La profezia di Tiresia

Serie: Un destino (S)critto male


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Non avevo colto quanto il dono di mio padre mi legasse a lui….

L’alba filtrava timida e silenziosa tra le querce sacre di Dodona, portando con sé il respiro umido della notte appena trascorsa. L’aria odorava di muschio e di pietra bagnata; il terreno, coperto da un tappeto di foglie scure, cedeva sotto i passi con un fruscio ovattato. Perfino la luce sembrava esitare. Come se avesse timore di violare un luogo che apparteneva ancora agli dèi.

Nel cuore della foresta non esistevano sentieri, solo trame di terra che si formavano e si dissolvevano, come se gli alberi stessi decidessero chi meritava avanzare o meno. A tratti un sussurro correva tra le fronde. Non era vento, ma voci. Quelle querce parlavano ancora la lingua degli dèi, anche se ormai nessuno voleva più ascoltare.

Fu in quell’intervallo sospeso tra sogno e veglia che Morfeo avanzava con indosso un semplice mantello che sfumava nel grigio della nebbia. Non aveva l’aspetto di un dio, ma di qualcuno che aveva dormito troppo poco, o che aveva imparato che anche il sonno può diventare una prigione.

«Atena mostrati» disse. «Non vorrai che invochi il tuo nome come un comune mortale?»

E lei apparve.

Emerse dalla boscaglia con l’eleganza di chi non deve imporsi per essere temuto. Era bellissima, un incanto, però che non arriva a toccare il cuore. Fredda, distante. Il volto era bianco come il marmo, i capelli scuri trattenuti da un elmo che scintillava appena. Gli occhi, grigi, non osservavano, analizzavano quanto la circondava.

L’accompagnavano due civette che volteggiavano sopra di lei, tracciando cerchi identici nell’aria.

Morfeo chinò il capo e abbozzò un sorriso che non arrivò agli occhi.

«Ti aspettavo» esordì Atena con voce ferma. Inclinò appena il mento prima di proseguire. «Vuoi intercedere per tua figlia?»

«Non ne ha bisogno. Moirania non ha offeso gli dèi, e nessun uomo può lamentarsi della sua condotta. Ha solo agito secondo ciò che è.»

Atena si fermò di fronte a lui. L’aria tra loro vibrò, ma nessuno dei due sembrò percepirlo.

«Non fingere di non sapere, Morfeo. Credevi che bastasse non nominarla perché la profezia non si avverasse.»

«Di quale profezia stai parlando?»

Atena serrò la mascella. Dalla piega del mantello estrasse una pergamena ingiallita. Il sigillo era rotto.

«Questa fu scritta da Tiresia. Molto prima che Moirania nascesse.»

La srotolò e le parole fuggirono dal suo interno, come fumo nell’aria.

«Quando il sogno partorirà la parola, e il desiderio si farà carne,

una quarta Moira tesserà il filo che non si spezza, e gli dèi cadranno nel silenzio da cui nacquero. Dagli uomini risorgerà la memoria del divino, e il creatore diverrà creato.»


Morfeo restò immobile. «Visioni» disse piano. «Nulla più inconsistente.»

«Ti sbagli» replicò Atena, tagliente. «Tua figlia è la personificazione del caos e non appartiene al Telaio. Cloto fila, Lachesi misura, Atropo recide. Ma lei… sogna. E ciò che sogna si compie. È il Quarto Filo. Il Desiderio che non può essere misurato né tagliato. È il rifiuto stesso dell’Ordine.»

«È la sua evoluzione. Il Desiderio crea, rinnova, offre all’uomo la possibilità di cambiare. Moirania non porta la fine: suggerisce una scelta.»

Morfeo si fece più cupo.

«Parli come se il mondo fosse una macchina perfetta. Ma non lo è mai stato.»

Atena inclinò appena il capo, come davanti a un ragionamento imperfetto.

«Il libero arbitrio è una ferita nella trama. Se gli uomini imparassero a piegare il fato al proprio volere, gli dèi non avrebbero più ragione d’esistere. E quando il loro ricordo svanirà, il mondo cadrà nel silenzio da cui è nato.»

Le civette gridarono, come se il cielo stesso avesse tremato al suono delle sue parole.

Atena arrotolò la pergamena con un gesto secco.

Morfeo rise, ma il suono era triste.

«Non temi il silenzio, ma la libertà dei sognatori. L’immortalità è che una gabbia dorata costruita sull’obbedienza dei sognatori.»

«Obbedienza» ribatté la dea, «è ciò che tiene in vita il cosmo.» Fece un passo avanti. «Hai cresciuto una minaccia e l’hai lasciata libera di agire. Gli altri non saranno indulgenti. Sai bene che Zeus condivide sempre la mia visione. Convocherò il Consiglio, discuteremo la faccenda è sono certa che anche gli altri condivideranno i miei timori.»

«Pensi che saranno dalla tua parte? Ingenua.»

Morfeo incrociò le braccia, calmo.

«Credi che ti seguiranno in una guerra inutile e ingiusta, dea della giustizia.»

La parola “giustizia” gli uscì come un freccia avvelenata.

«Eros ha già scelto. Afrodite lo seguirà. Ade sa tutto da tempo e non ha mai manifestato le tue perplessità. Ares poi non tradirà le Muse. Perfino Apollo ricorderà che nel canto vive la libertà, non il dogma.»

Atena sorrise appena. «Hai fede nei tuoi alleati, signore dei sogni. Ma il sogno è il primo a tradire.»

Dalle ombre si levò una creatura sinuosa: un serpente nero, con squame che riflettevano la luce come acciaio fuso. Gli occhi erano due perle lattiginose, e sulla testa portava impressa il simbolo dell’egida.

