Il seguito. Inseguito. 

Serie: Autobiografia di un sensitivo sensibile


Elogio della fuga

Mi sveglio di colpo, o forse non ho mai dormito un solo giorno in vita, o ancora, c’ĆØ un’altra possibilitĆ , sono giĆ  morto da molti e molti anni. C’è quella sensazione di aver lasciato il corpo da qualche parte, e adesso rientrarci fa male. Mi scrocchio il collo, lentamente, come se avessi addosso il peso di troppe vite non mie. Milioni di vite passate e vissute, nell’eterno gioco della ruota del karma. Adesso sono un assassino. SƬ, ma in quale periodo storico?

Il coltello non ĆØ più nella mia mano. Cerco sul pavimento, tra le fughe nere delle piastrelle, sotto il letto dove vidi l’uomo nero in polvere. Niente. Poi lo vedo: sul tavolo, appoggiato con cura, con la lama scintillante. Ma io non ricordo di averlo lasciato lƬ. Allora chi?

Mi alzo, sento le ginocchia fare “crack”. Apro il frigorifero solo per sentire qualcosa di freddo in faccia. Dentro, un barattolo di cetriolini e una bottiglia d’acqua mezza vuotaĀ  o mezza piena. Prendo la bottiglia, bevo, ma non sento sapore. Non sento niente.

Il cellulare vibra. Un messaggio: “Hai visto il telegiornale?”. Numero sconosciuto.

Mi irrigidisco. Il cuore fa un salto strano, come quando si inciampa nei sogni per poi ritrovarsi al di lĆ  della realtĆ . Non rispondo. Non cancello. Spengo il telefono. Ma anche spento sembra che vibri, da dentro. Come se fosse vivo.

Esco. Sì, esco. Ho bisogno di respirare qualcosa che non abbia il mio odore, profumo di donna. Le scale sembrano più lunghe del solito. Il terzo piano diventa il settimo, poi il primo, poi non lo so più. Quando arrivo giù, la portiera mi guarda. O almeno credo. Forse è solo un manichino messo lì per spaventarmi.

La cittĆ  ĆØ… troppo normale. E questa ĆØ la cosa peggiore. Le persone parlano, ridono, litigano. Oppure sono eternamente indifferenti.

Cammino senza meta. Passo davanti alla libreria dove Griselda (ma chi ĆØ Griselda?) comprava quei romanzi con le copertine piene di fiori e tragedie, re di picche e regine di cuori. Entro. L’odore di carta mi taglia la gola e ho paura che poi la testa mi rotoli via per terra. Prendo un libro a caso, lo apro: una frase sottolineata in matita — “L’amore che non sa contenersi distrugge ciò che tocca.” L’amore che troppo si esprime all’esterno prima o poi esplode come una bomba atomica. Forse ĆØ quello che sto vivendo, un’era post atomica. L’amore dimenticato. Non puoi vivere senza amore.Ā 

Lascio il libro sul pavimento. La commessa mi guarda male, ma non dice nulla. Nessuno dice mai nulla davvero. Solo l’aria invia pensieri e parole. Il vento le suggerisce alle orecchie.

Nel bagno, davanti allo specchio, ci siamo in due. Io… e qualcosa dietro. Non lo vedo bene. Un riflesso sbagliato. O un’ombra dove non dovrebbe esserci.

Vedo il luccichio negli occhi del commissario Carneval e resto pietrificato davanti allo specchio.

Serie: Autobiografia di un sensitivo sensibile


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