La notte stellata 

Il fascino di oltrepassare una corda rossa attrae anche l’animo più diligente.

Ilaria da una parte voleva toccare il dipinto, sentire il diverso spessore dei colori su tela e vedere se, toccandolo, potesse in qualche modo attraversarlo, come se in un punto l’autore avesse nascosto qualche entrata segreta.

Dall’altra parte, invece, la sfumatura di divino rispetto che incorniciava il quadro la distoglieva da quell’intenzione.

Ma, una forza interiore incitava quell’impulso tanto da portarla a trasgredire le regole per una volta e ad avvicinarsi cautamente al quadro.

La distanza che la separava dall’opera, seppur minima, faceva sorgere in lei l’esigenza di azzerarla e, al contempo, la paura che qualcosa di totalmente inspiegabile potesse accadere.

Nel momento in cui le dita entrano in contatto con la tela, Ilaria sentì un fremito, come se avesse sfiorato qualcosa di divino come le ali di un angelo.

Ma il risultato fu in sé deludente.

Nessuna entrata segreta si palesò e ogni sfumatura onirica che ricopriva l’opera fino ad un momento prima , svanì, come se la tela fosse sempre stata solo una tela e niente più.

Uscita poco dopo dal museo, realizzò che il mondo ha un modo tutto suo di incantare come di disincantare.

Forse l’arte era veramente un concetto troppo astratto, forse era simile ad una costellazione di cui non si riesce a trovare la giusta interpretazione.

Tutta una vita a pensare che un viaggio in pullman fosse più di un singolo spostamento con trasporto pubblico, tutta una vita a pensare che ogni cosa avesse un determinato posto nel mondo e allo stesso tempo nessuno, tutta una vita a pensare che tutto potesse essere di più di quanto appartenga alla realtà materiale, al mondo della ragione.

Passò il pomeriggio a pensarci, facendo chilometri e chilometri, con chissà quale meta in mente.

Ma la destinazione non era veramente importante, non essendo questa la meta delineata da un cordoncino rosso che aveva sempre pensato di dover seguire per arrivare finalmente nel posto che ciò che chiamava destino le avrebbe indicato un giorno.

Nel tragitto si accorse, ad un tratto, che qualcosa del mondo che conosceva stava cambiando.

Tutto veniva pennellato con altri colori e sfumature e non esisteva più cornice che potesse rinchiudere tutto quello.

Anche le stelle si reinventarono e divenirono, per una volta, vive. Erano come boe nel mare nero del cielo e nulla avevano da invidiare a quelle della ” Notte stellata ” di Van Gogh .

E proprio come esse, avevano la stessa funzione: divenire punti di una mappa affinché fosse possibile un viaggio per collegare il cielo e la terra.

Tutto questo faceva sembrare il cosmo un essere vivente.

Sembrava che ogni opera d’arte si fosse proiettata sul mondo terreno con chissà quale inspiegabile scopo.

Un bar, le cui luci stentavano a farsi spazio nel buio della notte, mutò nella “Terrazza del caffè la sera” dello stesso Van Gogh e spiccava nel quartiere vivo e luminoso.

Rimase in quel mondo ignoto e incantato fino a che il ” Levar del Sole” di Claude Monet si manifestò, destandola da quel sogno lucido.

Tornata a casa, dopo aver sentito la porta chiudersi, rimase seduta sul parquet a fissare le pareti.

Ogni cosa aveva ripreso ad interpretare il proprio ruolo nel mondo e le pareti erano così bianche da portarla alla pazzia.

Continuó a guardarle per altri interminabili secondi e, furiosa, ci sbattè sopra i pugni.

Non capiva perché dovessero essere così bianche, così concrete.

Allora, con un sentimento sconosciuto negli occhi, prese dallo sgabuzzino dei colori e senza prendere un pennello, senza un attimo di esitazione, senza un ordine preciso, li buttò uno ad uno contro le pareti. A lavoro terminato, Ilaria si mise a gambe incrociate davanti alla sua opera.

Il sole del nuovo giorno incombeva nella stanza, inconsapevole di quello in cui si sarebbe imbattuto.

Lei, intanto, aspettó ed aspettò, in attesa che qualunque opera d’arte si riproiettasse sulle sue pareti e affondasse nella sua anima.

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Discussioni

  1. L’arte può raggiungere lo spettatore in tanti modi, così come tante sono le modalità in cui può nascere l’ispirazione artistica in una persona. Ed un pizzico di follia, un abbandono alle sensazioni più istintive ed irrazionali non è certo infrequente. Bel racconto!