Il leone e la libellula

Serie: Le mille vite di Mary


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Mary e Adam parlano e le emozioni prendono il sopravvento. Subito dopo Mary vede Mia in braccio a suo padre e la rabbia si unisce al turbinio di sensazioni scatenate da quell'incontro. La ragazza si sente soffocare, ma proprio quando sta per svenire vede sul suo Iphone un messaggio Instagram.

– Non dovresti andarci.

– Mamma ne abbiamo giĆ  parlato, ĆØ solo un modo per prendere un pò d’aria.

– A volte non ti capisco Mary, non sei uscita con un ragazzo per quasi un anno e decidi di farlo proprio ora che ĆØ tornato Adam.

Non potei fare a meno di alzare gli occhi al cielo. Erano ore che discutevo con mia madre di quello che stavo per fare, a sentir parlare lei sembrava che stessi per compiere il peggior tradimento avvenuto nella storia dell’umanitĆ , invece stavo semplicemente per uscire con Leon.

– Adam mi ha detto che si farĆ  vivo lui e quando accadrĆ  sarò lƬ, ma non smetterò di vivere aspettando un suo cenno mamma.

– Non ti sto dicendo di non vivere la tua vita Mary, sto semplicemente contestando il tuo tempismo… hai visto Adam solo tre giorni fa e improvvisamente decidi di accettare l’invito di uno sconosciuto, dopo mesi e mesi in cui non sei uscita con nessuno… permetti che mi faccio due domande.

– MammaĀ  basta. Il ritorno di Adam e l’uscitaĀ  con Leon non sono collegate, Ā ho semplicemente voglia di conoscere gente nuova.

Mia madre annuì sconfitta e quando uscì dalla stanza feci un sospiro di sollievo; la verità era che non avevo più voglia di starla a sentire perche avevo paura che in parte avesse ragione.

Dopo quel primo messaggio Instagram, continuai a scrivermi con Leon assiduamente e senza avere la benchĆØ minima intenzione di smettere. Leon si era trasformato in pochissimi giorni nel mio rifugio e nonostante avessi cercato il perchĆØ di questo, non riuscii a trovarlo. L’unica cosa a me chiara era la totale assenza di quell’irritazione che provai la prima volta che ci vedemmo e questo mi straniva e spaventava, perchĆØ non era da me cambiare cosƬ tanto l’atteggiamento nei contronti di qualcuno, anche nel caso in cui fosse stato irrazionale o maleducato; per questo non potei evitare di chiedermi se il motivo per il quale l’avessi fatto con LeonĀ  fosse perchĆ© lui aveva un qualcosa di speciale, oppure se mi sarei aggrappata a chiunque mi avesse scritto in quel momento di crisi. Per un po’ cercai di convincermi che non stavo usando Leon e che stavo per uscire con lui per i motivi giusti, ma non potei averne la certezza e alla fine decisi che era inutile continuare ad arrovellarmi il cervello su quelle cose, perchĆØ in fin dei conti avevo fatto una cosa peggiore in passato, avevo nascosto Mia a suo padre, quindi per quanto usare una persona fosse deplorevole, non avrebbe inciso più di tanto sul mio curriculum di cattiva ragazza.

 Prendere atto di questo rinnovò la mia convinzione, già forte in primis, quindi afferrai la borsa e uscii.

Il tragitto in autobus fu breve perché Leon mi aveva dato appuntamento al porto e questo distava solo tre fermate da casa mia. Lo trovai accanto a una piccola e vecchia barca a motore e capii solo allora che non avremmo fatto una passeggiata lì intorno, ma saremmo proprio usciti in mare.

– Se me lo avessi detto mi sarei messa qualcosa di più pesante.

– Volevo farti una sorpresa… e non devi preoccuparti ho pensato a tutto – mi rispose cacciando una giacca a vento e delle coperte da un borsone.

Prendemmo il largo in silenzio.Ā 

Da subito mi fu palese l’abilitĆ  di Leon nell’acqua, fui tentata di chiedegli dove avesse preso quella barca e perche fosse cosƬ esperto di navigazione, ma poi lasciai perdere e mi rilassai accanto a lui.

Nonostante fosse novembre il mare era calmo.

Il rumore delle onde e il leggero ondeggiare della barca cullarono i miei sensi, mentre lā€˜orizzonte stava iniziando a tingersi d’arancione rendendo l’ambiente intorno a noi piu caldo e i capelli ramati di Leon infuocati.

Per la prima volta dopo giorni mi sentii in pace.

– Vedo che ho fatto bene a portarti qui.

– Si, hai fatto più che bene.

I suoi occhi azzurri erano splendenti e la sua espressione ricordava quella di un leone dopo una battuta di caccia, nel pensare a questo la mia mente volò al suo nome e al suo tatuaggio e non riuscii a trattenere una risata, tentai di recuperare subito la compostezza, ma avevo già attirato la sua attenzione.

