Inconscio

Serie: Il desiderio del jin


    STAGIONE 1

  • Episodio 1: Lapo
  • Episodio 2: Jin
  • Episodio 3: Inconscio

NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Lapo ha incontrato il jin il quale pretende un desiderio.

Fammi capire. Perché hai espresso questo desiderio se sei buddhista e non desideri quasi niente? Vuoi annoiarmi? Sappi che io odio la noia e ho scelto questa vita proprio per questo. Ora non mi rompere i coglioni e desidera qualcosa che staremo una vita insieme.

Oddio! Ora mi è entrato nella testa! Lapo era nervoso, quasi terrorizzato.

Esatto! Vedo che sei più onesto ora. Pensa al potere che hai, poi desidera.

Lapo si guardava nello specchio e a tratti vedeva apparire il volto del genio, si rassegnò: Potrei desiderare qualcosa di buono si disse.

Bah! Che noia! Ma ho un’idea! Scenderò più in profondità dentro di te. Lo so come siete voi buddhisti, mantenete la calma in superficie, ma sotto serpeggiano sempre le correnti dell’uomo vero che soffre e ha mancanze.

«No!» Lapo sentì qualcosa di dolce scendergli in gola, come un vino liquoroso nello stomaco che lo riscaldò, poi sentì un tuffo al cuore, quasi un dolore che durò un attimo.

«Interessante!» ora il genio parlava attraverso lo specchio «Ho visto tante belle cose dentro di te, tanto malessere, tradimento, gelosia, odio e anche morte. Voglio farti qualche domanda. Che bell’anima ferita! Non avrei potuto desiderare di meglio» il genio sghignazzava e si strofinava le mani.

«Sono cose che appartengono al passato, non desidero più niente di quello che hai visto. Cos’hai indagato?» Lapo si sentiva di sfidare il genio, si sentiva purificato da tutto quell’odio. Voleva respingere questo male che gli era entrato dentro come un demone biblico, Buddha lo avrebbe aiutato con la meditazione, doveva concentrarsi.

«Buddha è morto più di duemila anni fa, sei solo con me che sono un jin, sai cosa significa? Dillo tu se lo sai»

«Un dio mi possiede» Lapo pronunciò quelle parole senza neanche accorgersene.

«Ti assicuro che non hai torto e che è davvero un pensiero tuo, che hai dentro.»

Lapo lo sfidò: «Non ci credo, non sei un dio, forse un demone che vuole solo ingannarmi!»

La faccia nello specchio arricciò lo sguardo e divenne d’un tratto rabbiosa: «Mi hai rotto! Posso desiderare anche io qualcosa sai? Come vaporizzarti o farti esplodere le viscere, così muori prima e io mi reincarno prima.»

Questa volta la pace di Buddha non poté calmare la sua mente già invasa. Il jin agitava con la paura i neuroni del cervello che ora possedeva.

«Ti chiedo scusa per averti offeso. Non so come andrà a finire, ho imparato a non desiderare» disse per non lottare più.

Il jin sghignazzò: «Hai calmato solo la superficie, dentro di te si agita una tempesta.»

«Sta di fatto che non ho desideri da esprimere» Lapo si sentiva abbastanza in pace ora, di nuovo, tanto da pensare di poter risolvere subito il problema.

Ormai il tempo dimostrava di essere relativo, come il suo corpo riflesso nello specchio. Era in bagno da ore e i suoi genitori erano andati a dormire, pensando che anche lui facesse lo stesso.

«Che mi dici della tua ex-ragazza? Cosa desidereresti per lei?» il jin aveva uno strano sorriso.

«Che stia bene e viva…»

«Lo sapevo!» il jin era visibilmente eccitato e si agitava «Ci avrei scommesso che avresti detto così. Ti conosco bene ormai,» guardò negli occhi Lapo «ma il tuo inconscio parla in modo diverso.»

Lapo deglutì: «Non puoi dare retta al mio inconscio!»

«So cosa vuoi dire. Non vuoi che lei muoia come volevi prima: è chiaro» Lapo tirò un sospiro di sollievo «ma che ne pensi se subisse quello che hai subito tu?»

Lapo ci pensò un attimo.

«Mi basta questo dubbio.»

«No!» ma il jin aveva già schioccato le dita.

«Il suo ragazzo ha appena incontrato per caso una donna per strada, sarà divertente. Ti informerò di tutto non preoccuparti» e rise di nuovo.

Ora un altro forte sentimento, la rabbia, tentò di invadere la mente di Lapo, ma ci ripensò subito: non era il caso di mettersi contro il jin e poi lei se lo meritava. Decise di andare a dormire.

«Non vedo l’ora di spiare i tuoi sogni, Lapo. Ci divertiremo insieme!» un brivido percorse tutta la schiena del ragazzo.

Serie: Il desiderio del jin


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Discussioni

  1. Ciao, ho una domanda. Ti sei informato e conosci il buddismo o parli per stereotipi? Esistono molte scuole e non tutte insegnano a scappare dai desideri e dalla vita reale. Ad esempio, la frase: “I desideri e le illusioni sono illuminazione” è buddista.
    È sempre meglio non fermarsi alla superficie quando si racconta qualcosa. Se una storia di fantasia ha elementi reali e credibili è decisamente più interessante e piacevole da leggere. Non prenderla come una critica, solo come uno spunto di riflessione.

    1. Non conosco il buddismo come lo conosci tu. Ho letto tanto e praticato la meditazione. Non sono buddista, ma alcuni desideri sono leciti, mentre altri sono dannosi. In questo racconto si parla di questi ultimi.

    2. È vero, si tratta di una frase buddista, ma non del Buddha. Sarebbe come attribuire a Gesù una frase detta da un Papa del 1100. L’illusione è Maya, e come tale va superata. Nichiren disse quella frase perché “desideri” e “illusioni” possono essere usati come strumenti per l’illuminazione. Proprio come il piombo serve agli alchimisti per creare l’oro — ma non sono l’oro.

      1. Non ho detto di chi è la frase che, infatti, appartiene al buddismo di Nichiren Daishonin. Ho solo specificato che esistono numerose correnti e che i buddisti non sono solo i monaci che meditano lontano dalla vita di tutti i giorni. Né ho mai detto che i desideri siano il fine ultimo.

        1. Forse il desiderio è illuminazione nel suo superamento o nel distaccamento da esso. Diceva un altro buddhista, non ricordo il nome, che i pensieri sono come le nuvole, bisogna farli passare affinché torni il sereno. Ma ci sarà sempre qualche nuvola in cielo e qualche onda nel mare sottostante.