La ruota
Torellino non aveva comunicato a nessuno della vincita di cinquanta milioni di euro alla lotteria.
Si era limitato ad investire gran parte della somma in fondi obbligazionari a rendimento fisso sicuro, ed aveva continuato la propria esistenza come se ne niente fosse accaduto.
L’unica differenza rispetto al passato era la leggera spregiudicatezza con cui viveva adesso ogni evento della vita.
Non aveva cessato l’attività di venditore di beni antichi per il solo gusto di non rispondere ai clienti più pressanti. Si divertiva a guardare il telefono suonare ininterrottamente. In quei momenti ricordava, con livoroso odio, le umiliazioni subite per non perdere l’affare.
Il Conte e la Contessa Maligna Torpedine avevano sempre provato un sadico piacere nel vederlo affannarsi nella lotta per la sopravvivenza. Maligna Torpedine era il discendente di una casata nobiliare ormai caduta in disgrazia. Possedeva proprietà immobiliari di cui peraltro non riusciva a sostenere i costi ed una collezione di auto d’epoca. La moglie era invece un’odiosa ex ballerina fallita, la quale si sentiva, tuttavia, all’apice della catena sociale solo perché moglie del prestigioso marito. Nella batterie di auto del conte c’era un enorme fuoristrada di vecchia generazione che Torellino aveva sempre bramato e su cui, adesso che poteva, aveva incardinato un progetto. Tale progetto consisteva nell’assemblamento di un blindato su ruote con carrozzeria antisfondamento e vetri antiproiettile. Già immaginava i volti di coloro che avessero osato provare a bruciare un segnale di stop deformarsi per il terrore un attimo prima di essere speronati ed accartocciati.
Questo fu il motivo che spinse Torellino a presentarsi quel pomeriggio, senza appuntamento, a casa di Maligna Torpedine.
“Non abbiamo tempo per la sua oggettistica” lo accolse con lapidario sprezzante disgusto la Contessa vedendolo, senza neppure aprire il cancello.
“Non sono venuto per vendere ma per comprare” rispose Torellino imperturbabile.
Dopo un attimo di esitazione, il Conte, comparso sulla soglia accanto alla moglie, sbloccò l’automatismo di apertura, invitandolo ad entrare con un altezzoso cenno del capo.
“Che significa che è venuto per comprare?” domandò mentre Torellino penetrava nella villa dei Maligna Torpedine.
“Voglio il suo fuoristrada” rispose seccamente Torellino “A quanto lo vende?”
Maligna Torpedine rise sonoramente.
“Non credo se lo possa permettere” lo sferzò.
“Questo lo lasci valutare a me” rispose serafico Torellino.
“Ok. Quaranta”
“Quaranta cosa?”
“Quarantamila, non trattabili, in un’ unica soluzione”
Torellino restò volutamente in silenzio alcuni secondi per il gusto di irrompere a gamba tesa nell’ odiosa girandola di sorrisetti sarcastici dei Maligna Torpedine, domandando con voce piattamente annoiata: “Contanti bonifico istantaneo o assegno circolare?”
“Cosa?” replicò Maligna Torpedine colto alla sprovvista.
“Contanti bonifico istantaneo o assegno circolare? Ci vediamo domani pomeriggio all’ ufficio pratiche auto? Mi porta l’auto lì?” incalzò Torellino in tono astioso.
“Va bene assegno circolare” replicò confuso Maligna Torpedine.
Torellino annuì.
Poi si voltò verso la moglie del nobile decaduto, iniziando a puntarla con tanto sordida quanto plateale concupiscenza.
La Contessa Maligna Torpedine aveva ancora un fisico piacente.
Torellino affessurò gli occhi.
“So che lei ha necessità di liquidi Conte” disse con un filo di voce.
Maligna Torpedine avvampò.
“Come osa?” reagì.
Torellino sorrise.
“Si tranquillizzi. Siamo tra amici” lo provocò Torellino.
“Io non sono amico di un rozzo plebeo come lei!” urlò stizzito Maligna Torpedine.
Torellino, così soprannominato per il suo collo taurino e l ‘ eccezionale forza fisica, si avvicinò minaccioso al Conte.
“Ascoltami bene Conte della mia fava” sibilò “io adesso ho tanto di quei soldi da comprare questa baracca solo per il gusto di cacarci dentro. Chiaro?” sibilò “Ti interessa o no un affare?” domandò infine risoluto.
Il Conte dapprima avvampò, ma, subito dopo, bofonchiò “Quale affare?”
“Ti do diecimila euro in contanti” disse estraendo un blocco di banconote “se mi fai fare sesso con la Contessa”
Maligna Torpedine sgranò gli occhi, divenendo paonazzo in volto. Era sul punto di esplodere il suo più collerico sdegno, ma la moglie, incredibilmente, lo prevenne urlando “Ventimila!”
Maligna Torpedine si voltò lentamente verso la Contessa, attonito.
Torellino sorrise crudelmente osservando il siparietto.
“Diecimila ora e diecimila ad atto consumato” incalzò la Contessa anelante.
“Sei impazzita?!” urlò Maligna Torpedine.
“Abbiamo necessità di quei soldi, lo sai!” piagnucolò la donna.
Maligna Torpedine guardò prima Torellino e poi la moglie.
Infine, sconfitto ed umiliato, si lasciò cadere di schianto, con lo sguardo perso nel vuoto, sulla vecchia poltrona barocca.
Torellino depose nel palmo della mano del Conte, ormai inerte, il primo blocco di banconote.
La Contessa lo invitò a seguirlo in camera da letto.
Quando ebbero terminato, Torellino le lanciò sul letto il resto del pattuito, su cui la Contessa si avventò come un cane idrofobo.
Torellino ridacchiò divertito.
“Ascolta Contessa” rilanciò lanciandole il suo biglietto da visita “Se vuoi, per ogni sveltina, ti do trecento euro”
La Contessa avvampò.
“E’ una miseria!” urlò.
Torellino allargò le braccia
“Per te sembra più un’opportunità” commentò serafico.
“Mi stai prendendo per la gola maledetto bastardo!” gracchiò la Contessa
“E’ una vita che voi mi prendete per la gola”
La Contessa avrebbe voluto replicare ma le parole le morirono in gola.
Rimase in silenzio sul letto dove era stata appena consumata l’immonda copula.
“In fondo una donna di mondo come te dovrebbe sapere che la vita è una ruota” concluse Torellino in tono lapidario mentre usciva dalla stanza da letto.
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