– Fai ridere anche me.

– Non riderai… in realtĆ  ĆØ una cosa cheĀ  non penso faccia proprio ridere.

– Beh …tu stai ridendo.

– Io ho un senso dell’umorismo un pò particolare.

– Provaci.

– Ok…  per un istante mi hai ricordato un leone e ho riso perchĆ© ti chiami Leon e te lo sei pure tatuato.

Lui sorrise, ma non scoppiò in una risata come me.

– Te l’avevo detto che non faceva ridere.

– No… non fa ridere, ma in un certo senso hai capito perchĆ© mi sono fatto proprio questo tatuaggio, mi piace pensare a me come a un leone.

– Quindi non te lo sei tatuato solo perchĆ© ti chiami Leon.

– Beh… di certo non mi sarei mai tatuato un verme se mi fossi chiamato cosƬ –

Non potei evitarlo, immaginai un verme inciso sul suo collo e risi nuovamente, ancor più forte di prima e questa volta lui si unì a me.

– Sai…da piccola ero fissata con Harry Potter e grazie a lui ho scoperto che il leone ĆØ il simbolo del coraggio –

Leon sorrise ed annuƬ.

– Lo so anch’io, non grazie a Harry Potter però…la mia ex era ossessionata con la simbologia degli animali: leggeva libri, guardava video su you tube, ascoltava perfino podcast in inglese su quest’argomento …e con il tempo ha finito per far apassionare anche me.

– Davvero?… allora dimmi, secondo te quale mi rappresenta?

– La libellula. Significa libertĆ  e credo che tu ne sia l’essenza – sussurrò dolcemente.

Rimasi sgomenta.

Era chiaro che avevo dato a Leon un’immagine sbagliata di me.

– Penso che te l’ho chiesto troppo presto, te lo richiederò fra qualche mese.

– Va bene, ma non credo che cambierò idea su questo.

– Come fai a essere cosƬ sicuro? … ci conosciamo da tre giorni Leon.

– Tu mi conosci da tre giorni, io … –  diventò rosso e abbassò lo sguardo in imbarazzo.Ā Nel vederlo cosƬ mi fu tutto più chiaro: sia il motivo per il quale si fosse precipitato ad aiutarmi il giorno della mia laurea, che come avesse fatto a rintracciarmi su Instagram con tanta facilitĆ  e nell’intuire la ragione del suo rossore non potei fare a meno di aprirmi in un sorriso supponente, mentre il mio ego si gonfiava esponenzialmente.

– Tu mi conosci da più tempo vero Leon?

– No, io… beh si vedi – balbettò.

– Da quanto tempo ti piaccio?-

La sua testa si alzò di scatto e i suoi occhi si sgranarono, probabilmente non si aspettava una domanda cosƬ diretta e priva di tatto da parte mia e per questo mi fu chiaro che, per quanto mi avesse osservata a lungo, lui conoscesse solo una versione di me idealizzata dalla sua mente, altrimenti non si sarebbe stupito cosƬ tanto; ma a me questo non importava, perché  indipendentemente dal fatto che fosse per una idealizzazione o per qualcosa di più profondo, il risultato non cambiava, l’avevo in pugno.

– Sei mesi, ma non ho mai trovato l’occasione giusta per parlarti fino al tuo svenimento.

– Forse il leone non ĆØ l’animale giusto per te, forse dovresti prenotare il laser per cancellare il tatuaggio e un appuntamento all’anagrafe per cambiare nome.

– PerchĆ© dici questo?

– PerchĆ© le occasioni c’erano, ma a quanto pare ti ĆØ mancato proprio il coraggio –

Per un pò non rispose, rimase con lo sguardo basso perso nei suoi pensieri, poi si voltò verso di me e incatenò i suoi occhi ai miei con fermezza, nonostante il suo evidente imbarazzo.

– Forse hai ragione… però non cambio idea su di te. Sei una libellula Mary e lo so perchĆ© ti ĆØ bastato salire su questa barca e goderti la libertĆ  del mare per illuminarti, mentre all’universitĆ  ti ho sempre vista cosƬ malinconica, come se ti mancasse qualcosa –

Nonostante avessi appena avuto la prova di quanto fosse distorta l’immagine di me nella sua testa, le sue parole mi colpirono.

Per un istante provai ad associarmi in qualche modo alla libertĆ , ma quando avvistai in lontananza l’Hotel Del Mare mi resi conto di quanto fosse inutile quel pensiero.

Forse se avessi vissuto un’altra vita, sarei davvero stata come una libellula; potevo immaginarmi a volare verso quell’orizzonte arancione con leggerezza e senza responsabilitĆ , ma questo era un forse che non si sarebbe mai avverato, perchĆØ nella mia realtĆ  c’era e ci sarebbe sempre stata Mia.

