LA FONTANELLA
Fino a stamattina ancora mi sentivo sulle guance la scia lasciata dalle lacrime di quel giorno. Ricordo pure le mie scarpe inzuppate d’acqua. Il mio piccolo ombrello mi riparava appena. La mia macchina poco lontana, sola, come solo ero diventato io. Piangevo, e le mie lacrime si confondevano con la pioggia, sembrava quasi che il cielo soffrisse con me. Lo fece ancora per tutto il giorno e come me anche per tutta la notte. Poi il sonno mi portò con se e al mio risveglio mi sorrideva il sole, ma io non sorridevo a lui. Negli occhi vedevo solo te che mi dicevi che la nostra storia era finita.
Alle tue parole rispose un tuono, e il mio pianto. Io no. Non trovai le parole, perse tra la rabbia, la tristezza e lo stupore. Come in una scena di un film, mi rivedevo solo in quella via, con te che sali sulla tua macchina e te ne vai, via, lontana e per sempre. Era una sera di un freddo Febbraio, di un lungo inverno. Ed ora solo quella scia mi è rimasta. Unica traccia di quello che eravamo stati, destinata a sparire per lasciare spazio a un enorme sorriso, come la pioggia che ha fatto largo a un caldo sole, come l’inverno che ha lasciato la scena a una bollente estate.
Ma adesso è arrivata l’estate con il suo tempo per le vacanze, per il sole, per i sorrisi e sopratutto per gli amori. Hai perso il giro, come si usa dire in gergo giovanile, i miei amici sono già tutti in vacanza, chi con la morosa, chi in compagnia. C’è chi invece è ancora sul lavoro, come Danilo, che mi raggiungerà tra tre giorni. Da ora in avanti non mi faccio nessun scrupolo, mi sono detto e così sono partito da solo. Ho le ferie in questo periodo e non poso spostarle, e non voglio perdermi due settimane di mare. Partito di mattino presto per non fare code sotto il sole, valige in spalla e via! Il sole mi aspetta, non solo per abbronzarmi lo voglio sfruttare, non per finire arrostito nella mia povera Panda verde marcio rubata questa mattina a mia madre. La mia macchina era asciutta d’olio e così ci penserà lei a rigenerarla, visto che non le resta altro mezzo di trasporto se non la bicicletta. Ho fatto la scelta giusta, la strada è piuttosto libera e dopo quattro ore, il mare. Anche il viaggio in solitaria e senza autoradio mi fa stare bene.
Benvenuti a Chiavari, dice il cartello e io lo ripeto nella mia mente schiacciando l’occhio a una bionda che mi saluta su di un cartellone pubblicitario. Sono le dieci del mattino, e il via vai di turisti è già a pieno ritmo. Conosco Chiavari al meglio. Fin da piccolo era per la mia famiglia tappa delle nostre vacanze, forse da quando avevo sei anni, non abbiamo saltato una vacanza a Chiavari, appuntamento fisso ogni mese di Luglio. E ora che di anni ne sono passati venti, non posso che continuare la tradizione. Penso intento a guidare, che da bambino aspettavo le vacanze a Chiavari per poter nuotare, giocare sulla spiaggia nella totale ingenuità, e proiettavo la mia mente a tanti anni in avanti, a quando con mia moglie avrei portato mio figlio a giocare dove giocavo io. E invece arrivo solo. Eccomi al mio albergo. Mi accoglie la signora Lucia.
“Roberto ben arrivato” e mi bacia due, no tre volte, stringendomi tra quelle braccia non certo da modella. Gli altri clienti dell’albergo, si domandano chi mai fossi per ricevere una tale accoglienza, forse un figlio tornato da chissà quale guerra. Una volta divincolato dal caloroso abbraccio, saluto il resto del personale, e mi presentano una nuova arrivata, Manuela. La signora Lucia con il garbo che le era consueto, si guarda bene dal nominare Vanessa la mia ex, il fatto che ho prenotato una camera singola le ha fatto capire ogni cosa. Sa che sarei stato io se avessi voluto, a parlargliene, ma io non le dirò nulla, chissà forse per voler scacciare ogni fantasma da quella vacanza. Salgo in camera, apro la porta e subito mi assale un profumo di pulito. Il sole entra appena tra le persiane accostate. Abbandono le mie valige sul pavimento, e spalanco le persiane. Il mare è di un blu più intenso, un’immensa distesa libera da confini, che accoglie tra le sue calme acque, decine di barche a vela che lo decorano con i loro colori.
