Il Senso Del Viaggio

Serie: Humans


Aveva avuto ragione il signor Mattei, imparare a parlare era davvero difficile, anche se Michael-punto-interrogativo aveva dimostrato ottime capacità di apprendimento. Aveva già imparato ad articolare le frasi più semplici. Il metodo del signor Mattei era piuttosto lineare. Aveva cominciato con l’alfabeto, gli aveva fatto imparare tutte le lettere e poi gli aveva anche insegnato a scriverle. Dopodiché leggeva delle frasi da un libro e le faceva ripetere a Michael-punto-interrogativo, una volta apprese gli spiegava il significato di ogni singola parola e infine le contestualizzava nella frase letta, poi nel contesto del libro e infine passava a fare altri esempi con ogni parola imparata. Michael-punto-interrogativo non poteva prendere appunti perché, nonostante sapesse ormai scrivere le lettere, non ne era ancora in grado.

Durante una lezione il signor Mattei iniziò a tossire molto forte e sulla sua mano apparvero delle macchie di sangue. Michael-punto-interrogativo rimase in silenzio, attonito.

<<Cancro ai polmoni in stadio avanzato!>> spiegò il vecchio Mattei con aria rassegnata.

<<Can…>> disse Michael-punto-interrogativo <<Cancro?>>

Il signor Mattei sorrise.

<<Bravo, hai dato la giusta intonazione alla domanda!>> Prese un fazzoletto di carta e si pulì la mano.

<<Cancro esatto. É davvero una brutta bestia. Perdonami, fino ad oggi ti ho insegnato solo parole a caso, cercando di trasmetterti una piccola parte della mia conoscenza e privilegiando solo le cose buone. Ma questo mondo è fatto anche di cose brutte, ed il cancro è una di queste.>>

Michael-punto-interrogativo sapeva capire tutto, fatta eccezione per alcune parole, era in grado di comprendere che cosa intendevano dire le persone, tuttavia non sapeva che cosa significassero realmente certe cose, come la malattia, per esempio.

<<Brutta bestia?>> chiese al suo maestro. Il vecchio Mattei annuì diverse volte con la testa, come se all’improvviso al posto del collo avesse avuto una molla, su e giù rallentando sempre di più.

<<Già… È una malattia che non ti lascia scampo, un giorno stai poco bene e il giorno dopo ti dicono che fra sei mesi morirai… Sono cose che dovrebbero cambiarti la vita, o almeno quello che ne resta, ma la verità è che io ancora non ci credo.>>

Fece una pausa inspirando profondamente, come se pronunciare quelle poche parole gli avesse fatto venire il fiatone.

<<Voglio dire, io lo so, lo sento che sto morendo, sento il mio corpo che va a pezzi ogni minuto che passa… Ma ancora non riesco ad abituarmi all’idea che questa sia la fine…>>

Michael-punto-interrogativo non aveva idea di che cosa volesse dire avere una malattia terminale, per lui certe cose non erano contemplate, almeno fino a prima della sua caduta. Tuttavia riusciva a scorgere negli occhi del suo vecchio maestro qualcosa che non avrebbe dovuto esserci in condizioni normali, una sorta di ombra che preannunciava la fine.

Il vecchio insegnante aveva ora lo sguardo fisso nel vuoto, ripercorreva la sua vita con la memoria, e le cose per cui valesse la pena dire “ho vissuto una vita piena” erano davvero poche. Forse era questo il suo rammarico, non aver avuto abbastanza intraprendenza da decidere di percorrere strade nuove, mai esplorate, si era lasciato sedurre dal fascino trito e ritrito di una vita ordinaria, senza mai nessun azzardo. Aveva tanto amato il suo lavoro d’insegnante, ma non era mai stato un virtuoso, per intenderci, quindi si sentiva come se avesse lasciato scorrere la vita senza mai afferrarla davvero. Si ridestò da quel flashback ad occhi aperti e tornò a guardare il suo ultimo e promettente allievo.

Il signor Mattei non era uno sprovveduto, ed aveva capito che la persona che aveva di fronte non era un uomo qualunque. C’era qualcosa nei suoi occhi scuri che gridava cose in una lingua che nessun essere umano avrebbe potuto comprendere.

<<Non mi resta molto tempo, tutto il resto dovrai impararlo da solo. Ma prima di andarmene devi dirmi una cosa…>>

Michael-punto-interrogativo si piegò in avanti verso di lui per prestare orecchio alla domanda.

