La fine della strada

Serie: La storia di Maddalena


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Grazie a Rocco, Maddalena scopre che il prossimo non sempre ti vuole fottere.

È stato Rocco a convincermi. Lui ci credeva più di me. Sapeva che non sarebbe stato semplice, ma aveva un piano.

«Dì al Principe che sei malata» mi disse una sera, mentre mi stringeva tra le sue braccia. «Conosco una dottoressa. Una mia amica. Ti farà un certificato. Nessuno ti vorrà più toccare.»

Io non sapevo se crederci. Il Principe non era uno che si fermava per così poco. Ma Rocco era sicuro. E quando lo guardavo, sentivo che forse, forse per una volta, qualcosa avrebbe funzionato.

La dottoressa si chiamava Elisa. Una che Rocco si era scopato. Me lo disse senza girarci intorno, e non mi importava. Aveva i suoi fantasmi, come me. Elisa mi visitò, ma sapeva già cosa fare. Mi diede un certificato, con una diagnosi che fece suonare tutto più vero di quanto fosse.

«HIV» disse «non ti toccherà più nessuno.»

Il Principe non prese bene la notizia. Lo vedevo nei suoi occhi. Mi guardava con disgusto, come se fossi diventata spazzatura. «Sei fottuta» mi disse, senza mezzi termini. Non mi toccò più. Non mi prese con la solita brutalità che usava una volta al mese. Stava lontano da me, come se fossi avvelenata.

Anche i suoi scagnozzi smisero di toccarmi. Mi evitavano, facevano finta che non esistessi. E per la prima volta nella vita, mi sentii libera.

Sapevo che era solo temporaneo, che il Principe avrebbe comunque preteso dei soldi per lasciarmi andare. Ma Rocco era pronto. Trovò i soldi, non so come, e pagò. Potevo andarmene.

Pochi giorni dopo, arrivò la notizia. Il Principe era morto. Lui e i suoi uomini erano caduti in un’imboscata. Gli albanesi li avevano crivellati di colpi. Una pioggia di proiettili che non aveva lasciato nessuno vivo.

Ero stata fortunata. Se fossi rimasta con lui, ora sarei carne morta. Gli albanesi non avrebbero mai lasciato viva una come me. Le loro ragazze non scappano mai. Piuttosto le bruciano vive. Ma io ero già fuori. Io ero libera.

Rocco mi tenne con sé. Per la prima volta, non avevo più paura. La mia vita sulla strada era finita, e con essa, tutto quello che avevo conosciuto fino a quel momento. Mi trovai un lavoro come cameriera in un piccolo ristorante. Un lavoro vero.

Ogni tanto qualcuno provava ad allungare le mani. Ma ora sapevo come tenerli al loro posto. Non ero più la ragazzina fragile che si lasciava schiacciare da chiunque. Ero una donna.

Ma non mi bastava. Volevo di più. Decisi di iscrivermi all’università. Non volevo solo sopravvivere. Volevo vivere. Volevo fare qualcosa di buono. Volevo diventare infermiera.

Il giorno in cui iniziò la mia nuova vita fu come un risveglio. Mi alzai presto, come sempre. Mi preparai con cura, indossai abiti semplici, normali. Come una ragazza della mia età. Per la prima volta, mi sentii come una di loro.

Avevo venticinque anni, ma sentivo di aver vissuto il doppio. Avevo visto troppo, sentito troppo. Ma ora ero pronta a lasciarmi tutto alle spalle. Quando uscii di casa, l’aria era fresca, e sentii una strana leggerezza nelle gambe, come se stessi finalmente camminando verso qualcosa di nuovo.

Quando entrai nell’aula, mi guardai intorno. Era tutto diverso. Le facce dei ragazzi, i suoni, le voci. Non appartenevo più a quel mondo di dolore e oscurità. Ero pronta a cambiare. Sapevo che il passato non sarebbe mai sparito. Ma ora potevo guardarlo da lontano, senza farmi trascinare di nuovo dentro. Non sarei mai più stata una puttana.

Ero finalmente una donna.

Serie: La storia di Maddalena


Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Un lieto fine assolutamente meritato, anche se più volte la storia sembrava orientata verso un finale ben diverso.
    Sono contento di averla letta e tu sei stato molto bravo a scriverla in maniera così coinvolgente.

  2. “Mi evitavano, facevano finta che non esistessi. E per la prima volta nella vita, mi sentii libera.”
    Un passaggio che racconta bene la disperazione vissuta nella “vita precedente”.

  3. Una storia cruda dal primo capitolo all’ultimo, il lieto fine è quasi catartico e ci ricorda che, con un po’ di aiuto ogni vita puo’ migliorare.