Il Tunnel

Giulio stava camminando da ore, sfiorando le pareti della galleria.

Le toccava per sincerarsi che fosse tutto vero.

Non aveva idea del perché si trovasse in quel luogo. Si ricordava di essere uscito di casa e di aver imboccato l’autostrada per andare al mare, spinto dal ricordo di una splendida vacanza con la sua amata Silvia.

Già, Silvia. Ora lei apparteneva a un passato recente, si erano lasciati mesi prima dopo una litigata che aveva sancito un percorso sentimentale senza ritorno.

Non ricordava neppure dove avesse lasciato l’auto. Probabilmente era finita la benzina o il motore era andato in avaria.

«E se fossi arrivato fin qui a piedi? Ma che idiota! In autostrada a piedi?».

Un pensiero semplicemente irrazionale.

Sembrava non finire mai…era entrato in un tunnel apparentemente senza uscita. Era sudato, molto sudato e l’aria era diventata progressivamente pesante e irrespirabile.

Ad un tratto aveva visto una luce in lontananza, prima tenue e quasi impercettibile, poi sempre più intensa.

Finalmente aveva trovato la via di fuga e si era messo a correre per raggiungerla il più velocemente possibile.

«Sono salvo» aveva pensato e gli era scappato anche un sorriso, negli interminabili minuti nei quali sembrava aver perso le speranze.

Continuava a correre a perdifiato. I suoi polmoni recuperavano ossigeno dai fumi e dall’umidità del luogo infernale in cui aveva osato entrare seguendo non si sa quale istinto.

Poi un suono. Un fortissimo suono.

Ma Giulio aveva continuato a correre senza curarsi di quello che stava accadendo intorno a lui.

Se ne era accorto troppo tardi. La luce che gli aveva regalato attimi di speranza era quella di un grosso camion che stava sopraggiungendo nella sua direzione. E il suono era quello del clacson del camionista impaurito, che si era trovato di fronte Giulio nella sua corsa verso la salvezza, in quel tunnel infinito.

Aveva trovato davvero la via d’uscita…ma non quella che aveva immaginato.

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Discussioni

    1. Ti ringrazio intanto per l’apprezzamento. In questo piccolo racconto si incontrano amarezza, sentimenti, cinismo e una piccola dose di comicità. Ho scritto comicità perché il destino, spesso beffardo, se la ride e può, come paradosso, risultare comico.

  1. Tutti noi, lungo la via, incappiamo in dei tunnel. Nella speranza di non percorrere la tratta che dalla costa francese porta a quella ligure (tremenda in tal senso), la cosa migliore da fare e tenere lo sguardo di fronte a sé e non indietro. Sono portata a credere che non esistano via di uscita, ma che sia un lavoro di intestino che dobbiamo fare per assimilare quanto c’è di buono e scartare il resto.