
Il giorno del collare
Serie: I cani della Valle del Pastore
- Episodio 1: Una 500 su per la via
- Episodio 2: Chiamati per nome
- Episodio 3: Siamo a casa
- Episodio 4: Fratelli maggiori
- Episodio 5: Uno sguardo sulla Valle
- Episodio 6: Il gregge
- Episodio 7: Un ululato lontano
- Episodio 8: Il gufo
- Episodio 9: Una notte nel bosco
- Episodio 10: Punizione
- Episodio 1: Tele di storia
- Episodio 2: Momenti speciali
- Episodio 3: Neve e fuoco
- Episodio 4: Il giorno del collare
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Alla fine di marzo i pascoli che erano più esposti al sole erano già verdi del primo manto d’erba della fine dell’inverno. La neve copriva ancora i campi all’ombra dei monti più alti, ma era solo un velo leggero che lentamente si scioglieva alimentando i numerosi ruscelli che scorrevano a valle.
La 500 del signor Grassetti comparve lungo la strada che saliva dalla pianura con il suono del clacson che riecheggiava nella Valle in segno di saluto. Portò con sé una scatola di semi nuovi che donò alla moglie del Pastore, la quale si legò il grembiule alla vita, prese i suoi attrezzi e, come era solita, a piedi nudi, lavorò la terra affianco alla casa con la cura che solo lei sapeva infondere in tutte le sue opere. La collina in poco tempo divenne un giardino rigoglioso di fiori dai vari colori
Nei giorni più luminosi la donna portava Mariù fuori dal fienile e insieme passeggiavano lente sui prati a est. Mentre una brucava la prima erba di primavera, l’altra l’accarezzava alta e bella, cantando alla brezza del giorno.
Il signor Grassetti e il Pastore tolsero le grandi porte di legno dalle Case del Gregge, lasciando entrare il sole e il gregge prese a uscire tutti i giorni nei campi più vicini alla collina. L’aria era ancora fresca, ma in essa si percepiva l’arrivo della primavera e le pecore, respirandola, rinvigorivano. Perfino gli arieti e le pecore più anziane sgambettavano sui prati come se fossero ancora giovani e i cani dovevano darsi molto da fare per guidare il gregge, che talmente euforico, correva da ogni parte.
Il giorno del collare era ormai vicino. Samuele e Manuele ne fiutavano l’arrivo già da un po’. Da giorni ormai il Pastore passava molte ore serali nella piccola falegnameria a lavorare. Non erano mai riusciti ad entrare, ma Guido, unico dei cani ad accedere regolarmente a quel luogo misterioso, tutte le volte che usciva guardava i due giovani cani e diceva: «Stanno venendo proprio bene!»
«Cosa? Cosa stanno venendo bene?» tuonavano i due immediatamente.
Allora Guido rideva soddisfatto di aver acceso la loro curiosità come una scintilla sulla paglia secca.
«Dai Guido, ti prego. Cosa sta facendo il Pastore lì dentro? È qualcosa per noi? Sono i nostri collari? Che cani-pastore saremo? Guardiani o toccatori?»
Ma Guido non rispondeva mai alle loro domande, limitandosi a sogghignare. Così smisero di chiedere, ma erano sempre all’erta, pronti a scoprire il più piccolo indizio che rivelasse loro qualcosa sul loro futuro.
Gioele li guardava ridendo mentre si tormentavano nella loro curiosità, e li invitava a stare calmi e di non preoccuparsi. Eli invece, esasperato dall’impazienza dei due giovani, sbuffava rimproverandoli: «Adesso basta, voi due! Quando arriverà il momento di sapere, il Pastore ve lo farà sapere. Discorso chiuso!».
Alla fine fu proprio come disse Eli: solo il Pastore avrebbe deciso quando sarebbe stato il giorno del collare. I due giovani cani potevano solo aspettare.