L’Aspide di Atena, il suo messaggero.

Non attaccava. Osservava, in attesa che la paura maturasse nel suo avversario.

Morfeo non si mosse, seguiva i suoi movimenti con la coda dell’occhio ma il terreno sotto di lui cominciò a vibrare, a farsi molle come una sabbia onirica che non risponde al suo comando.

«Ti ho ascoltato per rispetto» sussurrò Atena. «Ma il tempo delle parole è terminato.»

Con un gesto della mano, tracciò un cerchio di luce nell’aria e in un baleno si richiuse su Morfeo come una catena luminosa.

«Ti sei appena trasformato nella mia esca perfetta.»

La foresta tacque, e solo il suono delle civette rimase, freddo e distante.

«Non puoi imprigionare il signore dei sogni» mormorò lui.

Atena lo fissava quasi senza battere ciglio. «Probabile» rispose. «Ma posso costringerlo a restare sveglio.»

In quello stesso istante, un corvo emerse dal nulla e colpì una delle civette, accecandola.

Morfeo sogghignò e, con un impercettibile cenno del capo, licenziò il suo emissario.

«Riferisci il messaggio» mormorò.

Il corvo si librò in cerchio sopra di loro, poi scomparve tra gli alberi, lasciando nell’aria un’eco che somigliava a una risata.

Morfeo chiuse gli occhi, sentendo la catena stringersi.

«Ogni sogno ha un prezzo, dea della saggezza. Mi chiedo quale sarà il tuo.»

Poi tutto tacque, e la foresta tornò a dormire.

Serie: Un destino (S)critto male


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Discussioni

  1. L’incipit a questo episodio è delizioso nelle sue atmosfere sognanti e bucoliche. L’apparizione di Atena è magica. Parole più belle non potevi trovarne.
    ‘Moirania non porta la fine: suggerisce una scelta.’ Mi è sembrata la frase centrale del brano o, perlomeno, quella che maggiormente mi ha colpita e mi ha fatto riflettere. La trovo di grande attualità. Davvero ben riuscito l’incontro fra le due divinità che non è certamente risolutivo, però sembra indicare la strada verso una soluzione, anche se essa mi sembra ancora lontana.

    1. Morfeo non è soltanto il padre di Moirannia, è una divinità nata prima di tutti gli déi dell’Olimpo è la sua visione dell’umanità è più ampia. Per questo le sue parole hanno un valore aggiunto.

  2. Noooo! Mi stai dicendo che le ho dato della stronza per tutto questo tempo, senza saperlo? Questa cosa mi destabilizza, mi fa sentire manchevole e allo stesso tempo rende tutto più chiaro.
    Non finirò mai di dirtelo, questa trama e il modo in cui la dipani denota un’intelligenza artistica formidabile.

    1. Adoro i tuoi commenti sulle Moire! 🤣 Ogni volta che li leggevo, pensavo a come avresti reagito leggendo questi episodi e i prossimi. Oggi tu e Maria Luisa mi avete lasciato senza parole. Scrivere un semplice “grazie” mi sembra riduttivo, ma non so davvero cosa altro scrivere. Le tue parole mi danno una carica e mi ripagano di tanti sacrifici. Tutti i soldi spesi e tutto il tempo dedicato agli esercizi di scrittura sono serviti a qualcosa! ❤️

  3. Letto e riletto con maggiore attenzione, ho percepito la profondità dei contenuti, nelle parole di Atena e di Morfeo. Avrei voluto sottolineare tutta la prima parte descrittiva di questo episodio, per le immagini che appaiono vivide, suggestive e armoniose. Un altro racconto che conferma la raffinatezza del tuo stile narrativo. Una serie che continua a sorprendermi per la conoscenza della mitologia che si fonde con la tua fantasia e si esprime nei toni misurati e incisivi che catturano l’ attenzione e trasportano in una dimensione ibrida, tra sogno, mito e realtá. Continuando ad affinare il tuo talento, presto potremmo dire – parafrasando Max Pazzali – “Sei un mito” anche tu.

    1. Veramente, non trovo le parole. Ho riscritto più volte questa risposta, non so cosa dire! Questo è uno dei commenti più belli che abbia mai ricevuto. Sapere che la storia ti conquista ancora e che ami il mio stile mi riempie di gioia. Grazie Maria Luisa, oggi mi hai fatto un bellissimo regalo ❤️

  4. «Quando il sogno partorirà la parola e il desiderio si farà carne, una quarta Moira tesserà il filo che non si spezza, e gli dèi cadranno nel silenzio da cui nacquero. Dagli uomini risorgerà la memoria del divino, e il creatore diverrà creato.» Questa è degna di essere annoverata tra le migliori profezie dell’antica Grecia. Bellissima, poi, l’interpretazione del timore degli dèi di fronte al libero arbitrio: la paura di essere ignorati o addirittura sostituiti, anche se Atena dimostra che la possibilità di realizzare i sogni può nascondere dei pericoli. Bravissima, Tiziana! 👏👏👏

  5. Ciao Tiziana, un altro episodio spettacolare! Da brivido la profezia, ora capisco cosa c’è in ballo. Atena sta giocando sporco e non credo le convenga far arrabbiare Moirania. Non vedo l’ora di vedere cosa accadrà😍L’unico piccolissimo appunto è che non ho trovato sempre chiaro chi pronunciava le battute, ma forse è solo un problema mio.
    Bravissima!!!

    1. Ciao Melania, sei un fulmine! Ora sono troppo stanca, meglio se non rivedo l’episodio adesso. Lo riguardo domani con calma. Avevo fretta di pubblicare e temo di aver dato troppe cose per scontate, specialmente nel finale. Grazie per i complimenti e per i consigli che mi regali ogni volta. Sono preziosi e cari.