La maledizione

Serie: IL TRENO DELLE ANIME


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Bice rivela a Manuel la verità: Alex non è posseduto da Nico, bensì è Nico. Dopo questa rivelazione, il ragazzo scappa. Il padre lo rincorre, si smarrisce nella nebbia e fa uno strano incontro.

​Era uno strano individuo; indossava un mantello con cappuccio che gli lasciava scoperta solo la bocca. Manuel si avvicinò a lui.

«Per cortesia, può aiutarmi? Non riesco più a orientarmi.»

​«Dove vuoi andare?»

​«Mio figlio è scappato via, non sta bene, devo trovarlo.»

​«Perché non lo lasci perdere?»

​«Ma che sta dicendo? Forse non ha capito? Il ragazzo non sta bene, è in pericolo.»

​«Il vero pericolo per tuo figlio sei tu.»

​«Io non la capisco, chi è lei?»

​L’uomo aveva un sorriso sbieco sulle labbra.

​«Sono lo stesso che ti ha consigliato di tradire il tuo amico.»

​«…L’avvocato?»

​«Sì.»

​«No, non è possibile. Se fosse così, lei dovrebbe avere più di cento anni.»

​«Se è per questo, ne ho molti di più.»

​Manuel pensò che l’uomo fosse un pazzo.

​«Non mi credi, vero?»

​«Io ricordo chiaramente il mio avvocato e non è lei.»

​«Ricordare, e vedere con chiarezza… anche adesso sarebbe tutto chiaro… Ma è calata la nebbia che confonde tutto. Vedi laggiù quell’ombra? Potrebbe essere un albero, ma anche un uomo con le braccia alzate. È quello che faccio io. Non è facile riconoscermi.»

​«Se è così, sei un miserabile… le solite parole retoriche… hai approfittato della mia rabbia e della mia paura. Non sei un principe del foro, ma di una fogna.»

​«Perché mi disprezzi? Potevi rifiutare.»

​«Ero solo un ragazzo.»

​«La solita scusa che continui a dire a te stesso… e poi a me non importa… anzi, facevi meglio a vivere la tua vita senza farti tanti problemi.»

​«Insomma, che vuoi da me?»

​«Voglio accettare la tua sfida.»

​«Ma che dici? Di che parli?»

​«Hai ragione. È passato troppo tempo. Vuoi che te lo ricordi?»

​Manuel non rispose, ma il suo respiro affannoso era un’affermazione.

​«Tu sei il soldato che ha condiviso il destino del suo amico. Quel pazzo che scarabocchiava i muri con la promessa fatta al suo fratello in armi. Il Cavaliere senza Croce.»

​L’uomo rise.

​«Hai detto che dovevo mettere anche te nella lista della maledizione. Perché avresti fatto di tutto per fermarmi… anche senza l’aiuto di Dio… e io ti ho accontentato. Il tuo amico mi ha vinto, ma tu non ancora e l’anatema passa a te. Farò in modo che tu faccia del male a tuo figlio. Così soffrirai come un cane.»

​«Era questo che dovevi riscuotere?»

​«Questo e altro… che delusione.»

​«Io non ricordo di averti sfidato e poi io non farei mai del male ad Alex. Non ne sarei capace.»

​«Dimentichi che quando era piccolo gliene stavi facendo… eppure non volevi. Te l’ho già detto: la mia arte è confondere.»

​«Io non ti credo.»

​«Credere o non credere è come camminare su un filo: si può cadere nel vortice dei dubbi, e tu ne hai tanti.»

​Manuel pensò alle tante cose strane che erano successe.

​«Cosa posso fare per riparare l’offesa?»

​«Sparire e non farti ritrovare mai più… da nessuno.»

​«Ho capito. Mi vuoi separare da chi amo. Sei maligno.»

