Il grande inganno – Parte uno

Serie: Il feudo piangente


L’aria odorava di sangue o almeno così gli sembrava. Il cuore pulsava nel proprio petto. Jack camminava lentamente. Suo padre gli aveva raccontato anni prima di un labirinto nelle segrete ma non vi era mai stato. Aveva la mano sull’elsa, pronto a combattere. Sentiva ansia. Rammentò di lei, la ragazza amata e perduta a causa di accuse infondate. Strinse l’elsa con rabbia.

Fernando vide la seconda leva ed il cuore si placò. Doveva ritrovare Jack, separarsi era stato un errore. La tirò su. Un rumore lo scosse. Il cancello era ancora abbassato, tuttavia si era sollevata una parete rivelando un altra parte del labirinto. Mise la mano sull’elsa e si addentrò tra i corridoi di pietra.

Alfio osservò Costante, giaceva in un profondo sonno e Frederick ancora non era tornato. Si domandò se fosse stato giusto farlo andare via da solo. Senti dei rumori provenire da fuori, prese una balestra e la caricò. Si diresse lentamente verso l’entrata della stanza. La porta era chiusa ed il rumore sembrava sempre più forte. Una lama squartò parte del legno della porta. Il terreno tremò e dietro di lui si sollevò una parete. Qualcuno aveva azionato qualcosa. Sparò ma mancò l’uomo incappucciato che tentava di abbattere la porta. Prese sulle spalle Costante ed entrò nel corridoio emerso, poco dopo il muro discese bloccandoli. Si domandò in quel momento se il killer lo avesse fatto apposta, spingerli in un corridoio avvolto dalle tenebre.

Qualcosa gli generò un brivido dietro la schiena ed il muro si alzò nuovamente.

Vlad: È facile fingere di morire, soprattutto se si tratta di allergie o cose del genere.

Alfio: Te… – lasciò cadere Costante preso dal panico.

Udì l’uomo iniziare a divincolarsi a causa delle convulsioni. Vlad estrasse una lama che brillò riflettendo la luce delle torce.

Tuttavia non si era accorto di un particolare, Alfio non aveva la spada bensì altro. Sollevò la balestra e sparò.

Vlad: Eravate troppi, adesso invece no. – schivò la freccia.

Alfio: Sei sempre stato tu? – caricò la terza freccia, sentì Costante fermarsi di colpo.

Vlad: Assolutamente no. Sono solo un complice!

Giunse dinanzi Alfio e si preparò a colpirlo.

Un’urlo squarciò il cielo. Costante si era ripreso e strisciando fino ad Alfio aveva accoltellato alla gamba Vlad.

Alfio lo vide cadere a terra. Caricò la balestra ed impulsivamente uccise l’uomo con un colpo alla testa. Vlad morì.

Il muro si abbassò nuovamente lasciandoli nel corridoio oscuro.

Jack si concentrò sui rumori. Passi che correvano da una parte all’altra del labirinto, risate inquietanti. Se le stava immaginando oppure erano reali? Improvvisamente giunse ad un vicolo, il suono dei passi si era fermato lì, stava per incontrare qualcuno, forse il killer?

Fernando impugnò la spada. Il labirinto gli fece perdere il senso dell’orientamento. Rumori e suoni. Poi qualcosa muoversi e bloccarsi di colpo, strinse la spada preparandosi a colpire.

Gregoir sollevò le braccia. Fernando gli puntava la lama alla gola.

Fernando: Spiegazioni! – aveva gli occhi colmi d’ira

Gregoir: Calmati… – disse con il cuore a mille.

Fernando: Hugo è morto! Dov’è mio fratello?

Gregoir sentì la lama rigargli leggermente la pelle facendo fuoriuscire una goccia di sangue.

Jack abbassò la spada vedendo un volto amico e sorrise. Senti il proprio cuore placarsi ed il relax colmarlo.

Fu a quel punto che sentì la lama conficcarsi nel collo ed esalò l’ultimo respiro.

Fine sesto atto.

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