Sorrido a quel panorama. Sorrido al mondo. Svelto svuoto i miei bagagli. In fretta e con precisione riempio il mio zaino di cose che mi servono strettamente in spiaggia. Settimana enigmistica, “La casa dipinta”, l’ultimo libro di Jonh Grisham, abbronzante, ciabatte, Walkman con cuffie, Claudio Baglioni e un telo da mare rubato pure lui a mia madre. Fischiettando “Via”, scendo le scale, passo per la cucina salutando tutti e prendendo dal frigorifero due bottiglie d’acqua naturale.
Sono uscito dall’albergo da pochi secondi, il troppo caldo, porta la voglia di farmi un bagno, in cima ai miei pensieri. “Bagni Luca il bello”. Luca lo conosco dai tempi delle mie prime vacanze, era il mio compagno di giochi preferito, ora anche lui è diventato grande, ha ritirato l’attività da suo padre, come aveva sempre detto. Mi vede prima che io veda lui. Mi saluta calorosamente come la signora Lucia, ma per lo meno senza baciarmi. Lui a differenza di me, è già abbronzato, io che in confronto sembro una mozzarella. Ci siamo sentiti per telefono il giorno prima, ci tenevo ad avvisarlo del mio arrivo, e lui a svolgere il suo dovere. “Vedrai è bellissima, e non è fidanzata, è qui con sua madre e suo fratellino. È arrivata ieri e se ne va fra tre settimane.”
Sapevo che Luca era un amico. Gli ho spiegato di Vanessa venti giorni dopo quella sera. Mi assicurò che non appena fossero arrivate le ferie, ci avrebbe pensato lui a farmi dimenticare Vanessa. “Sì ma adesso andiamo perché se sto qui con te la mia cara vicina di ombrellone, me la vedo portar via sotto il naso.”
Volevo chiedergli come sapesse che non è fidanzata, ma come già altre volte mi avrebbe risposto, che il trucco i maghi non lo svelano mai.
“Oh volevo farla mia, ma poi ho pensato che tu la meriti più di me… Scusami devo andare”
“Sì ma dove…?”
“Avanti dieci metri proprio davanti alla fontanella ci sono ombrellone e sdraio… eccomi signora sono tutto suo mi dica.” Lo guardo pavoneggiarsi con una signora, che desidera farsi spostare l’ombrellone, la solita scusa per tenerselo un po’ vicino. Scrollo la testa sorridendo, e vado al mio pezzo di spiaggia riservato. Davanti alla fontanella. Che meraviglia pensai.
Arrivato al mio posto deposito il mio zaino, apro l’ombrellone e poi lo sdraio. Non so se la bella ragazza, è alla mia destra o alla mia sinistra. L’ombrellone alla mia destra è chiuso, e non vi è lo sdraio, invece alla mia sinistra tutto è approntato e una radio accesa a basso volume suona sotto la sdraio. Sono stanco. Mi sono svegliato presto, e avrei voluto dormire. Metto le cuffie alle orecchie, infilo “Oltre” nel Walkman, stendo il telo da mare sullo sdraio e mi concedo ai raggi solari. Ora si ragiona! Chiudo gli occhi. Già “Noi no” sta per terminare, quando un forte odore di crema abbronzante mi avvolge. Alla mia destra l’ombrellone è ancora solo e chiuso, ma a sinistra, signori e signore…. Luca aveva ragione è veramente bella. Alta quanto me, un metro e settanta, circa, capelli neri che le arrivavano a metà schiena.Cristo, i suoi occhi azzurri e il suo sorriso perfetto. Mi guarda, e quando raccolgo il coraggio per dirle le mie prime parole, ecco che dell’acqua fredda mi arriva sulla schiena. La fontanella.
“Stai fermo Michele, bagni il signore”. Mi volto e vedo un bambino, giocare con il getto d’acqua. Ho capito al volo che è suo fratello e, mio malgrado, anche che il suo sguardo non era diretto a me, ma a dietro di me. Il bambino ride e scappa verso il mare.
“Lo scusi….”
“E’ un bambino” dico “Piacere mi chiamo Roberto, sarò il tuo vicino di sdraio per due settimane sempre che non mi cacci via prima.”
Ride e io con lei, e con noi il mio cuore, il mio futuro, la mia vita. Mi sono dimenticato di tutto, di Vanessa, di quelle lacrime, di Danilo che sarebbe arrivato.
Sono passati tre anni da quel giorno del primo incontro. Non ho più avuto tempo per altri pensieri. E neppure ora li ho. Lei mi aspetta in chiesa. Suo fratellino le terrà la coda del suo vestito bianco e io lo ringrazierò per avermi bagnato, per aver giocato con quella fontanella.
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