Manuele talvolta dimenticava l’arrivo imminente di quel giorno, tanto era assorbito dal gregge e dalle molte pecore che visitava ogni giorno. Samuele invece era più inquieto. Capitava ogni tanto che, finché mirava alcune tele nella casa del Pastore, si perdesse nei suoi pensieri, domandandosi ancora quale sarebbe stato il ruolo che avrebbe scelto per lui. Fissava le figure che vi erano rappresentate e si chiedeva se mai vi sarebbe stato rappresentato anche lui un giorno e che cosa avrebbero narrato delle sue gesta quei ricami non ancora tessuti.
Il giorno del collare avvenne sul finire di aprile. Piccole nubi bianche correvano nel cielo della Valle spazzato dai venti. Il Pastore non era uscito con il gregge quella mattina, ma era rimasto nella falegnameria senza far entrare nessuno, nemmeno Guido. Solo sua moglie ogni tanto, chiamata dal marito, entrava ad ammirare l’opera che il Pastore stava completando. I cani erano tutti radunati in salotto silenziosi. Si percepiva nell’aria che stava per accadere qualcosa. A Samuele parve quasi che tutta la Valle fosse in attesa.
Erano le prime ore del pomeriggio quando si spalancò la porta e il Pastore comparve sull’uscio con in mano due lunghi collari di cuoio lucente.
«Samuele! Manuele! venite. Coraggio, venite qui da me» disse sorridendo.
Manuele corse da lui scodinzolando euforico. Samuele invece si accostò lentamente, teso e con il cuore che gli pulsava nelle orecchie. Dietro di loro si avvicinarono gli altri cani sedendosi attorno, silenziosi.
«Questo è per te, Manuele» disse mostrandogli un collare chiaro e spesso, sul quale erano incisi il suo nome e decine di pecore, ognuna diversa dall’altra, tutte di spalle che seguivano una figura in lontananza. «Un bel collare per un vero cane-pastore che ha cura delle pecore. Un autentico guardiano del gregge» disse allacciandoglielo al collo.
Gli legò il collare al collo e Manuele raggiante parve diventare improvvisamente più alto e bello di quanto non lo fosse mai stato.
Il Pastore poi si volse verso Samuele. «E questo è per te, Samuele. Un collare leggero per un vero toccatore.»
Il collare era sottile e attorno al nome, erano incise le montagne e le colline di tutta la Valle, compreso il Bosco Grigio con una minuscola figura che spuntava dagli alberi.
Passarono il resto del pomeriggio nei prati accanto alla collina, sdraiati sull’erba insieme alle pecore che si accalcavano attorno ai due giovani cani, curiose di vedere i loro collari.
Il Pastore invece stese sul prato un grande telo scarlatto e si sdraiò al sole con sua moglie. Prese a suonare un flauto e accanto a lui sua moglie cantava. Tutta la Valle sembrava in ascolto di quel canto. Perfino il Bosco Grigio apparve meno tetro quel giorno, e il sole sui rami dei suoi alberi lo rese luminoso, quasi fosse interamente ricoperto di foglie d’argento.
«Allora, Samuele? È quello che desideravi?» chiese Manuele al fratello mentre al tramonto salivano la collina.
«Non lo so. Ma sono felice», rispose.
Manuele rise. «Anche io» disse.
Serie: I cani della Valle del Pastore
- Episodio 1: Tele di storia
- Episodio 2: Momenti speciali
- Episodio 3: Neve e fuoco
- Episodio 4: Il giorno del collare
E adesso sono ufficialmente “pastore” e “toccatore” ❤ Da bambina amavo tantissimo “Lilli e il vagabondo” e questo tuo racconto mi sta facendo provare emozioni simili 🙂
Ti ringrazio molto, Arianna. Mi fa davvero molto piacere. Grazie di cuore
Ho iniziato a leggere i tuoi episodi e trovo la serie molto interessante e insolita. Devo dire che la tua scrittura trasmette una serenità davvero rara. Il rito del collare è un’ottima trovata. Le tue frasi evocative sono stupende e creano un’atmosfera unica e fiabesca. Un piccolo feedback, se me lo concedi (e so che è questione di gusti), a volte, c’è un po’ di iper-sentimentalismo nelle descrizioni delle emozioni che rallenta un pochino il ritmo.
Grazie del commento Gianluca, soprattutto del feedback. Mi hai dato un bello spunto. Ci lavorerò. Grazie.