
In sala Picasso
Serie: Anatomia sepolcrale di un sogno
- Episodio 1: L’arrivo e le altezze
- Episodio 2: Il coltello e i ricordi
- Episodio 3: Nel cuore della notte
- Episodio 4: Ombre rosse
- Episodio 5: Le parole nel buio
- Episodio 6: Il temporale
- Episodio 7: La visione
- Episodio 8: La rivista di poesia ermetica
- Episodio 9: La finestra dell’albergo
- Episodio 10: Il solletico dell’assassino
- Episodio 1: La prima accoglienza
- Episodio 2: Ingresso in camera
- Episodio 3: Prima di cena
- Episodio 4: Inizio della cena
- Episodio 5: L’arrivo a Praga
- Episodio 6: Vita con Edo
- Episodio 7: Delle carte utili e inutili
- Episodio 8: Col respiro spezzato
- Episodio 9: Primi mutamenti
- Episodio 10: Incontro con il direttore
- Episodio 1: L’invito domenicale
- Episodio 2: La sentenza
- Episodio 3: Riverberi dal pranzo
- Episodio 4: Il sonno di Edo e la telefonata
- Episodio 5: Dalla parte di Gustav
- Episodio 6: L’arrivo di Lara in albergo
- Episodio 7: Il rischio e l’abisso della fiducia
- Episodio 8: La sosia
- Episodio 9: La fuga e il rigagnolo
- Episodio 10: Primi barlumi di vertigine
- Episodio 1: Sola al mondo
- Episodio 2: Un faro nella notte
- Episodio 3: Battiti nel sole
- Episodio 4: L’inaugurazione
- Episodio 5: In sala Picasso
STAGIONE 1
STAGIONE 2
STAGIONE 3
STAGIONE 4
«Ma certo, adesso ricordo. Il famoso avvocato Gustav. Ho già sentito parlare di lei. Credo che sia qui per il mio stesso motivo, allora, visto che la rivista ermetica avrà già stipulato diverse clausole, stesure, regolamenti; di questi tempi, poi, avvocato, sono accorgimenti necessari, se non indispensabili. Ma intanto mi presento: mi chiamo Aris Pechino. Sono un consulente finanziario e nello stesso tempo un grande appassionato del periodo dell’ermetismo lirico e delle sue nuove correnti di rinascita. Quando ho saputo di una nuova rivista specialistica che ci avrebbe rappresentato, dopo anni di silenzio e di vuoti, mi sono commosso, non esagero. Ho spento tutte le luci della casa per godermi l’estasi della mia commozione, di certo più toccante di un crollo di borsa. Tra l’altro mi hanno garantito che avrò un spazio per pubblicare i miei Profit & Loss, e in più qualche versetto occasionale, peccato che non abbia portato nessun appuntino da sottoporle, avvocato, ma avremo comunque altre occasioni, non ne dubito; ma lei, intanto, com’è entrato in contatto con l’attività del poeta? Sono davvero curioso» mi disse.
«È stato il destino, dottor Pechino. E poi Stain è stato un mio compagno di classe alla scuola media Blaise Cendrars. Per cui…»
«Oh, che meraviglia. Immagino che la sua presenza sia stata dettata da una fitta di nostalgia. Di solito…»
«Mi sa che siamo arrivati» gli dissi con freddezza, interrompendo bruscamente la sua concitazione, mentre il cameriere apriva una grande porta dai vetri azzurri, invitandoci a entrare in sala Picasso, in fila per due. Era un ambiente sontuoso, pieno di luci, di specchi e di mobili antichi. Su di un lungo tavolo addossato a una parete vassoi di aperitivi dai colori sgargianti. Osservavo le nuche degli uomini accalcarsi con ansia nel vortice dei rinfreschi. Qualche ingordo faceva già ritorno con piatti di affettati, crostini, cocktail di gamberi dai riflessi del corallo, che già lasciavano pregustare dall’aspetto la loro fragranza. Avevo una gran fame. Un cameriere mi si avvicinò con un vassoio di calici di spumante: ma tu guarda: era proprio lui! Il cameriere del poeta che la notte prima ci aveva servito durante la nostra cenetta letteraria iniziatica. Mi aveva riconosciuto. Sorridendomi mi fece: «Che piacere averla di nuovo qui, avvocato. Eravamo tutti in pena per lei».
«In pena? Mi perdoni, ma non capisco di cosa parla. Può spiegarsi meglio, per favore?» gli chiesi, con aria perplessa.
«In pena, avvocato. Ha sentito e capito benissimo. Lei non è mai stato in pena per una persona, un animale, una petunia, una causa?» mi chiese, col viso illuminato da una tensione sinistra, mentre prendevo un calice dal vassoio e cercavo di fare luce sulla sua singolare esternazione, senza rispondergli o sbilanciarmi oltre misura.
