
Johanna
Serie: Vilhelmiina
- Episodio 1: La parola ai cattivi
- Episodio 2: Come sorelle
- Episodio 3: Il libro proibito
- Episodio 4: Il sogno
- Episodio 5: La partenza di Maria
- Episodio 6: Johanna
- Episodio 7: Principati e potenze
STAGIONE 1
Il 1° agosto 1914 la Germania dichiarò guerra alla Russia. La Finlandia, essendo parte dell’Impero russo, fu coinvolta nel conflitto.
Furono reclutati diversi uomini finlandesi per servire nella guerra, soprattutto coloro che avevano già fatto il servizio militare, tra cui Heikki. Infatti, il 5 agosto, ricevette anche lui la lettera di arruolamento.
Tutto accadde velocemente e, senza che me ne rendessi conto, arrivò il giorno della sua partenza.
Ero terrorizzata, pensavo che l’avrei perso. Anzi, ne ero certa: quel giorno gli dissi addio con la consapevolezza che non l’avrei mai più rivisto. Lui cercava di incoraggiarmi: «Tornerò, vedrai», mi diceva. Ma io sono sempre stata pessimista. Sin da bambina, ogni volta che si presentava la possibilità di un cambiamento, mi preparavo psicologicamente agli scenari peggiori. Così, anche quella volta, quando lui se ne andò, mi guardai allo specchio vedendo già una povera vedova.
Dopo la sua partenza, trascorsi i primi giorni chiusa in casa, in lacrime per quasi tutto il tempo.
La mia vicina, Johanna, non vedendomi uscire nemmeno una volta in cortile, si preoccupò e bussò alla mia porta.
«Non sono venuta prima per non disturbare, ho saputo della partenza di Heikki. Ti ho portato la torta di mele.»
«Non era necessario, ma grazie. Vieni, entra.»
Johanna era sposata da cinque anni e viveva nella casa accanto alla nostra, insieme al marito e ai loro due figli. Suo marito Henrik era un medico, lei invece lavorava in casa come sarta. Viveva con loro anche una governante che, oltre alle faccende domestiche, si occupava dei bambini.
La feci accomodare in sala da pranzo e andai a preparare il caffè. Quando tornai con le tazze fumanti, la trovai in piedi ad osservare un vecchio dipinto appeso al muro.
«Era di mia madre. Lo dipinse lei da ragazza, quando ancora viveva al nord.»
«Ma è meraviglioso! Tua madre era un’artista. I colori dell’aurora boreale sembrano uscire fuori dalla tela. E poi le cime degli alberi, hanno un aspetto così reale.»
«Sì, era brava. Peccato che io non abbia ereditato il suo talento, mi sarebbe tanto piaciuto saper dipingere.»
«Ognuno ha i suoi talenti.»
«Mi domando quale sia il mio, non sono mai stata brava in niente.»
«Non dire così. Adesso sei triste e vedi tutto nero, ma è solo un brutto periodo. Quando Heikki tornerà a casa e la guerra sarà finita, si sistemerà ogni cosa.»
Ci sedemmo per bere il caffè e mangiare la torta di mele.
«Comunque, un talento ce l’hai di certo. Ti ho sentito cantare in chiesa e hai una voce invidiabile».
Come avrà fatto, tra tutte le altre voci, a sentire proprio la mia?
«Verrai a messa domani?»
«Ma sì, certo.»
«Bene, allora ci vediamo lì. Riguardati e non esitare a chiedere, se dovessi avere bisogno di qualcosa.»
«Sei molto gentile, grazie.»
Non saprei dire, con esattezza, cosa mi infastidisse di lei. Una ragazza giovane, molto carina, con un marito facoltoso e due adorabili bambini. Che fosse invidia la mia? In fondo lei aveva tutto ciò che io desideravo. Sì, probabilmente la invidiavo un po’, ma non era solo questo. Il suo bel viso non lasciava intravedere la sua anima: la guardavo negli occhi e non riuscivo a vederci nulla, erano totalmente inespressivi. Ogni sua parola, poi, seppur gentile, aveva un retrogusto amaro. Chiunque, in sua presenza, si sentiva in soggezione, come se l’aspetto e il ceto sociale avessero il potere di elevarla, anche fisicamente. Insomma, io ero più alta di lei, almeno di dieci centimetri, eppure Johanna riusciva comunque a guardarmi dall’alto in basso.
