
Katia
Serie: IL TRENO DELLE ANIME
- Episodio 1: Il piano – 1
- Episodio 2: Il piano – 2
- Episodio 3: Sabato 29 marzo
- Episodio 4: L’incontro con la madre
- Episodio 5: Il processo e il carcere
- Episodio 6: Mario
- Episodio 7: Lo scarafaggio
- Episodio 8: La proposta
- Episodio 9: La prova
- Episodio 10: Il concerto
- Episodio 1: Il sogno
- Episodio 2: Sara
- Episodio 3: Il Santo Graal
- Episodio 4: Michele
- Episodio 5: Il professore
- Episodio 6: L’incontro con Gigi
- Episodio 7: L’inquisitore
- Episodio 8: La rabbia di Nico
- Episodio 9: La lupa
- Episodio 10: Gorka
- Episodio 1: Marie
- Episodio 2: La chiromante
- Episodio 3: La pergamena
- Episodio 4: L’ultima notte
- Episodio 5: Tonio
- Episodio 6: L’epilogo della storia di Nico e la storia di Manuel
- Episodio 7: Alex
- Episodio 8: Conchiglie e sassolini
- Episodio 9: La roulette russa
- Episodio 10: Il racconto della vecchia signora
- Episodio 1: Katia
STAGIONE 1
STAGIONE 2
STAGIONE 3
STAGIONE 4
Manuel pensò e ripensò alle parole della vecchia signora, ma non sapeva in che modo farsi ascoltare da Katia.
Anche Katia rifletté a lungo. La confessione di Manuel l’aveva spaventata, ma anche se era stato violento, adesso avvertiva in lui un forte cambiamento. Guardava il braccialetto con le conchiglie che indossava e con un dito lo girava intorno al polso, così come faceva con un suo pensiero: “Manuel merita almeno un saluto prima che partiamo”.
Decise di avere un ultimo confronto con lui.
Camminava nel centro di accoglienza tenendo per mano Alex. Non riusciva a trovare Manuel; chiese a più persone, ma nessuno quella mattina l’aveva visto.
Sentì un’esclamazione: «Mamma mia, questo Manuel: tutti, anzi, tutte lo vogliono e tutte lo cercano… sembra il “Barbiere di Siviglia”… mah». Si voltò e vide due vecchie signore sedute alle sue spalle. Una di loro fumava; Katia sorrise e la salutò con un cenno della testa.
«È lei che ha detto che cercavano Manuel?»
«Sì, ma non so se l’ho mai visto… forse, se mi dice com’è, la posso aiutare.»
«Ha circa quarant’anni, è piuttosto alto e muscoloso e ha i capelli neri.»
«Ah, ecco perché lo cercano.»
Katia inarcò un sopracciglio e sorrise forzatamente.
«Sì, ma non è bello.»
La signora diede un tiro alla sigaretta e, guardando in alto, espirò il fumo.
«Mah? Sarà il brutto che piace… comunque ho capito: è il meccanico… poverino, dopo una notte insonne, ancora lavora… l’officina è laggiù, vede? Si vede anche Manuel.»
«Sì, vedo, allora aspetto che abbia finito.»
Alex, che aveva riconosciuto Manuel, lasciò la mano di Katia e corse da lui.
«Alex, non ti allontanare!»
«Non si preoccupi, signora, le porte sono chiuse, non può uscire. Lei intanto si sieda accanto a me e si riposi.»
Il bambino entrò nell’officina. Manuel era intento a revisionare un’autoambulanza. Si spostava con il carrello sottomacchina da sotto a fuori l’autolettiga; nel fare questo, vide Alex, che era chino sul pavimento e lo guardava.
«Da dove sei spuntato? Alex, torna dalla mamma… non puoi stare qui e io sto lavorando.»
Alex tese le mani: in una stringeva una macchinina e nell’altra una piccola ruota.
«Che c’è? Si è rotta? Alex, io non so aggiustare i giocattoli.»
Alex guardò l’autoambulanza, poi fissò la macchinina e la ruota.
«Hai ragione: starai pensando: “Ma che meccanico del cavolo sei?”… Dai, dammi questa macchinina; dopo, però, vai via… non farmi gridare… altrimenti, poi, a te prende il coccolone, a me pure… e dopo mi chiamano pure orco… ecco fatto.»
Alex lo guardava.
«Che vuoi ancora? La fattura? Non posso: non ho la partita IVA… e poi non mi hai pagato.»
Alex si allontanò e fece correre la macchinina verso Manuel.
«O’ Signore… ma perché, invece di perseguitarmi tu, non lo fa tua madre?… così saremmo contenti tutti… dai, afferrala tu adesso.»
Manuel, con gli occhi, guardava Alex, ma con la mente sentiva e vedeva altri due bambini che giocavano su un tavolo.
“Brum, brum, prendila, non farla cadere.”
“Adesso tu.”