Gli occhi del cameriere erano castani, di una tinta autunnale, velati da una bruma di vespro che non gli ricordavo – eppure non era passato neanche un giorno dal mio primo ingresso nella camera del poeta.
«Mi spiega cosa sta succedendo?» gli chiesi, e lui mi disse che mi avevano cercato tutti, senza trovarmi. Ero diventato irreperibile, ecco la causa principale della loro pena.
«Sono arrivate diverse telefonate qui in albergo, lungo l’intera mattinata. Sia dal tribunale che dallo studio. Hanno detto che la aspettavano per delle pratiche di assoluta importanza. Sua cognata, poi, ha chiamato sedici volte per concordare il suo prossimo colloquio, per non parlare di sua moglie: ben diciotto volte, le abbiamo contate, avvocato. La poverina non riusciva a capire dove si fosse cacciato, quando ha raggiunto l’albergo in taxi, stravolta, faticando a comprendere le motivazioni per cui suo marito, un professionista di grande prestigio e levatura, fosse sparito all’improvviso, senza nemmeno avvertirla. E poi altre persone, per svariate ragioni, l’una diversa dall’altra. Alcuni clienti, uno da poco uscito di galera, che aveva urgenza di sapere se fosse vero che sua moglie si sarebbe dovuta denudare davanti a lei – sono le parole testuali dell’uomo, come la donna gliele ha riferite. L’avrebbe obbligata a denudarsi e a ingozzarsi di gelato, mentre lei la guardava sformarsi, sera dopo sera, avvocato, seduto in poltrona, nel suo studio. E grazie a quel genere di prestazioni, che si sono ripetute per diverse volte, come diceva l’uomo, si sarebbe contrattata la sua libertà – così sua moglie, in lacrime, gli avrebbe confessato, non riuscendo a tenersi tutto dentro, per una questione caratteriale, ma soprattutto intestinale. E adesso il marito pretendeva delle spiegazioni, non credendo possibile che un avvocato del suo calibro non fosse presente in albergo durante l’inaugurazione di una rivista ermetica di cui sarebbe stato un assiduo collaboratore, come ha saputo, ormai da più fonti, tutte affidabili, naturalmente. Era convinto che io gli stessi mentendo per coprirla, quando invece, avvocato, stavo raccontando solo la verità , l’unica in mio possesso. «Davvero non ne so nulla» come ho ripetuto all’uomo inferocito che inveiva contro di me. Prima che attaccasse il ricevitore, gli ho riferito che lei domani lo avrebbe contattato di persona, con la speranza di chiarire e sistemare con calma tutte le sue prestazioni legali e familiari in sospeso, relative alla versione farraginosa della moglie, che a quanto pare è uscita di senno in seguito alla sua confessione… e poi, avvocato, non dimentichi di parlare col poeta della questione della camera matrimoniale per la prenotazione di stanotte, mi raccomando, è importante. Ci sarà anche sua moglie, come ci è stato riferito, e a quanto pare sono rimaste solo camere singole, per via dell’affluenza delle eccellenze dell’ermetismo internazionale presenti all’inaugurazione, con le loro mogli, amanti, parenti con prole, per cui le matrimoniali disponibili sono andate a ruba, purtroppo. Domani ogni cosa ritornerà alla normalità e potrà prenotare una camera doppia per il tempo che desidera. Ma… adesso mi perdoni, avvocato, devo proprio lasciarla. Dia pure a me il suo calice. Come vede siamo nel pieno della serata inaugurale e tutti i poeti mi reclamano. Ci vediamo più avanti» disse il cameriere, prima di svanire nella folla, lasciandomi ancora più stranito e frastornato di come già non fossi, avendo prelevato il mio calice ancora pieno.
Serie: Anatomia sepolcrale di un sogno
- Episodio 1: Sola al mondo
- Episodio 2: Un faro nella notte
- Episodio 3: Battiti nel sole
- Episodio 4: L’inaugurazione
- Episodio 5: In sala Picasso
L’assurdo si mescola all’eleganza del linguaggio. La realtà si sfalda in una spirale grottesca che travolge il protagonista con grazia e umorismo spiazzante.
È proprio così, Lino. Siamo in una fase di sovrapposizioni di più elementi e situazioni, che intessono la loro tela misteriosa attorno a un personaggio che ci sta conducendo senza conoscere quale sia la direzione, così come accade alla lingua della serie e ai suoi esercizi estenuanti di contorsione. Affidandoci alla voce di Gustav, siamo con lui e dentro di lui: nella sua nebbia, nelle sue domande senza risposte, nella sua ricerca di un senso, di una spiegazione. Siamo anche noi dentro la sua tela, come nello sguardo autunnale del cameriere che ritira dalle nostre mani un calice di spumante ancora pieno, senza darci il tempo di bere o di capire il perché. Grazie ancora della tua visita e del tuo commento.