
La prova
Serie: IL TRENO DELLE ANIME
- Episodio 1: Il piano – 1
- Episodio 2: Il piano
- Episodio 3: Sabato 29 marzo
- Episodio 4: L’incontro con la madre
- Episodio 5: Il processo e il carcere
- Episodio 6: Mario
- Episodio 7: Lo scarafaggio
- Episodio 8: La proposta
- Episodio 9: La prova
- Episodio 10: Il concerto
STAGIONE 1
Il prete si avvicinò di nuovo e, con un tono serio e cattivo, disse: «Io non scherzo. Voglio la tua anima.»
«Se davvero sei quello che lasci intendere, perché me la chiedi? È già tua. Io sono un assassino.»
«No! Ti sbagli. Dopo anni di lamenti e disperazione, la tua anima è immacolata, quasi trasparente. Ma tu non ti accorgi neanche di averla… un’anima.»
«E se anche fosse così, la tua proposta è iniqua: una vita felice in cambio di un’eternità di sofferenza.»
«Vedo che sedici anni di piagnistei non ti hanno tolto il senso degli affari. Però sei il solito cretino. Cosa ne sai tu dell’eternità? Cosa ne sai del mio fine? Pensi che sia sentirti gemere, insieme ad altri, in una valle di fuoco o di ghiaccio per un tempo infinito?… Io sto combattendo una guerra contro una potenza un milione di volte più grande di me. Per vincere mi servono soldati… molti soldati, che devo sottrarre al mio nemico… tu potresti essere uno di questi… l’alternativa è eliminarli.»
«E allora uccidimi e finiamola con questa assurdità che è stata la mia vita.»
«Non avere fretta… ti faccio un’ultima proposta. Si tratta solo di fare una prova. Tu non sei in grado di intendere e di volere. Non conosci il successo, il potere, la ricchezza, i piaceri del sesso… non conosci niente di niente… sei passato dalle cure di tua madre al carcere. Sei come un ragazzo imprigionato nel corpo di un uomo.»
«Ma che dici? Certo che so e conosco quello che voglio.»
«Tu credi di sapere, ma immagini soltanto. Fai questa prova e, se non muterai idea, in cambio della tua vita farò rivivere quella ragazza.»
«Dici sul serio? La riporteresti in vita?» chiese Nico con stupore.
«Certo, ti puoi fidare. Però, in cambio, voglio la tua sofferenza estrema fino alla morte… e non credere che troverai sollievo pensando che soffri per lei. Perché non avrai memoria di questo patto» rispose il prete.
«Sì… va bene… è giusto. Soffrirò senza saperne il senso… come tutti, in fondo… Cosa vuoi che faccia?» disse Nico.
«Dovrai esibirti stasera in un teatro… a Londra. Sostituirai un artista.»
«Ma stai scherzando? Sono più di vent’anni che non mi esercito, ho le mani ferite… sono un dilettante, un perfetto sconosciuto… e poi cosa dovrei suonare?»
«Tu sei un talento e lo sai. E non ci sarà bisogno del mio aiuto in questo. Da bambino te l’avevano detto i tuoi insegnanti; poi hai dovuto dimenticare le tue aspirazioni… ma non hai mai smesso di amare la musica. Tua madre lo sapeva, e anche se i soldi erano pochi, non ha mai venduto il tuo piccolo pianoforte. Tu facevi finta che per te la musica non avesse più nessun significato… ma non aspettavi altro che essere solo in casa per poter suonare, perché era l’unica cosa che ti faceva sentire veramente bene. Ci sono musiche che hai suonato centinaia di volte.»
Nico ascoltava in silenzio. Le parole dell’impresario lo avevano riportato indietro nel tempo e risvegliato sensazioni che credeva morte.
L’impresario continuò dicendo: «Stasera voglio far riemergere le tue ambizioni. Tu suona, al resto ho pensato io, anche al nome. Ti chiamerai Nicholas Zivar; ho giocato sul tuo vero nome: Nico Varzi. Diremo che sei un artista dell’Est. Per quanto riguarda cosa suonare, potresti eseguire… una Patetica o una Lacrimosa… molto adatte a te… Adesso, seguimi.»
Nico non riusciva a correre, si sentiva molto debole.