<<Tu chi diavolo sei?>>

Michael-punto-interrogativo sorrise e abbassò per un istante lo sguardo indeciso se dire la verità o mentire. Quel dubbio lo colse di sorpresa, nella sua precedente condizione non avrebbe avuto dubbi, mentire non era un’opzione, ma ora che era un semplice essere umano poteva decidere, aveva la possibilità di dire la verità, una mezza verità o una bugia. Inspirò profondamente e chiuse gli occhi, il semplice fatto di avere avuto per un istante un dubbio gli fece comprendere in maniera più profonda quanto fosse complesso essere un uomo. Tornò a guardare gli occhi del suo maestro, occhi stanchi e provati da quella brutta bestia che lo stava consumando da dentro e decise.

<<Tu mi chiameresti angelo…>> rispose senza pensare troppo alle parole, traendo spunto da quello che aveva imparato.

<<Angelo dici?>> chiese il vecchio maestro <<Mi stai dicendo che tu sei un angelo?>>

<<Caduto>> precisò Michael-punto-interrogativo.

Il signor Mattei iniziò a ridere, a ridere di gusto. Da principio Michael-punto-interrogativo rimase sorpreso, poi, per chissà quale assurda ragione, fu rapito dalla risata del maestro ed iniziò a ridere anche lui.

<<Tu sei un angelo? Quindi mi stai confermando l’esistenza di un paradiso?>> chiese fra le risate al suo allievo.

<<Sì>> rispose l’allievo senza esitare.

<<Ragazzo mio…>> disse Mattei ricomponendosi <<L’esistenza di Dio è uno di quei dubbi che hanno tormentato e tormentano l’umanità fin dall’alba dei tempi!>>

<<Perché?>> chiese innocentemente Michael-punto-interrogativo.

<<Perché è impossibile provare l’esistenza di Dio o del paradiso, o degli angeli…>>

Michael-punto-interrogativo rifletté per un istante.

<<Noi non nascosti!>> esclamò e a quelle parole il vecchio Mattei tornò ad essere completamente serio.

<<Bèh, amico mio, allora c’è un problema di comunicazione tra noi e voi… perché qui siamo completamente alla deriva, quasi abbandonati a noi stessi. Non so se sia vero quello che mi hai appena detto o se tu sia semplicemente un pazzo.>> fece una breve pausa poi riprese.

<<Ma se davvero sei chi dici di essere e vuoi che il tuo viaggio abbia un senso cerca di trovare un modo di ripristinare il contatto tra noi e voi. Perché certi silenzi, certe risposte non date sono peggiori di un destino infame come il mio…>>

Quella notte Michael-punto-interrogativo non riuscì a dormire. Ripensava a quello che il vecchio Mattei gli aveva detto. Il senso del suo viaggio. Cominciavano dentro di lui a farsi strada certi pensieri, certe emozioni che stavano rendendo il motivo della sua caduta sulla terra un oggetto sfocato sullo sfondo, come se quello che prima era importante adesso non lo fosse più. Stava dimenticando chi era prima a favore di quello che stava diventando ora. Non poteva permetterlo, il suo viaggio era troppo importante, doveva impedire quello che aveva scoperto quando era ancora una creatura celeste. Le parole di Mattei erano state come un faro nella notte, parole sulle quali avrebbe dovuto riflettere con più attenzione prima di decidere di cadere sulla terra. Ma ormai si trovava in viaggio, e poteva solo andare avanti.

Serie: Humans


Avete messo Mi Piace6 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ciao Massimiliano in questo capitolo hai dato parola a dei concetti importanti. È vero che di fronte alla morte si prova quel senso di incredulità. In un attimo vengono spazzate via le certezze di una vita intera. Mi piace pensare al “viaggio” di Michael, in fondo la vita di ognuno è questo: un viaggio.

  2. Beh, un capitolo interessante in cui Micheal impara a parlare, a scrivere le lettere e anche il significato di alcune parole che gli fanno capire che la Terra non è tutta rose e fiori. Ma si pone molte domande dopo le parole del maestro e questo mi piace perché ci fa intendere che deve succedere qualcosa di veramente importante visto che Micheal ha preso una decisione così drastica diventando un Angelo caduto. Bel lavoro!