La porta d’oro
Si accorse che il destino, ancora una volta, li aveva portati là; riconobbe il luogo e vide la porta d’oro illuminata dal sole. Preso dall’entusiasmo, si avvicino e provò a spingere, poi cercò la chiave e la trovò, ma non poteva alzarla da solo, era troppo pesante.
Cercò dunque aiuto dai compagni, ma era come se il vento portasse via le parole, non riusciva a comunicare con loro: “ecco … siamo arrivati, provò a dire” ma tutti erano occupati a godersi i prati, l’ aria pura della campagna … era una magnifica giornata piena di sole, il cielo era limpido sereno. Riprovò di nuovo “siamo arrivati… l’abbiamo trovata …è la porta d’oro, ne avevamo parlato, vi ricordate?” Ma era come se le parole svanissero prima di raggiungere le orecchie.
Sapeva bene che tutto era là, dietro quella porta; tutti i sogni, tutte le speranze, tutte le risposte. Dietro quella porta c’era tutto ciò che gli uomini stanno cercando da sempre; il senso e l’origine della vita.
Vide che era solo, gli altri erano felici per quella splendida giornata, erano talmente presi che non erano disponibili ad ascoltalo.
L’avvolse un senso profondo di solitudine; guardò verso il bosco, era autunno, le foglie cadevano dagli alberi girando allegramente su se stesse. Il sole scendeva, colorando le nuvole e il cielo, alcuni raggi limpidi sprigionavano una luce potentissima. La porta d’ora risplendeva luminosa come uno specchio, il cuore ritornò leggero e un sorriso lieve rigenerò le labbra. Salì su una roccia e si sporse, i compagni erano ormai lontani, pensò di chiamarli, ma quante possibilità aveva che lo sentissero? Se non lo avevano sentito prima, quando erano vicini, come potevano sentirlo ora che si erano allontanati?
Molti dubbi sorsero nella sua mente. Era veramente quella la porta d’oro? Era in grado di presentare delle prove certe? E se fosse tutto un sogno? Un’illusione? Poteva rischiare di farli tornare indietro per nulla? Si avvicinò alla porta d’oro e provò a toccarla, ne sentì la consistenza, la superficie liscia perfettamente levigata, ma come poteva esser sicuro che fosse proprio la porta giusta, quella vera, e non una delle tante finzioni ingannevoli, che invadono il mondo? Cercò un indizio, un segno, ma non riuscì a trovarlo.
Percepiva un ricordo vago, lontano. Sapeva di essere già stato in quel luogo, ma non aveva nulla che lo provasse, nessuna prova certa.
Il sole era ormai tramontato e anche la porta d’oro smise di brillare, non la vedeva più.
Si avviò verso valle, si era fatto tardi, allungò il passo e raggiunse i suoi compagni.
“ Dove sei stato?” gli chiesero.
“ Oh, nulla, mi sono fermato a guardare il tramonto, è stato bellissimo, a un certo punto ho avuto la sensazione … “
Stava per parlare della porta d’oro, ma poi si tacque, pensò che era una cosa troppo difficile da credere, persino da immaginare e provò un senso di disagio, si vergognò di dare credito a una simile leggenda. Se poi avesse detto… “ ma io l’ho vista, l’ho toccata”, sicuramente l’avrebbero deriso.
Così non disse nulla e cercò di dimenticare, di convincersi che era stato davvero un sogno, uno scherzo della mente, un’illusione.
Ma per quanto si sforzasse, non riusciva a dimenticare, c’era infondo al cuore una nostalgia, un profumo intenso… infinito.
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