Io. Me e forse Martina
Serie: Ho guardato sotto il letto (forse non dovevo)
- Episodio 1: Io. Me e forse Martina
STAGIONE 1
IAnima travagliata, corpo torturato, spirito irrequieto, identità annientata, stato immutabile.
Ti ricordi chi eri? A tratti.
Senti il peso del tuo corpo? O stai fluttuando? I flutti delle onde che si infrangono incessantemente sulle scogliere.
Senti le tue mani? Senti le tue gambe, i polsi. la tua fronte; la tua aspra lingua dalle dolci labbra? Ci sei o ci fai? ti cerco da tempo, sai.
Sei un disastro? Così ti dici, così continui a ripeterti ripetutamente. Come posso averlo permesso e di chi è la colpa? E’ tua Martina? Cos’ho fatto per meritarmi tutto questo? Ma ti sei vista? Martoriata come un randagio maltrattato da monelli;
Un corpo esausto, come quello di un pugile all’angolo, raggomitolato senza forze. Sei alla ricerca di qualcuno? Dove sei? Riesci a vederti in mezzo a questo caos? Ricerchi nel buio e le sicurezze delle coperte. Riesci a desiderare un po’ di luce? Respiri, almeno, otto le coperte? Casa ti è rimasto? Ti basta per tornare a una vita meravigliosa e piena di soddisfazioni?
Da affrontare con il cuore rinvigorito e la mente risvegliata, non con tagli, colpi e bruciature. Vuoi vivere? Come ti vedi ora? Osserva il tuo corpo: toccati le gambe e le mani, la fronte; crateri e fossi si intrecciano su una pelle un tempo candida e innocente. I tempi stringono e ho bisogno di te; che ti voglia bene; che ti rispetti per l’essere unico che sei. Anche se un’ombra ti è calata sugli occhi, io intravedo una luce di speranza; nei tuoi occhi vivaci, nel tuo sorriso radioso capace di abbracciare i cuori. Smettila di autodistruggerti e sabotarti. Piantala di fingere che la malattia non ti stia consumando. Smettila perché non lo meriti. Non è tua la colpa.
Puoi imparare a volerti bene. Permettimi di volertene. Non vado da nessuna parte, resto con te, non ti abbandono.
Serie: Ho guardato sotto il letto (forse non dovevo)
- Episodio 1: Io. Me e forse Martina
… “Love is not a victory March”.
Emozionante… commovente. C’è una voce in noi che non smette mai di parlarci: il tema del “doppio” ritorna in versione salvifica con un tocco lieve, femminile. Bellissimo.
Una malattia, forse l’anoressia, ma non è poi importante saperlo. Ciò che conta davvero è la promessa: <<<…resto con te, non ti abbandono…». La sferzata finale, il rimedio sovrano… la mano divina che scende dall'alto.
Sono un grande appassionato di musica, quando qualcosa mi piace davvero la memoria si accende e, come nel cielo notturno, di colpo una meteora lascia la sua scia… Hallelujah, cover di Jeff Buckley, in un verso che vale tutto il brano e le belle righe dell'autrice: .
Tiranneggiata da due parti….narra nella sua mente il pensiero che continua a pensare, involvendosi in sè, in un percorso sempre più buio…..
Il suo procedere lento ci permette di dare peso e valore ad ogni parola, ad ogni pensiero….tutto è vivo, sofferto, complesso, intenso, significativo…..vissuto costantemente tra l’identificarsi e il distanziarsi, su un filo di realtà e follia…..