Finimmo di bere il caffè e mangiare la torta, poi lei si congedò e mi ritrovai nuovamente sola in casa. Quando tornai in sala da pranzo, vidi il quadro di mia madre che pendeva da un lato, così andai a raddrizzarlo. Mentre lo ammiravo e notavo che in effetti l’aurora boreale sembrava muoversi, se la si fissava a lungo, avvertii qualcosa alle mie spalle. Non mi voltai, ma con la coda dell’occhio vidi qualcuno attraversare rapidamente la porta. Mi era già capitata una cosa simile, più volte. Attribuii il fatto alla stanchezza e all’apprensione di quei giorni, e lo ignorai. Pensai che a volte la mente può ingannare e che in casa non poteva esserci nessuno, a parte me.
Quella sera andai a letto presto, anche per evitare il buio: le ultime luci del giorno mi avrebbero accompagnato dolcemente nel mondo dei sogni, e avrei così evitato di immaginare esseri spaventosi nascosti nelle tenebre.
Serie: Vilhelmiina
- Episodio 1: La parola ai cattivi
- Episodio 2: Come sorelle
- Episodio 3: Il libro proibito
- Episodio 4: Il sogno
- Episodio 5: La partenza di Maria
- Episodio 6: Johanna
- Episodio 7: Principati e potenze
Ciao Arianna, un episodio molto bello e interessante. Ho l’impressione che stai sparpagliando indizio, utili per lo sviluppo della storia. La presenza appena percepita ha stuzzicato la mia curiosità. Brava 👏👏
Sì, ci sarà qualche indizio anche nel prossimo episodio 😊 Grazie, Tiziana ❤️
Sono curiosa di conoscere meglio Johanna e di scoprire qualcosa di più sulla strana presenza in casa. Due elementi che accrescono l’ interesse per questa storia che sembra vera, nonostante il genere fantasy in cui l’hai inserita.
Grazie cara❤️ Sì, ero indecisa sul genere ma, dato che Vilhelmiina sta raccontando tutto dall’oltretomba (e anche per ciò che accadrà nei prossimi episodi 😅) mi è sembrato più adatto il fantasy. E, come dicevamo prima, non so ancora esattamente in che modo descriverò i fatti che già vedo nella mia testa, ma metterli nero su bianco è un altro discorso 🙈😅 Vedremo…
Questo episodio mi mette sul chi va là, come se ci fosse un elemento incisivo nella storia che ci attende.
Accadrà qualcosa, in effetti 🙂 Grazie di aver letto anche questo episodio ❤️
Ciao Arianna, altro episodio riuscito. Interessante questo nuovo personaggio e le sensazioni che suscita nella protagonista, per non parlare del finale. Mi hai procurato un brivido, bravissima!
Ciao Melania, grazie ❤️
“Non mi voltai, ma con la coda dell’occhio vidi qualcuno attraversare rapidamente la porta.” Da ragazza ho sentito dire che per vedere qualcosa che avvertiamo alle nostre spalle bisogna guardare con la coda dell’occhio. La storia sta prendendo una svolta interessante e il fatto che sia ambientata nel passato mi affascina. Brava, Arianna!🙂❤️❤️
Grazie Concetta ❤️🥰
Intenso e suggestivo: tra dolore e mistero, un racconto che cattura fino all’ultima riga.
Ciao Lino, grazie mille🙂
È un bell’episodio, Arianna. Arriva la guerra, annunciata nel precedente, e un nuovo elemento misterioso che parallelamente si va delineando. Bello il dialogo con la vicina e la riflessione conseguente di Vilhelmiina. Grazie per la lettura
Ciao Paolo, grazie a te 🙂