non c’è nessuno. Né professori né allievi. Decidendo di seguire la voce, mi ritrovo a percorrere interi corridoi, gli uffici della segreteria, economato, rettore e direttore, ma nulla… Salgo al primo, al secondo ed infine al terzo piano, ma ancora nulla di nulla.
Ad un tratto capisco che la voce proviene dal grande caminetto posto in fondo al corridoio. Mi avvicino e, spinta dalla curiosità, scopro che dietro il parascintille si cela un salone immenso e bellissimo. Vi accedo con fare prudente benché sontuosi e pregiati tappeti stiano, di fatto, già assorbendo il mio passo.
In fondo al salone, in posizione centrale vi è una grande scrivania in mogano che ricorda tanto lo stile in uso presso i tuoi familiari. E sulla destra, vicino alla vetrata, in un angolo adibito a salottino, scorgo l’antico grammofono da cui proviene la registrazione vocale. Noto anche un sigaro acceso. E’ come se dovesse giungere qualcuno da un momento all’altro. Una seducente fragranza al palissandro inizia a diffondersi nell’ambiente. Sono confusa perché, al contempo, inizio anche ad avvertire una profonda sensazione di disagio.
Appunto di Viaggio Quattordici
Con il cuore quasi fermo e la nuca sudata, faccio appello all’autocontrollo per evitare di entrare nel panico totale. Una parte di me vorrebbe urlare a squarciagola e scappare a gambe levate, ma l’altra mi esorta alla fredda tranquillità perché l’obiettivo finale è quello di scoprire cose nuove per migliorare.
Sicché riprendo a respirare e mi concentro sulla voce diffusa dal grammofono. In realtà, le voci sono due. Una femminile ed una maschile. Si alternano nel descrivere tutto ciò che viene insegnato qui all’istituto di Proclassica. Dopodiché passano ad illustrare ciò che è bene fare e divenire per poi cedere il passo a ciò che assolutamente non si deve più fare, dire, pensare. Sembra un proclama e viene ripetuto continuamente.
Le voci sono dapprima rassicuranti e poi, verso la fine, si rivelano pacatamente minacciose. Questo non fa che aumentare la mia sensazione di disagio.
Mi guardo intorno alla ricerca di qualche immagine o fotografia che mi faccia comprendere meglio ciò che viene divulgato in questo luogo e, soprattutto, da chi.
Niente. Solo vecchi dipinti alle pareti che si alternano alle librerie e montagne di libri sulla scrivania.
Eppure, nell’aria, c’è qualche cosa che mi risulta noto, quasi familiare. Lo sguardo, avido di dettagli, si posa forsennatamente su ogni singolo oggetto fintantoché, per puro caso, non si sofferma sul gufo in ceramica troneggiante sulla trave della cappa del caminetto dietro la scrivania.
Mi avvicino, lo prendo e l’osservo attentamente. Maneggiandolo, mi accorgo che è stato realizzato da uno degli artisti preferiti dei miei suoceri. Olmo Rielli. Ci sono solo tre copie e questo gufetto riporta il numero uno.
Nella mia testa si affacciano numerose domande.
Non ti sembra strana questa coincidenza?
Anche a noi venne regalato un gufo simile, ricordi? Ricordo che a te non piaceva per nulla mentre io l’ho amato da subito…
Appunto di Viaggio Quindici
Maneggiando il gufetto mi accorgo che ha un occhio mobile. Lo guardo meglio e capisco che all’interno di quell’incavo si trova qualche cosa. Con cautela enucleo la biglia di vetro e, mentre la estraggo, fuoriesce anche un piccolo nastro in velluto alla cui estremità vi è legata una chiave minuscola. Sembra un ciondolo, ma in realtà è il biglietto d’ingresso a quello che si rivelerà l’inferno.
Sempre sul caminetto vi è un antico cofanetto chiuso a chiave. Lo apro e trovo all’interno una vecchia foto, ormai ingiallita dal tempo e dal fumo. Si tratta della libreria a tutta parete che si vede dalla scrivania. Sono sempre più confusa e perplessa.
Non resta che avvicinarsi e scoprire cosa nasconde di così particolare questa fotografia. Guardo ad uno ad uno ogni singolo libro. Ad un primo sguardo comprendo solo che sono titoli noti e su cui tutti abbiamo studiato. Non mi arrendo e provo a guardarli con occhi diversi mentre realizzo che ogni ripiano riproduce i medesimi libri ma in edizioni diverse. Poi, in lingue diverse. Non vi è logica nella sequenza dei colori e neppure nelle dimensioni delle edizioni. Tuttavia, individuo una certa coerenza cronologica e geografica. Lo schema che si ripete sembra proporre i paesi europei in senso orario.
Stupita, ne scelgo uno a caso e lo apro. Il libro è cavo e, al suo interno, vi è conservato un ciondolo. Ne prendo un altro e poi un altro ed un altro ancora. Ne prendo a decine ed in tutti vi è conservato, all’interno, un ciondolo.
La fragranza al palissandro non è sufficiente a bloccare la terribile sensazione di nausea che sta prendendo corpo. Ad un certo punto il rumore sordo di un tonfo. Sono io che cado, svenuta, sui tappeti.
Serie: Città Metafisica
- Episodio 1: L’Artigiano
- Episodio 2: La Decisione
- Episodio 3: Il Sospetto
- Episodio 4: La Scoperta
- Episodio 5: La Scelta
- Episodio 6: Partenza per Turenz
- Episodio 7: Il Percorso
- Episodio 8: La Sfida
- Episodio 9: La Grande Riflessione
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