“Brum, attenzione che arriva.”
“Ora la faccio correre come una Ferrari.”
“No, così cade… hai visto che è caduta, si è rotta… sei cattivo, l’hai fatto apposta.”
“Non l’ho fatto apposta e non piangere… non voglio un amico piagnone… adesso vado via e non torno più… piagnone.”
“No, non andare via… io voglio essere tuo amico… non piango più… lo giuro.”
«Ma perché non vai via dai miei pensieri? Lasciami un po’ di pace.»
Manuel si passò le mani sporche di grasso sul viso e continuò a giocare con Alex. Non si era accorto che Katia, di nascosto, aveva visto e ascoltato tutto. Adesso sapeva cosa dire a Manuel.
«Ecco dov’eri. Perché dai sempre fastidio a Manuel?»
«Alex non è un fastidio… anzi.»
«Che hai combinato? Hai gli occhi rossi e il viso nero di grasso… sembri il diavolo.»
«Forse per qualcuno lo sono veramente.»
«Manuel, ti volevo chiedere scusa per ieri. Sono stata impulsiva… devi capire: Alex è mio figlio, ma adesso ho compreso. Eri spaventato e te la sei presa con Alex. Lui non può capire il male alla sua età, come tu non puoi sapere come si tratta un bambino… forse è anche Alex a essere molto sensibile; magari un altro bambino avrebbe pianto, gridato, ma non sarebbe svenuto. In un contesto come quello che è capitato a te non si può pretendere di essere santi. Manuel, ascolta, noi domani partiamo; te lo dico per l’ultima volta: parti anche tu.»
Manuel guardò Katia, abbassò lo sguardo per un attimo, poi tornò a fissarla.
«Ma… posso… venire con voi?»
«Ma certo che vieni con me e Alex. Dai, fatti pulire questo viso.»
La sera, Katia e Manuel parlarono a lungo; Alex già dormiva. Lui raccontò della sua vita senza segreti, poi restò per un po’ in silenzio. Guardò Katia.
«Sei contenta di andare a vivere in Italia, tu e Alex?»
Katia diventò triste.
«Perché hai detto “tu e Alex”? Tu non resti con noi?»
«Sì… certo.»
«Sembra che mi stai facendo un favore.»
«No, al contrario, sei tu che lo fai a me. Però…»
«Però cosa?»
«Non devi sentirti in debito con me per niente.»
«Io ti devo molto, ma non è per questo che sono qui a parlare con te. Ho capito male… non dovevo insistere. Mi dicevo: “Manuel non pronuncia quelle due parole perché non è abituato ai sentimentalismi e io devo fare lo stesso. Piccoli, ma significativi, particolari bastano; non c’è bisogno di parole precise e scandite”. Invece, dovevo pronunciarle quelle due piccole parole, non mi sarei illusa… e non avrei perso tempo.»
«No, non ti sei sbagliata sui miei sentimenti… È che sono confuso, meravigliato… non me lo aspettavo.»
«Perché mio marito è morto neanche due mesi fa e io già penso al futuro?… Tra me e il padre di Alex non c’era più niente… neanche vivevamo più insieme. Quel giorno Alex doveva uscire solo con il padre, ma ha preso la mia mano facendomi capire che anch’io dovevo andare con loro. Oppure stai pensando che sto cercando un padre per Alex? Ti sbagli di grosso… certo, i bambini dovrebbero avere entrambi i genitori… ma posso farcela egregiamente da sola. Non sei ancora convinto? Cerchi ancora la verità? Va bene, l’avrai, nuda, senza veli e fronzoli… aspetta solo un attimo che controllo Alex di là se dorme.»
Manuel non rispose.
Serie: IL TRENO DELLE ANIME
- Episodio 1: Marie
- Episodio 2: La chiromante
- Episodio 3: La pergamena
- Episodio 4: L’ultima notte
- Episodio 5: Tonio
- Episodio 6: L’epilogo della storia di Nico e la storia di Manuel
- Episodio 7: Alex
- Episodio 8: Conchiglie e sassolini
- Episodio 9: La roulette russa
- Episodio 10: Il racconto della vecchia signora
Ohh che bello, allora Manuel partirà con loro ❤️ Mi piace 🥰
Si, Manuel partirà con Katia e Alex. Katia è una donna forte e non demorde. Grazie per il commento, Arianna🙂😘
Siamo arrivati al punto in cui Manuel e Katia fanno i conti con i propri sentimenti. Il dialogo è intenso e mostra due personalità in perenne contraddizione. Sono curiosa di vedere come va a finire. Brava 👏👏👏
Come dici tu, Katia e Manuel sono due personalità contrastanti. Manuel ha molti pregiudizi su se stesso; trova strano che una donna come Katia sia attratta da lui e quindi fa un passo avanti e due indietro, ma lei troverà le parole per farsi capire. Grazie infinite per il commento, Tiziana🙂😘