
Il gregge
Serie: I cani della Valle del Pastore
- Episodio 1: Una 500 su per la via
- Episodio 2: Chiamati per nome
- Episodio 3: Siamo a casa
- Episodio 4: Fratelli maggiori
- Episodio 5: Uno sguardo sulla Valle
- Episodio 6: Il gregge
- Episodio 7: Un ululato lontano
STAGIONE 1
«È arrivato il momento di conoscere le pecore» disse Gioele guardando i due cuccioli seduti sotto l’albero accanto alla casa del Pastore.
«Davvero? Andiamo al pascolo?» chiesero Samuele e Manuele iniziando a scodinzolare emozionati.
Gioele rise luminoso e imboccò il sentiero che scendeva dalla collina seguito dai cuccioli. Quando sentì l’erba sotto le zampe abbaiò felice e iniziò a correre verso il gregge mentre Manuele e Samuele lo seguivano cercando di stargli dietro. Gioele correva così veloce che sembrava quasi librarsi come un gabbiano su un mare d’erba, volando rapido come un’aquila. «Oggi vinco io! Oggi vinco io!» abbaiava ridendo, come se quella fosse la sua quotidiana sfida con il vento.
Le pecore si voltarono a guardarlo e sorridevano divertite. «Gioele è di buon umore oggi», belarono alcune.
«Perché, non lo è sempre?» risposero altre ridendo.
«Gioele! Gioele! Fermati. Non dovevi portare i due cuccioli oggi?» chiese un ariete dalle lunghe corna affusolate.
Il cane bianco si fermò sull’erba. «Eccoli» disse indicando con il muso i due cagnolini che si avvicinavano correndo e ansimando.
Così Samuele e Manuele si trovarono finalmente davanti alle pecore. Viste dalla collina sembravano tanti piccoli batuffoli di lana tutti uguali, mentre ora erano centinaia di pecore che troneggiavano su di loro come nuvole alte e bianche. Erano tutte diverse. Alcune avevano il pelo più folto, altre più bianco e luminoso. C’erano pecore che brucavano, altre che passeggiavano in gruppi, altre ancora si godevano il sole del mattino sedute sull’erba e chiacchierando tra loro.
Videro Fido in lontananza circondato da decine di agnellini che lo ascoltavano incantati mentre raccontava loro alcune storie.
Guido era poco distante in compagnia di alcuni arieti che parlava e rideva all’ombra di un giovane albero nella brezza del mattino.
«Ti hanno messo a fare mamma-cane eh, Gioele?» disse un ariete vedendo il cane bianco avvicinarsi insieme ai due cuccioli. Esplosero tutti in una risata gentile.
«Salve, Tito. Buongiorno a tutti», salutò il cane bianco. «Posso presentarvi i nuovi arrivati?»
«Eccoli qui finalmente» disse un altro ariete fissandoli. «Qual è il vostro nome?»
«Io sono Samuele.»
«Io Manuele.»
«Ma che bei nomi! E ditemi, volete fare i toccatori o i guardiani?»
I due cuccioli aggrottarono il muso. «Che cosa vuol dire?» chiese Samuele rivolgendosi a Gioele.
«Oh, ancora non lo sapete» esclamò l’ariete.
«Sono arrivati solo ieri» spiegò Guido.
«Chi sono i toccatori?» insistette Manuele.
«Io sono un toccatore» abbaiò Gioele festante. «I toccatori sono i cani che aiutano il Pastore a condurre il gregge. Per questo si chiamano anche conduttori. Oltre me anche Cleandro ed Eli lo sono.»
«E tu invece?» chiese Samuele guardando Guido.
«Io sono un cane-guardiano, un custode del gregge, proprio come il vecchio Fido.»
«E che cosa fate voi?»
«Ci annoiano con la loro presenza» esclamò scherzoso uno degli arieti, ruminando dell’erba e suscitando una risata generale.
«Noi viviamo con le pecore» proseguì Guido. «Stiamo insieme a loro e in caso di necessità le difendiamo.»
«Le difendete da cosa?» chiese Samuele.
Guido li guardò per un istante come se valutasse attentamente la risposta da dare. «Da coloro che vivono nel bosco» disse infine.
Si voltarono verso il Bosco Grigio al limite del pascolo. L’ombra era fitta sotto le sue fronde e perfino il sole del mattino vi filtrava a fatica.
«Parli dei lupi?» chiese Samuele senza staccare gli occhi da quegli alberi.
