
La Cupola
Serie: La Cupola
La cosa più difficile si è rivelata trovare le parole giuste – pesanti, ponderose, voluminose. E soprattutto – precise, perché qualsiasi errore poteva costare la libertà. Alle parole bisognava abituarsi – sentirne il peso, studiarne tutte le sfaccettature, conoscerne i difetti e i vantaggi. Comporre con esse centinaia di mosaici, fissarli, disporli nell’ordine giusto.
Poi bisognava nasconderle – se qualcuno avesse scoperto le sue intenzioni, avrebbe subito dato l’allarme e la Cupola buia e muta sarebbe diventata irraggiungibile. Non poteva permettere che accadesse, perciò cercava di calcolare ogni passo. E questo peggiorava solo le cose. Perché le parole impregnavano la pelle, come veleno, lasciando cicatrici profonde.
«Ti odio!» suonava come una condanna. Come se qualcuno, con stivali infangati, calpestasse sull’asfalto un fiore tenero, appena sbocciato.
«Mostro!» colpiva come un bisturi affilato, infliggendo ferite profonde, recidendo gli ultimi resti di speranza, individualità e fiducia in sé stessi.
«Vattene!» baciava come uno schiaffo sul viso, lasciando sulle guance segni scarlatti, simili a petali rossi.
Tutte le parole erano insopportabilmente offensive, piene d’odio e, allo stesso tempo, le più usate. Con esse si costruivano case, scuole e uffici. Venivano offerte, in forma di dichiarazione, incorniciate con eleganza, alla persona amata. Ce n’erano talmente tante che giacevano per strada come rifiuti. Rifiuti che nessuno voleva eliminare e che era vietato toccare. Perché la Cupola vedeva tutto.
Si diceva che, un tempo, le parole fossero leggere e colorate. Che volassero in alto, molto in alto, e facessero sorridere le persone. Che aiutassero a credere, sperare e amare. Ma era davvero così? Quando si formò la Cupola, le parole buone caddero a terra come pioggia di pietra e si mescolarono al fango. Anno dopo anno si spensero, persero forma, finché scomparvero del tutto. E poco a poco la gente se ne dimenticò, come dei propri sogni.
La Cupola. Riesce a sentire adesso i suoi pensieri? A percepirli? Oppure, certa della propria incrollabilità, si è addormentata?
Chi lo sa…
Serie: La Cupola
Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Fantasy
Bello, mi è piaciuto!
Grazie mille! Spero che anche i prossimi episodi ti piaceranno. L’idea non è ancora ben definita, però il tuo commento positivo mi dà molta carica!☺️
Davvero molto interessante questa personificazione delle parole e questo enorme potere che attribuisci loro nel tuo incipit. E, per la verità, nulla di più vicino alla realtà. Le parole fanno male, feriscono, ma anche confortano, amano e cosa faremmo se ce le portassero via? Se qualcuno avesse la pretesa di accaparrarsele e distribuirle all’uso a proprio piacimento? Davvero un interessante inizio serie.
Grazie mille per le tue bellissime parole! Io personalmente do tanta importanza alle parole, soprattutto a quelle che vanno usate nei momenti di rabbia. Purtroppo non riesco a dimenticare mai le cose che mi sono state dette, e le porto come un sacco pieno di sassi lungo la mia vita. Quindi, per un attimo, ho pensato: come sarebbe il mondo con la possibilità limitata di scegliere le parole? L’umanità si adattasse come sempre, oppure si ribellerebbe? Comunque, l’idea di questa serie non è ancora ben chiara. Però sono veramente sorpresa dai commenti che ho ricevuto. Grazie!
Nella Cupola vedo la metafora di una società. (Ovviamente è una mia personale interpretazione.) Non avere più libertà di mostrare i propri sentimenti, per paura di essere etichettati come poco realistici e troppo deboli. In fondo, è tipico delle dittature togliere la libertà di parola, e non sempre i divieti vengono dal potere costituito. I grandi poteri, quelli che schiavizzano per secoli, usano le parole, si nascondono nei rapporti personali e finiscono per diventare dettami. Brava Karina.
Grazie mille!
Sì, potrebbe essere la metafora di una società, ma non lo è. Però mi rendo conto che l’idea può essere interpretata in modi diversi, ed è una cosa bellissima (per me). Per il momento la storia non è ben definita, però so già cosa succederà. Spero che il finale sorprenderà😊 🤞🏻
C’è tanto di vero in ciò che scrivi, a partire dal passaggio che ho evidenziato (bellissimo). C’è questa cupola che mi incuriosisce…
Grazie! Praticamente, un giorno mi è venuta l’idea e ho pensato: perché no? Tutto questo è stato scritto sul telefono durante la pausa pranzo, come una bozza. Però, rileggendo, non ho voluto cambiare niente. E probabilmente ho fatto bene, visto che il primo episodio ti è piaciuto.
“Con esse si costruivano case, scuole e uffici. Venivano offerte, in forma di dichiarazione, incorniciate con eleganza, alla persona amata”
Bellissimo passaggio
Grazie mille! ☺️