
Il mio piccolo sole
Porto il mio piccolo sole in una bottiglia di vetro chiaro e trasparente dovunque vado; mi aiuta sempre a rendere la mia vita più semplice e gioiosa.
Quando fuori c’è la pioggia mi sento di sciogliermi tra le gocce che cadono dal cielo grigio e spento, in cui a sua volta m’immergo, facendo fatica a liberarmi. Però a me basta guardare dentro la mia bottiglia, ed io vedo un piccolo arcobaleno che mi sta stretto stretto; ed allora guardo il mio sole mentre canta una melodia con l’acqua che tintinna sul suo involucro, ed ho meno paura.
Anche i tuoni e i lampi mi fanno paura, ed ogni volta mi nascondo sotto i tavoli con le orecchie tappate dalle mie mani e il fiato corto. Però a me basta guardare dentro la mia bottiglia, che brilla più di ogni altra cosa, e mi sento meno al buio e meno sola sotto l’ombra imponente della mia scrivania disordinata e stretta.
La notte mi vuole sempre tenere stretta a sé, e non vuole mai lasciar chiudere i miei occhi per darmi riposo; però anche se al mattino sentirò i miei occhi pesare e bruciare, non potrei mai poter far a meno che continuare a vedere il mio piccolo sole che balla dentro la sua bottiglia di vetro mentre rido come una bambina; anche a costo mi esplodesse la testa.
Ci sono dei giorni in cui il mio piccolo sole è sbiadito e non riesce né a cantare, né a ballare e né a brillare. Allora io lo cullo dolcemente tra le mie braccia, tintinnando con leggerezza sul suo vetro una canzone con le mie lunghe unghie. Canto semi sussurrando e con un raggiante sorriso come solo una madre potrebbe fare, fino a quando il mio piccolo sole non sarà sereno come solo un bambino può esserlo.
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Riesci con parole semplici e frasi delicate a rendere la presenza pesante del buio in cui comunque vive una speranza, per quanto piccola. Racconti come se procedessi in punta di piedi, senza far rumore, quasi chiedendo permesso. Scrivi bene.
grazie mille💜
Mio figlio da piccolo aveva molte insicurezze e tante paure. La maestra d’asilo creó insieme a lui una scatolina chiamata ‘la scatola delle mie paure’ dentro la quale Michele metteva oggetti simbolici a rappresentare ciò che più lo spaventava. Non è lo stesso concetto della tua bottiglia d’acqua, ma me lo ha ricordato. È sempre bello leggerti.
Quando scrivo mi piace pensare di dare spazio alla mia bambina interiore, quindi questo commento mi ha fatto molto piacere💜 grazie mille