
Il parco dei ricordi
Serie: Le mille vite di Mary
- Episodio 1: Perdente
- Episodio 2: Un giorno speciale
- Episodio 3: Ciò che vuole la mia mente
- Episodio 4: Come il vetro
- Episodio 5: Intrappolata nella rete
- Episodio 6: Il leone e la libellula
- Episodio 7: Vampire
- Episodio 8: Qualche verità scomoda
- Episodio 9: Il parco dei ricordi
- Episodio 10: The Broken
- Episodio 1: Jacksonville, Florida …
- Episodio 2: Stallo
- Episodio 3: Genitori e figli
- Episodio 4: Il fuoco della rabbia
- Episodio 5: La voce della verità
- Episodio 6: Ti prego non dirlo
- Episodio 7: Come una libellula nel vetro
- Episodio 8: Sei anni dopo
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Non poteva essere vero.
Lui non poteva avere ancora quell’effetto su di me, erano passati anni, avevo avuto decine di fidanzati dopo Adam e per questo mi ero cullata nella certezza di aver formattato il mio cervello e cancellato la memoria del suo tocco, ma fu lampante che mi ero sbagliata.
Ebbi il bisogno di sdrammatizzare, di alleggerire quell’ambiente che era diventato plumbeo attorno a noi, così gli chiesi la prima cosa che mi venne in mente.
– Cosa ha fatto tuo padre per diventare ricco? Giusto per sapere, magari ci provo anch’io … aspetta fammi indovinare, ha comprato un’intera partita di gratta e vinci finché non ha centrato il jackpot.
Capii di aver raggiunto l’obiettivo all’istante, perché Adam rise e tra di noi l’atmosfera iniziò a rischiararsi.
– No … papà era un tecnico informatico e nel tempo libero faceva esperimenti. Un giorno ha elaborato un programma in grado di potenziare qualsiasi dispositivo … pensò di aver avuto un’idea geniale, così creò una start up. Da lì è stato un crescendo, non ricordo quando quel progetto è diventato un’azienda con più di cinquanta operai, ma il giorno in cui è arrivata la quotazione in borsa … beh è impresso nella mia mente.
– Wow. Addirittura quotata in borsa.
– Già, questo dovrebbe farti capire che con me non si scherza Mary – disse improvvisamente serio – finora sono stato accomodante, ma tieni sempre a mente che io ho il potere di fare tante cose.
– È una minaccia?
– Prendilo più come un avvertimento, non voglio causare stravolgimenti nella vita di Mia, ma neppure essere preso ancora in giro.
Ho sempre pensato ad Adam come al vetro, protettivo se integro e tagliente quando si frantuma, ma mai mi era sembrato così letale, d’altronde un frammento di vetro può essere mortale se usato nel punto giusto.
– Mi odi Adam?
– No.
– Menti.
– Non ti odio Mary, ma quando ti guardo provo tanta rabbia.
– Lo capisco … scusa Adam.
– Adesso lo ammetti?
– Cosa?
– Che l’hai fatto per vendetta … io ti ho detto tutto, ora mi devi delle risposte tu.
– Lo so e io vorrei dartele, ma non posso perché non le ho – ammisi finalmente – però una cosa posso dirla con assoluta certezza, non l’ho fatto per vendetta.
Mai mi fu chiaro un qualcosa, come quello che avevo appena detto ad Adam. Avevo cercato a lungo in me tracce di un qualche risentimento per quella menzogna, ma a parte una leggera irritazione non provavo nulla. Pensando agli ultimi giorni a Jacksonville, mi era sempre venuta subito in mente la malinconia e il dolore della separazione e solo in un secondo momento quello che era successo al Prom; ma con le scuse di Adam mi fu ancora più chiaro quanto fosse inconsistente per me tutta quella faccenda, perché non le sentii necessarie.
Per fare chiarezza, mentre lui mi stava chiedendo ancora una volta una spiegazione, mi immaginai una situazione diversa. Finsi per un secondo di essere Americana, immaginai che come neo tra di noi ci fosse stato solo il Prom e mi resi conto che non ci saremmo lasciati; probabilmente mi sarei arrabbiata e avrei goduto dei suoi tentativi di fare pace, forse l’avrei tenuto un po’ sulle spine, ma poi sarei tornata da lui; però quando chiesi a me stessa se Mia in quella situazione avrebbe avuto suo padre dal giorno zero, non riuscii a dare una darmi una risposta, il che era assurdo, perché mi vedevo con lui, ma non riuscivo a immaginarmi mentre gli dicevo ” Adam sono incinta”.