«Non correre, non ce la faccio a starti dietro» disse al prete.
«Muoviti, sali in auto.»
Nico salì, si sedette sui sedili posteriori e si addormentò mentre il prete si mise alla guida.
Si risvegliò sulla brandina della sua cella. Erano le tre del pomeriggio. Accanto a lui c’era Mario.
«Nico, ma cosa stavi sognando? Ti agitavi» disse Mario.
«Non so, Mario. Ricordo solo una grande chiesa e un suono d’organo.»
Poi fece per alzarsi, ma quando si appoggiò sulle mani ricadde. Fu allora che si accorse che erano gonfie e arrossate.
«Ma cosa hai fatto alle mani?» chiese Mario.
«Non lo so, ho dormito fino ad ora.»
«Infatti. Non hai neanche mangiato… ho cercato di svegliarti, ma dormivi profondamente e ho pensato che avevi bisogno di riposare… va be’, però adesso alzati e prendi almeno un caffè.»
Nico non aveva voglia di niente, avrebbe voluto dormire ancora, ma decise di seguire il consiglio di Mario.
Michele osservava le mani di Nico e disse: «Secondo me dovresti andare in infermeria, quelle mani sono troppo gonfie e rosse.»
«No, vi prego, non voglio andare da nessuna parte… non dite niente alle guardie… voglio restare qui… poi magari domani…»
«Fossi in te, ci andrei adesso… anzi, cercherei di farmi mandare in ospedale. Pensa: un cesso vero, non la turca, solo per te, una stanza e un letto tutti per te, senza Mario che la notte ronfa come un porco… e una di queste notti, col suo dolce peso, fa catapultare il letto, e tu che dormi sotto, ti ritrovi a Casamicciola. E poi è l’occasione buona per essere toccato da una donna, tra infermiere, dottoresse, volontarie, che ti curano… magari, considerando che hai le mani gonfie e la faccia da Santo Miserino, ti imboccano pure… ahhh, che bellezza» insistette Michele.
«E dove sta quest’ospedale tutto al femminile? Così mi ammalo pure io» chiese Tonio.
«Eh no, da te verrebbero solo uomini… pagandoli lo straordinario, però.»
«E perché?»
«Ma c’è pure bisogno di chiederlo?»
Nico sorrideva per gentilezza verso i suoi compagni, ma non ascoltava. Poi disse: «Grazie, ragazzi. Scusate, ma devo mettermi a letto.»
«Ma cosa ha? Non può essere solo per le mani. A che pensa?» chiese Michele rivolgendosi a Tonio a bassa voce.
«Ma non hai capito che sta male per una donna?»
«Una donna? E chi è, che nessuno viene a trovarlo?»
«È la ragazza che prese in ostaggio.»
«Nooo.»
«Siii.»
«Che sta male per una donna lo avevo capito anch’io, ma come fai a dire che è quella ragazza?» chiese Mario.
«Perché una notte parlava nel sonno e diceva: “Il viso… ti fa male? Ti fa male?” e poi “È stata la paura”. Da quello che ho saputo, al secondo interrogatorio gli mostrarono le foto della ragazza dopo la caduta… aveva il viso completamente sfigurato… e lui reagì molto male.»
Serie: IL TRENO DELLE ANIME
- Episodio 1: Il piano – 1
- Episodio 2: Il piano
- Episodio 3: Sabato 29 marzo
- Episodio 4: L’incontro con la madre
- Episodio 5: Il processo e il carcere
- Episodio 6: Mario
- Episodio 7: Lo scarafaggio
- Episodio 8: La proposta
- Episodio 9: La prova
- Episodio 10: Il concerto
Le mani gonfie 😱 Allora forse non era solo un sogno! Che curiosità!!!
Eh si. Potrebbe essere che il dolore alle mani ha generato il sogno o viceversa.O anche che sia stato tutto reale, ma vissuto in un’altra dimensione… 🙂🙃🙂Grazie per aver letto, Arianna.
Ciao concetta, mi è piaciuto molto lo stile con cui è scritto questo episodio, e la trama mi ha incuriosita. È il primo che leggo di questa serie, quindi non ho ben capito tutto, ma mi riprometto di recuperare gli episodi passati e continuare a seguirti!
Grazie del commento.