«Ora basta con questi discorsi» disse una voce alle loro spalle. Si avvicinò un gruppo di pecore insieme ad alcuni agnellini. Una con il manto di lana molto folto si affiancò a Tito rimproverandolo. «Vi siete alzati con le corna storte, voi altri? Vogliamo finirla di terrorizzare i cuccioli?»
«Buongiorno Giovanna» salutò Tito. Poi si rivolse all’ariete accanto a lui. «Tua moglie è pimpante come al solito».
«Come al solito» confermò l’ariete sorridendo.
«Beh è bene che qualcuno lo sia qui. Se dipendesse da voi e dalle vostre belle corna questo gregge sarebbe una barba unica» rispose la pecora. Poi rivolse la sua attenzione a Samuele e Manuele. «Ma guarda questi cuccioli. Siete proprio splendidi. Si vede già che avete la stoffa dei cani-pastore.»
Insieme a Giovanna anche le altre pecore iniziarono a ricoprire i due cuccioli di attenzioni e complimenti. Alcuni agnellini si allontanavano timidamente dalle gambe delle madri per vedere quelle nuove creature così diverse, altri invece saltellavano loro attorno festanti.
In quell’istante giunse il Pastore insieme a Cleandro ed Eli, i quali ad un suo fischio iniziarono a correre per radunare il gregge. Tutte le pecore smisero di brucare e iniziarono a incamminarsi.
Passarono il resto della giornata con il gregge muovendosi di prato in prato. Gioele li accompagnava presentandoli alle pecore, agli arieti e agli agnelli. Alcuni li accolsero con gioia e sembravano attendere con ansia di conoscere i nuovi arrivati, altri invece furono più freddi e ammisero di non essere al corrente delle novità che accadevano sulla collina. A Manuele parve di notare alcune molto disinteressate della loro presenza e di tutto ciò che accadeva nel gregge. La cosa lo incuriosì tanto da chiedere spiegazioni a Gioele.
«Alcuni del gregge vivono molto vicini al Pastore e a noi cani. Ma altri invece sembrano essere più distanti. Secondo Guido c’è addirittura qualcuno nel cuore del gregge che non sa nemmeno dell’esistenza del Pastore. Sembra strano e non so se crederci. Guido e Fedele senz’altro saprebbero dirvi di più.»
In quel momento si udì un suono nell’aria. Samuele si voltò e vide il Pastore. Era in piedi vicino agli alberi del Bosco Grigio e aveva in mano qualcosa che portava alla bocca. Sembrava un flauto di legno grigio. Davanti a lui, all’ombra degli alberi, c’era una figura scura, con il pelo crespo. Sembrava un cane, eppure era diverso.
«Cosa sta facendo?» chiese Manuele.
«Su, coraggio. Andiamo» sviò il discorso Gioele.
«Quello è un lupo» disse sorpreso Samuele.
«Non fateci caso. Sono questioni del Pastore» e li fece seguire il gregge. Ma Samuele tenne lo sguardo fisso su quella creatura finché poté. «Sono sicuro. Quello è un lupo» sussurrò a Manuele.
Serie: I cani della Valle del Pastore
- Episodio 1: Una 500 su per la via
- Episodio 2: Chiamati per nome
- Episodio 3: Siamo a casa
- Episodio 4: Fratelli maggiori
- Episodio 5: Uno sguardo sulla Valle
- Episodio 6: Il gregge
- Episodio 7: Un ululato lontano
Mi ha fatto molta tenerezza questo episodio. Mi ha ricordato l’emozione, l’agitazione delle prime esperienze. Il primo giorno di scuola, il primo giorno di lavoro…anche per i cuccioli è tutto nuovo. Ed ecco che spunta il lupo …
Grazie mille per le tue parole, Irene. Mi fa un piacere che questo episodio ti abbia evocato questi ricordi. È una sfida affascinante distillare l’essenza di ogni scena entro il limite delle 1000 parole, perché ogni personaggio e ogni angolo della Valle mi ispirerebbero pagine intere di dettagli e sfumature. Vorrei arrivare a non sacrificare mai la ricchezza emotiva per il ritmo narrativo. Nei prossimi capitoli la tensione inizierà a salire un pò, ma la mia priorità rimane sempre quella di approfondire sempre più le anime dei protagonisti, perché è lì che risiedono le chiavi per comprendere appieno la storia della Valle.