In quella nube contorta di pensieri, però potevo almeno dare ad Adam e a me stessa un responso definitivo e certo su un punto, ovvero che ciò che mi aveva rivelato Lauren al Prom, non aveva minimamente inciso sulla mia decisione di nascondere Mia a suo padre.
– Beh sei una grandissima stronza fattelo dire – inveì con rabbia alzandosi di scatto – so cosa stai facendo … tu stai temporeggiando credendomi stupido, ma non lo sono e non puoi raggirarmi perché ti conosco troppo bene … ora se non ti dispiace vado a recuperare un po’ di tempo con mia figlia, quella è la porta, ti chiamo più tardi per farti riprendere Mia –
Lo vidi camminare e sparire lungo quel corridoio e come quella volta all’Hotel Del Mare, lo lasciai andare rinunciando ad avere l’ultima parola, senza reagire.
Fissai il muro per un tempo indefinito. Cercai di capire cosa fosse accaduto, era come se il mio cervello si rifiutasse di processare gli ultimi attimi di quella conversazione, finché finalmente compresi che mi aveva cacciata da casa sua.
Probabilmente se l’avesse fatto qualsiasi altra persona, l’avrei raggiunto e gli avrei piantato una cinquina in faccia, ma non riuscii neppure per un istante a figurarmi nel fare questo ad Adam e non riuscii a capire perché; così raccolsi i brandelli del mio orgoglio e uscii.
Presi l’autobus con l’intento di tornare a casa, buttarmi sul letto e piangere aspettando la chiamata di Adam, ma mi resi conto che non stavamo andando nella direzione giusta.
– Mi scusi, questa è la linea 7? – chiesi alla signora seduta affianco a me.
– Si .
– Allora perché abbiamo girato a destra?
– Non ha letto i manifesti signorina? Era scritto ovunque che dalle diciassette in poi avrebbero interrotto la strada, iniziano i lavori per la manutenzione dei condotti fognari.
– No, non ho letto nulla … e comunque siamo a novembre tra venti minuti è notte, che senso c’ha iniziare i lavori a quest’ora?
La signora alzò le spalle in risposta, concludendo la nostra veloce conversazione.
A causa della deviazione la strada da percorrere si allungò di molto e questo l’avevo previsto, quello che però non mi aspettai fu di passare davanti al piccolo parco giochi dove portavo Mia a giocare quando era più piccola. Premetti inconsciamente il bottone per chiamare la fermata e come un automa raggiunsi il parco e mi sedetti su una panchina.
Il mio ricordo di quel luogo era troppo lusinghiero. C’erano solo uno scivolo e un altalena ed era anche incolto, quasi abbandonato; però per me rappresentava il teatro di momenti estremamente belli e spensierati con mia figlia e questo lo rendeva perfetto.
– Mary – mi chiamò una voce a me conosciuta e rassicurante, la voce di Leon – Cosa ci fai qui?
– Prendevo un po’ d’aria, tu piuttosto … volevi ammirare questi arbusti?
– Molto spiritosa, davvero, comunque non mi siederei in questo parco neanche sotto tortura, passavo da queste parti perché abito qui vicino, questo è il mio quartiere.
Mi voltai a guardarlo e il colore sprigionato dall’infrangersi del tramonto sui suoi capelli ramati, mi riportò alla nostra gita in barca, erano passati solo tre giorni, eppure sembrava essere trascorsa un’eternità, spostai lo sguardo dal suo volto e notai che in mano aveva una busta del Burger King, anche piuttosto grande.
– Vedo che hai ospiti questa sera … posso unirmi a voi? – gli chiesi, perché anche se l’avevo incontrato per caso, non ero pronta a lasciarlo andare e tornare a rimuginare sola sui miei cavilli mentali e su tutte quelle strane sensazioni che Adam aveva risvegliato in me.
– Beh … in realtà …
– Se non posso venire non fa nulla davvero – dissi cercando di celare la mia delusione.
