Il Laboratorio del Dottor Brunamonti e del Professor Frangipane

Il CPT (ovvero Comitato Per la Tranquillità) sta per discutere l’ordine del giorno. Sono tutti presenti: il Maresciallo De Pinis, la Bibliotecaria nonché tutto fare Ghisaldi, l’Addetto Comunale Leda.

«Abbiamo risolto il problema della discoteca che creava confusione e disagio ai cittadini» esordisce De Pinis. Gli altri presenti annuiscono «che musica strampalata» commenta la Ghisaldi «e tutta quella gente strana nelle ore più tetre della notte» aggiunge Leda «tanti cittadini si sono lamentati di quello che accadeva e la preoccupazione aumentava. E’ stata una manna dal cielo il nostro intervento». 

«Ma ora c’è un altro problema, più importante, da risolvere. Dobbiamo capire cosa accade nel laboratorio ai bordi della città. Ho sentito racconti poco chiari in merito. Ma un CPT serio non può dare credito alle prime voci di corridoio o chiacchiere da bar. Occorre approfondire e indagare» il tono è quello tipico del Maresciallo De Pinis, abituato a indagini su tutto e su tutti. Temuto e rispettato solo a sentirlo nominare.

«Ma sta parlando del laboratorio di Brunamonti e Frangipane?» domanda la Ghisaldi.

«Certamente» risponde il De Pinis.

«Ma si tratta di due stimati compaesani» aggiunge Leda accodandosi alla Ghisaldi.

«Non è questione di stima verso due scienziati appartenenti alla nostra comunità, si tratta di capire cosa facciano in quel luogo. E noi, come CPT, abbiamo il dovere di appurarlo. Cosa direbbero di noi se si venisse a conoscenza di attività nocive per la comunità? Ve lo dico io: che non siamo in grado di svolgere al meglio il nostro dovere».

Leda, dopo qualche attimo di silenzio, si rivolge alla Ghisaldi «lei conosce molto bene Brunamonti e Frangipane, possibile che svolgano davvero attività poco chiare o, addirittura, illecite?»

La Ghisaldi alza le spalle. Non sa cosa rispondere. Conosce bene i due scienziati, visto anche il suo ruolo di Bibliotecaria, ma nulla di più, essendo essi molto schivi e poco inclini alla conversazione.

«Non ci sono altre possibilità. Occorre fare una visita al laboratorio. Del permesso me ne occuperò io» conclude il Maresciallo De Pinis «per giovedì prossimo dovrebbe essere tutto pronto e potremo recarci a fare una visita di controllo».

Puntuale, il giovedì successivo e a permesso accordato, i tre si ritrovano all’esterno del laboratorio. E’ pomeriggio. Dalle finestre aperte è possibile udire una musica a volume piuttosto alto.

«Dovremo entrare con i tappi alle orecchie» commentano contemporaneamente Ghisaldi e Leda.

«Con o senza tappi, entreremo» replica il Maresciallo con il solito tono fermo che non lascia spazio a repliche. Nel mentre, dal laboratorio, esce Brunamonti. Sorride e non sembra affatto sorpreso.

«Prego. Entrate. Entrate pure. Lor signori sono i benvenuti».

I tre, una volta entrati, restano impietriti di fronte alla scena che si presenta ai loro occhi. Nella parte destra, su una sfavillante pista da ballo con il pavimento illuminato da luci intermittenti che si accendono e si spengono, un essere dalla pelle verde smeraldo con braccia e gambe sproporzionate si cimenta in una sorta di “Moonwalking”. Nella parte opposta, il Professor Frangipane in persona sta ballando il tango con una creatura a metà tra una fanciulla e una piovra. I movimenti di quest’ultima sono scomposti e si sente il Frangipane dare indicazioni con tono sereno e delicato «no. Non così. Un passo a destra e uno a sinistra».

Al centro, un gruppo di umanoidi con tuta aderente grigia, seguendo il ritmo dettato da una musica a volume altissimo, effettua movimenti sincronizzati al centesimo di secondo.

«Che diamine state facendo?» domanda De Pinis. Nel frattempo si è avvicinato anche Frangipane.

«Non l’avete capito? Eppure è chiaro. Avete chiuso la discoteca. Questi esseri, desiderosi di conoscere le nostre danze, da qualche parte dovevano pur sperimentare e divertirsi. O li volete discriminare perché vengono da un altro pianeta? Noi stiamo dando loro un’opportunità». 

I tre membri del CPT si guardano. Non sanno cosa rispondere.

«Ma lo sa? Tutti pensavano che in quella discoteca si svolgessero rumorose feste in maschera» esordisce la Ghisaldi.

«Tenga la bocca cucita per favore! E non dica scemenze!» la blocca immediatamente De Pinis «nessuno dovrà mai sapere».

Leda trema come una foglia. La notifica di chiusura a tempo indeterminato della discoteca riportava la sua firma.

I tre escono rapidamente senza fiatare e senza voltarsi.

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