Il gufo

Serie: I cani della Valle del Pastore


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Nascosti tra la paglia, Samuele e Manuele hanno udito per la prima volta l’ululato dei lupi che abitano il misterioso Bosco Grigio. Cosa riserverà la luce del giorno dopo quella notte di veglia e timori? La Valle del Pastore ha ancora molti segreti da svelare ai suoi nuovi piccoli abitanti.

La luce del mattino che filtrava tra le assi di legno svegliò Samuele. Fuori si udiva il cinguettare di alcuni uccelli e i belati lontani delle pecore. Quei rumori facevano sembrare distanti gli ululati della notte precedente, tant’è che Manuele ancora dormiva a pancia all’aria nel fieno, come se non fosse successo nulla.

«Buongiorno» urlò Gioele spalancando la porta del fienile. Samuele sobbalzò e quasi cadde di sotto, mentre Manuele sbadigliò sonoramente. «È già mattina?» chiese senza aprire gli occhi.

«Già mattina? Il sole è sorto da un pezzo. Forza piccoletti, alzarsi.»

«Che cosa è successo questa notte?» chiese Samuele a brucia pelo.

«Oh ve ne siete accorti» esclamò stupito Gioele.

«Abbiamo udito dei rumori. Erano i lupi?»

«Si, proprio loro» rispose semplicemente Gioele. «Non vi siete spaventati vero?»

«Certo che no» dissero con forza i due cuccioli cercando di mostrarsi coraggiosi davanti al cane bianco, il quale rise sotto i baffi.

Uscirono dal fienile e scesero lungo le scale di pietra del dirupo a ovest fino a raggiungere i pascoli. Lì la collina a strapiombo sui prati creava un grande spazio aperto di roccia, come una grotta circondata da un porticato di legno tutto aperto sui prati. Erano quelle le case del gregge. Le pecore stavano lentamente uscendo guidati da Cleandro ed Eli mentre il Pastore camminava in mezzo a loro. Alcune sembravano timorose e inquiete, lanciando sguardi fugaci al lontano Bosco Grigio, avvolto dal silenzio mattutino.

Quando li vide, Cleandro si avvicinò a loro e li salutò.

«Vorrei che ti recassi all’albero impolverato» disse a Gioele «Ringrazia Ghiron per l’aiuto che ci ha dato ieri notte e scopri se dobbiamo temere altre sorprese. Porta i cuccioli con te.»

«Certo, Cleandro» rispose con gioia il cane bianco.

Così, mentre il gregge si mosse verso nord per abbeverarsi alle chiare acque del lago che si stendeva tra le colline al centro della Valle, Gioele e i due cuccioli si avviarono a sud ovest, camminando verso il Bosco Grigio. Giunsero in una parte in cui gli alberi sorgevano su una collinetta più alta e più esposta alla luce del sole. I tronchi infatti erano più forti e puliti e le foglie grigie sembravano tinte di un verde pastello che sembrava leggermente argentato se colpito dalla luce del mattino.

«Entriamo nel bosco?» chiese Manuele eccitato.

«Non è proibito?» aggiunse Samuele.

«Non entreremo nel bosco. Facciamo solo visita ad un amico» disse Gioele. «Abita qui da lungo tempo. Forse neanche Fido sa da quanto.»

Nel punto più esterno sorgeva alto un grande albero. I suoi rami color polvere salivano dritti e forti verso il cielo, ancora rigogliosi di foglie tutte rivolte a est. Quando furono sotto le sue fronde Gioele iniziò a guardare verso l’alto cercando qualcuno.

Improvvisamente udirono una profonda e solenne voce tra le foglie, che sembrava provenisse dall’albero stesso.

«Giungete infine quando la luce è già alta sopra i picchi montani.»

Gioele allora con voce educata rispose: «Perdonate il ritardo, Ghiron. Volete concederci un attimo o preferite che torniamo al crepuscolo?»