– No, hai capito male, a me farebbe piacere … solo che … beh … ah al diavolo, voglio che tu venga, ma non sto andando a casa mia.
– Non mi importa dove stiamo andando, voglio solo stare con te.
Serie: Le mille vite di Mary
- Episodio 1: Perdente
- Episodio 2: Un giorno speciale
- Episodio 3: Ciò che vuole la mia mente
- Episodio 4: Come il vetro
- Episodio 5: Intrappolata nella rete
- Episodio 6: Il leone e la libellula
- Episodio 7: Vampire
- Episodio 8: Qualche verità scomoda
- Episodio 9: Il parco dei ricordi
- Episodio 10: The Broken
“Il parco dei ricordi” un bel titolo simbolico che potrebbe racchiudere non solo il periodo della prima infanzia di Mia, ma anche la fine della prima giovinezza di Mary, che si ritrova a dover affrontare una nuova fase della sua crescita. Nonostante le incertezze, i sensi di colpa e le paure che affiorano, si afferma il carattere intraprendente di una giovane donna poco propensa a subire passivamente, malgrado l’atteggiamento minaccioso di Adam. La protagonista e la sua autrice pare crescano di pari passo.Un episodio in cui Mary si scontra con una realta` fatta di alti e bassi, con ostacoli imprevisti e dolci sorprese. C’est la vie.
Grazie mille ❣️ sono felicissima del fatto che si veda una crescita.
❣️🥲
Sono molto realistici gli ultimi due episodi. Scene di vita supportate da ottimi dialoghi che bene rispondono alla idea del mostrare anziché raccontare. Molto brava Lola, sempre di più. Godibilissima la tua serie.
Grazie ❣️ ❣️ ❣️ ❣️ ❣️ ❣️ ❣️
❣️❣️❣️❣️❣️❣️❣️❣️❣️❣️❣️
Sono felice che i dialoghi vadano bene, sto cercando di far parlare i personaggi il più possibile come nella vita di tutti i giorni e leggere commenti positivi su questo mi rende felicissima ❣️
Ciao, Lola. Sono d’accordo con David, i miglioramenti sono lampanti (c’è un errore, come se ti fossi alzata e avessi continuato in un secondo momento: dare/darmi) e il racconto è un po’ più debole dei precedenti. Però si tratta di una serie e un episodio di passaggio tra degli eventi e altri ci sta. Mentre leggevo mi chiedevo: “E Leon?” Poche righe ed è apparso. Il finale torna a incuriosire verso la prossima puntata.
Grazie mille ❣️ sono veramente felicissima che si veda un miglioramento, sto provando a mettere in pratica tutto quello che mi è stato detto 🙏🏻
Per quanto riguarda la trama, si l’ho “rallentata” un po in questo episodio perché stiamo per entrare nel vivo di tutto … spero di riuscire a rendere tutto bene da questo punto in poi, nella mia testa e sul quaderno ha senso, però comunque la paura di non rendere bene c’è … spero di fare tutto al meglio 🍀🍀🍀
Allora, innanzitutto da un punto di vista tecnico vedo delle evoluzioni evidenti: non ci sono tempi morti, le frasi sono state lette e rilette migliaia di volte al fine di eliminare invisibili ripetizioni o errori grammaticale che il lettore non percepisce ma che, non sa perché, poi si annoia. Quasi ogni linea risulta incisiva per capire la psicologia di Lei o la trama, quindi questo si vede subito e ti faccio i complimenti. Da un punto di vista narrativo, proseguono le analisi e le emozioni represse della protagonista, geometrici quadri spirituali in cui sia noi che il lettore si ammaliano. E’ più che altro la Voce della protagonista, il punto di forza di questo brano, la Trama c’è ma troppi pensieri possono offuscarla… a meno che non ci sia un colpo di scena, un’azione data da questi pensieri di bellissima e confusa voglia di trasformazione emotiva
Grazie mille ❣️ ❣️
Sono felicissima che si veda un miglioramento, ho cercato di prendere tutti gli imput e i consigli che mi sono stati dati ❣️
Riguardo la trama la storia deve arrivare a un determinato punto, infatti già dal prossimo episodio inizieranno a succedere cose … sono un pochino preoccupata, perché nella mia testa il discorso fila, però ho paura di non renderlo bene … spero di riuscire a farlo 🍀