Serie: Le mille vite di Mary


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. La libellula: un insetto e un simbolo di liberta`, di leggerezza, di delicatezza, ma anche di grande resistenza. Sicuramente lo sai: esistevano gia` in epoca preistorica. Hanno superato ogni genere di avversita`. Una specie che si e` salvata dai terremoti, dalle meteoriti e da ogni tipo di flagello naturale o provocato dall’ uomo. Adoro le libellule con le loro ali trasparenti, un po’ luccicanti, di vari colori, e meno fragili delle farfalle, altrettanto belle. Ben si adatta alla protagonista della tua storia. Leon ha ragione: “significa liberta` e tu ne sei l’essenza”. E, aggiunderei: si sta facendo strada con coraggio, cercando di volare alto, con le sue alucce sottili e potenti.

    1. Grazie mille ā£ļø ā£ļø ā£ļø anch’io amo la libellula come simbolo … sono appassionata della simbologia degli animali e un riferimento non poteva mancare ā£ļø

  2. Bel colpo di scena e ottima conduzione del filo psicologico dei personaggi.

    Questa storia ha molto di una favola. L’originalitĆ  sta nelle interferenze della vita da adulti, delle responsabilitĆ , in un anima perennemente bambina. La libellula.

    L’incursione di Harry Potter ĆØ a dir poco una pazzia, e quando le pazzie riescono diventano atti di eroismo.

    Il rischio ĆØ quello di aver annodato un bel po’ la matassa, te lo dico con sinceritĆ , ma finora hai saputo muoverti bene, in costante bilico tra l’improbabile e l’imprevedibile, cosƬ realistico nella vita.

    Scrivi bene, molto attenta, con estrema cura. Ti faccio questa profezia: un giorno, come in Matrix, smetterai di pensare che sei brava, piuttosto ti convincersidi esserlo. E quel giorno piegherai non i cucchiai ma le frasi. Parola di Morpheus.

    1. Grazie mille ā£ļøā£ļøā£ļø sentirmi dire queste parole da qualcuno che ha il dono della parola come te mi riempie il cuore.
      Ho sempre letto tantissimo e scritto le mie storie in tanti quaderni, che però non ha mai letto nessuno … perchĆ© ho sempre pensato che nessuno si sarebbe mai interessarto a quello che ho da dire, quindi per me leggere queste cose e ricevere consigli e correzioni (quando ci sono) ĆØ oro.

      Grazie ā£ļø

  3. La forma ĆØ migliorata molto, mentre la sostanza c’era anche prima e continua a esserci. Secondo me Leon ha ragione, Mary ĆØ una libellula, solo che lei non si vede cosƬ. Lui invece ĆØ un timido… O gioca a farlo. Lo scopriremo solo vivendo.

  4. Innanzitutto trovo geniale che hai messo Harry Potter nella storia, qui messa per creare un’intesa tra i personaggi che personalmente ho fatto pure io in un mio racconto (un ragazzo e una ragazza seduti al bar, primo incontro, e lei le chiede, per rompere il ghiaccio, quale sia il suo rapporto con Harry Potter) ma nel mio racconto non si ĆØ incastrato bene come il tuo, quindi complimenti. Sai, se dovessi avere un’immagine visiva della Storia che stai raccontando, immaginerei una piccola donna in una mano gigante, e questa mano stringe, stringe, finche la donna non sfugge dalla presa, schizza via per planare chissĆ  dove. Ho rivisto quest’allegoria nello spirito di Mary, una donna secondo me combattuta, tra sĆ© stessa e la morsa spesso stritolante degli altri, ma la mente non si può controllare e spesso produce rabbia a causa della frustrazione, e quindi ha bisogno di evadere, fuggire via, anche solo per una gita in barca, per trovare quella pace e rilassamento necessario per fare un punto della propria situazione. Credo che questo librick si inserisca benissimo nella filosofia del librick, ĆØ davvero un romanzo a puntate fatto con una linearitĆ  e precisione che invidio. Alla prossima lettura.

    1. Ciao ā£ļø
      Grazie mille per questo commento. Hai centrato perfettamente l’essenza di Mary e della storia in generale. Volevo fotografare lo stato d’animo che ho avuto a lungo in un periodo particolare della mia vita e da lƬ sono iniziati a nascere questi personaggi e la trama…anche se la situazione che racconto non c’entra nulla con il mio vissuto.
      Mi rende estremamente felice che si legga questa sensazione di “mano che stritola” la rabbia e la frustrazione… perchĆ© trama a parte, questo ĆØ quello che volevo raccontare.

      Grazie ā£ļø ā£ļø