​«Finalmente hai pronunciato il mio nome… e comunque puoi rifiutare e rischiare. Puoi scegliere… e non maledirmi per questo: il libero arbitrio non l’ho creato io e per scegliere c’è bisogno di una controparte. In fondo, io combatto e servo Dio allo stesso tempo.»

​«Questa non è una scelta: la vita di Alex è una posta troppo alta.»

​Manuel era distrutto. Scappò via. Cadde e si rialzò più volte.

​Anche Alex si era perso nella nebbia. Si fermò. Sentì il fruscio delle foglie trasformarsi in voce.

​«Fermati, ti devo parlare.»

​«Chi sei?»

​«Un tempo ti ho amato. Non ricordi?»

​«Sei Sara?»

​«No, non sono Sara, ma ti ho amato più di lei.»

​«Io non ricordo nulla. E poi non è possibile amarmi più di come ha fatto Sara.»

​«Sì, invece… quella sera dopo il concerto ero triste; avevo capito di aver perso. Nei tuoi occhi ho visto pietà per me. Un’offesa per chi ama, ma non era disprezzo, bensì desiderio di aiutare. Nessuno aveva provato niente di simile per me… tu non hai mai odiato nessuno veramente… e io non ho voluto più cambiarti… ti ho lasciato andare.»

​«… Adesso ho capito chi sei, ma allora perché non lasciasti libera anche Sara? Lei è migliore di me.»

​«Però lei non ha combattuto tanto con se stessa per essere quello che è… tu, invece, sì. E non eri neanche sorretto dalla fede.»

​«Perché non ti mostri?»

​«Perché impazziresti nel vedermi nel mio vero aspetto. Sarebbe come guardare il nulla mentre si esiste.»

​«Cosa vuoi?»

​«Difenderti da chi può farti del male.»

​«Chi me ne vuole fare?»

​«Tuo padre.»

​«Mio padre non mi farebbe mai soffrire.»

​«Consegnarti all’inquisizione, vendicarsi e infine tradire non è forse far soffrire?»

​«Però sono stato io per primo a ferire mio padre quando eravamo due mercenari.»

​«Ma l’hai fatto con dolore e per necessità. Chi adesso è tuo padre, invece, no.»

​«Io continuo a non crederti.»

​«Sarò io a indurlo a nuocerti: lo confonderò.»

​«Avevi detto che non mi avresti più fatto del male. Così me ne farai attraverso mio padre. Sei bugiardo e subdolo.»

​«No, perché gli ho detto che doveva sparire, andare lontano e non farsi più vedere da nessuno. Io ti ho promesso di non perseguitarti più e di non dividerti da Sara, ma chi adesso è tuo padre ha un conto in sospeso con me… e tu lo sai.»

​«Vuoi allontanarci. E questo per te significa non perseguitarmi? Io voglio stare con chi amo.»

​«Lo so, l’hai cercato e lui ti avrebbe aiutato a trovare la tua amata, ma la dovrai cercare da solo. Siete in troppi ad amarvi, io non posso fermare una guerra per te… e poi, sono un amante geloso. Se vuoi aiutare tuo padre, scappa. Fai in modo che non ti nuocia… altrimenti dopo soffrirà fino a morire.»

​Alex aveva la morte nel cuore, ma capì che non aveva scelta e fuggì.

​Correva ancora, Manuel, voleva morire ma andò a sbattere contro un portone alto e antico: quello della chiesa del prete pescatore che adesso gli sembrava un’abbazia emersa dal passato. Gridò e batté con i pugni.

​«Aprite, per pietà.»

​E qualcuno aprì e spalancò le braccia.

​«Non avere paura, Gorka. Entra.»

​Manuel sentì quel nome e quella voce rimbalzare dentro di sé come un’eco di un ricordo lontanissimo, e gli sembrò di essere ritornato a casa.

​«Abate, nascondetemi.»

​«Vieni dove c’è luce, fatti vedere.»

​Gorka si rifugiò in un angolo buio della chiesa e si rannicchiò sul pavimento. L’abate lo seguì.

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