
La Scala A Chiocciola
Dorme proprio a pochi passi da ciò che lo intimorisce di più. E’ lì vicino, oltre la porta della propria camera…quella scala che è una sorta di tabù, un fantasma, una barriera da non oltrepassare.
La sera Paul va a dormire con il pensiero fisso e rivolto a quella scala, che domina il salone di casa sua. Una scala i cui gradini sono per lui sconosciuti…sì…perché non è mai salito al piano di sopra. Quando la mattina si sveglia ed esce dalla sua camera per andare a fare colazione, riesce soltanto a rivolgere uno sguardo fugace per poi proseguire rapidamente verso la sala da pranzo.
E’ così da quando era piccolo.
Ruth, la governante, ogni volta che lui provava a salire quella scala lo richiamava all’ordine in modo duro e autoritario…«Paul! Piccolo scalmanato! Vieni qui,non sai che quella scala è maledetta?».
Paul non sapeva neppure cosa intendesse dire con “maledetta”, ma il tono di Ruth era sufficiente a farlo allontanare, di corsa e spaventato, dalla scala che tanto lo affascinava. Si fermava, il piccolo Paul, quando la governante era impegnata in altre faccende ad osservare il giro tortuoso che i gradini facevano…e fantasticava su dove potessero condurre. «Magari lassù c’è il paradiso dei giocattoli», pensava…e la tentazione rischiava spesso di prendere il sopravvento. Gli sembrava di sentire delle voci provenire dal piano di sopra…come bisbigli…Poi arrivava Ruth e il sogno terminava bruscamente di fronte allo sguardo torvo e severo della donna.
Ora lei non c’è più, Paul è rimasto solo nella grande casa. L’unica compagnia è quella scala. Come se fosse una presenza in carne ed ossa in quella casa fredda. E li sente ancora i bisbigli, ogni volta che trova il coraggio di fermarsi qualche minuto in più. Quella scala in pietra, il corrimano in ferro battuto, la finestra con vetri colorati che domina al centro del pianerottolo prima della seconda rampa sembrano nascondere qualcosa, dopo tanti anni. E risvegliano l’istinto imprigionato del piccolo Paul. Quello che Ruth, a lungo, ha chiuso ermeticamente buttando via la chiave.
La metodicità dell’uomo ne scandisce le giornate, tra una bozza e l’altra delle varie pubblicazioni di cui si occupa e i tanti libri da leggere per documentarsi. Una sera, dopo aver cenato, Paul decide che è giunto il momento di sfatare l’antico tabù, di rompere l’incantesimo che ormai dura da troppi anni. Deve salire quella scala, che tanto lo ha spaventato da ragazzino e lo spaventa ancora oggi e vedere cosa c’è al piano superiore.
Il buio non è alleato dell’uomo ma ormai ha deciso e nulla può fargli cambiare idea. Inizia, lentamente, a salire i primi gradini, poi si ferma. Sente il solito bisbigliare…non riesce a comprenderne né il senso né la provenienza, ma si blocca. Sembra sul punto di cedere e tornare sui suoi passi, quando una luce filtra dalla vetrata colorata e illumina, seppur di poco, la scala che si nasconde, in qualche modo, nella penombra che avvolge la casa.
E’ la luna piena che regala bagliori come alter ego notturno del sole. Paul continua, dunque a salire. Una volta giunto al pianerottolo dal quale inizia la seconda rampa si ferma nuovamente.
Lo scricchiolio del pavimento in legno lo ha fatto trasalire. Tutti i rumori, anche quelli più piccoli e insignificanti, sono amplificati e accompagnati da un pensiero fisso…quello di non farcela. Ma l’uomo non demorde e riprende il breve cammino iniziando a salire la seconda rampa della scala.
E’ la parte più affascinante…un intreccio, una spirale vorticosa di gradini divide Paul dal suo traguardo.
Prosegue lasciandosi alle spalle la regolarità della prima rampa e affrontando le sinuose forme della seconda. Sale lentamente…i sensi sono allertati, come se un pericolo fosse imminente.
I gradini non sono molti ma il percorso sembra eterno.
A ogni gradino l’uomo guarda verso il basso e verso l’alto. Ma vede solo il vuoto sotto di lui e il buio sopra la sua testa. Finalmente giunge al termine della scala e si ferma di fronte al corridoio che si estende al primo piano. Nuovamente i bisbigli…Paul arretra…ora è sul bordo della scala. La paura lo paralizza e rischia di fargli perdere l’equilibrio.
Poi fa un passo in avanti e si siede sul pavimento. E’ esausto. I bisbigli sono scomparsi e la luce che filtra dalla finestra della scala illumina ora una parte della parete che si trova di fronte a lui. Nota una porta…antica ma perfettamente lucida. Come se qualcuno l’avesse curata da poco. Si alza e si avvicina…ma sente nuovamente i bisbigli.
Intensi come non mai, al punto che lo fanno arretrare e fuggire di corsa attraverso le due rampe della scala che tanto lo ha terrorizzato negli anni. Giunto al piano terra, si dirige di corsa verso la sua camera, entra e chiude a chiave la porta. Ancora i bisbigli…e un’immagine regna sovrana nella mente di Paul…è quella di una porta illuminata dalla luna.
Ora le presenze, a far compagnia all’uomo, sono due…una scala che sembrava condurre verso l’ignoto e una porta…che ne è essa stessa il simbolo.
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Racconto che attinge a piene mani nei modelli della narrativa del mistero, con interessanti effetti di sospensione che suscitano aspettative nel lettore e lo inducono a leggere tutto d’un fiato. Serrata la sequenza con l’ascesa della scala, che davvero assurge a simbolo di tutte le nostre paure di bambini, che continuano ad agitarsi al fondo delle nostre certezze di adulti. E non ci lasciano mai.
Una scala, la luna, il protagonista e sue paure.
Mi è piaciuto molto!
Ciao Martina, grazie. In effetti la Luna, la Scala e le Inquietudini di Paul sono i tre protagonisti del racconto e sono contento che la lettura sia stata di tuo gradimento
Ciao Rossano, bellissimo racconto. Onestamente spero sia una serie perchè mi ha affascinato
Ciao Micol, grazie dell’apprezzamento. Vorresti sapere cosa c’è dietro la porta ? O in tutto il primo piano ?