«L’ora è ancora assai giovane, ma restate. Vi guarderò ora anche se questa luce è un fardello per i miei vecchi occhi notturni.»

Una figura sbucò da una fessura nel cuore del tronco. Videro immediatamente due grandi occhi gialli e luminosi e un minuscolo becco in un volto piumato. Quella creatura scura aveva ali grandi avvolte attorno al corpo e zampe con lunghi artigli, saldamente attaccati alla corteccia. Era un gufo, un grande e anziano gufo dei monti. Avanzò restando all’ombra delle foglie e si chinò verso di loro girando la testa da un lato. Posò il suo sguardo sui due cuccioli e restò così con gli occhi sgranati per qualche istante, esaminandoli. Infine parlò con voce grave e profonda: «Molto diversi. Molto diversi, siete. Qual è il vostro nome?»

«Manuele» rispose.

«Samuele» disse il fratello con sguardo sospettoso.

Ghiron girò la testa sull’altro lato. «Molto diversi. Molto diversi, siete. Come tutti quelli giunti prima di voi rispetto a coloro che in precedenza vi erano. Tuttavia la storia è sempre la stessa, e sempre diversa.»

Samuele e Manuele si guardarono intimoriti e imbarazzati, senza capire le parole del vecchio gufo.

«Perdonatemi, Ghiron» intervenne Gioele. «Non sono venuto solo per presentarvi i nuovi arrivati. Mi manda Cleandro. Desidera sapere cosa avete visto ieri notte.»

«Tre lupi» rispose il gufo. «Sono usciti lesti dagli alberi, dirigendosi timidi verso le case del gregge. Erano giovani, sciocchi e incauti. Sono fuggiti nel vedere accendersi le luci sulla collina, ululando più per spavento e vergogna che per dare inizio ad una lotta. Volando su di loro li ho spinti verso il cuore del bosco.»

«Cleandro vi ringrazia per il vostro aiuto» disse Gioele.

«Informate, il capo dei cani-pastore che i lupi sono distanti e che non c’è motivo di temere future incursioni per ora.»

Detto questo il vecchio gufo posò il suo sguardo sui due cuccioli. «Molto diversi, siete» disse. E voltandosi rientrò nel tronco che ne inghiottì il corpo piumato come se fosse improvvisamente sparito.

Gioele capendo che non voleva essere ulteriormente disturbato, salutò e invitò i cuccioli a seguirlo.

«Che tipo strano» disse Manuele mentre tornavano indietro verso la collina.

«Ghiron è una creatura misteriosa» disse ridendo Gioele. «Egli non cammina, ma vola. Quindi vede tutto da un punto di vista assai diverso dal nostro. Inoltre vive principalmente di notte, e la notte trasforma molte cose. Vive da sempre sull’albero impolverato e veglia sui confini del bosco. Sa dare consigli preziosi, sempre si riesca a decifrarne le parole.»

«Ghiron è amico del Pastore?» chiese Samuele.

«Certo. Perché me lo chiedi?»

«Perché sembra così grigio e cupo.»

Gioele rise. «Si, ha un fare un po’ ombroso. Ma non devi temere, non è malvagio.»

«Però vive nel Bosco Grigio» fece notare Samuele con durezza.

«È vero, vive nel Bosco Grigio. E credetemi se vi dico che non è affatto male avere occhi come i suoi che ne sorvegliano i confini.»

Serie: I cani della Valle del Pastore


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Fiabe e Favole

Discussioni

  1. Dietro le favole più semplici, si nascondono spesso gli insegnamenti più saggi. I piccoli cuccioli imparano, sulle orme degli adulti, esattamente come fanno i bambini. La natura diventa la scuola e i personaggi che si incontrano lungo il cammino, si rivelano ottimi maestri.

  2. Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui parla Ghiron ai piccoli. Suonava quasi come una sorta di profezia. I gufi possiedono il buio delle tenebre e la luce della saggezza, sono curiosa di sapere quale ruolo avrà in futuro Ghiron.