
La Scelta Migliore
Serie: Live
- Episodio 1: La Scelta Migliore
- Episodio 2: Una scelta obbligata
STAGIONE 1
Non mi reputo un grande autista. Discreto, diciamo, mediocre. Beh, insomma, tutto tranne che eccezionale. Non mi piace nemmeno guidare. Non mi è mai piaciuto e penso che mai apprezzerò. C’è gente che ama guidare, che passerebbe ore ed ore al volante; c’è gente che riesce addirittura a rilassarsi mentre guida. Per me è tutto il contrario. Mi basta un’ora di macchina per avere il torcicollo, come stare seduti ore davanti allo schermo di un pc a fare il classico lavoro di ufficio: una sofferenza.
Eppure, chi l’avrebbe mai detto che a poco più di 30 anni mi sarei ritrovato col culo infossato nel sedile di finta pelle di un camper, a guidare per lunghi tragitti di diverse ore, ogni tre o quattro giorni. Diciamo che questa scelta di vita semi-nomade non è partita da me, bensì dalla mia ragazza. Lei voleva girare, vedere sempre posti diversi e, allo stesso tempo, avere modo di mangiare cibi diversi. Assaporare prodotti culinari tipici di ogni luogo, preparati al momento dai ristoranti tradizionali.
Vi starete chiedendo il perché. Vizi? Ossessioni? Forse sì, ma in realtà faceva parte del suo lavoro. E allora potreste chiedervi perché per forza muoversi con un camper. Perché la mia ragazza ha preferito una casa mobile per farsi portare, piuttosto che spostarsi da una fissa dimora. Se dovessi definire il lavoro della mia ragazza, sarei costretto ad utilizzare il termine food video-blogger, perché effettivamente era partito tutto da lì.
Poi la situazione si è evoluta in qualcosa di più complicato. Ma lasciate che vi spieghi. Dobbiamo tornare un po’ indietro nel tempo, più o meno due anni fa.
– Amore sono a casa!
Non ottenni risposta. Caterina, con molta probabilità, stava ancora lavorando. Appesi la giacca all’attaccapanni e posai lo zaino a terra. Lasciai lei scarpe vicino all’ingresso e potei finalmente affondare i piedi stanchi nelle comode e calde pantofole. Ero sopravvissuto ad un’altra esasperante giornata lavorativa. Facevo l’aiuto cuoco in un ristorante stellato. Diventare chef era sempre stato il mio sogno più grande dopo il diploma, ma purtroppo bisognava partire dal basso. Ero ancora al livello pelapatate. Una volta tornato a casa, continuavo ad esercitarmi e a sperimentare. Prima o poi, avrei iniziato anche io a presentare i miei piatti. Era solo questione di tempo.
– Ciao amore, sei tornato! Scusami, non ti avevo sentito, stavo ancora facendo la live.
Caterina si avvicinò e mi diede un bacio sulle labbra. Stavamo assieme da quasi quattro anni, eravamo al secondo anno di convivenza. Le cose tra di noi andavano bene, ma i mesi precedenti erano stati intervallati da momenti difficili. Caterina, dall’anno precedente, era stata licenziata. L’azienda in cui lavorava era in crisi da tempo e, dovendo fare dei tagli al personale, ghigliottinò molta gente, tra cui lei.
Dopo vari colloqui fallimentari, era riuscita a rimediare un lavoro in un call center, dalla quale però usciva ogni giorno piena di ansia e di stress. Le condizioni erano al limite della sopportazione. Dopo aver resistito tenacemente per un mese, fu costretta a mollare.
Rimasta a casa, aveva dovuto ingegnarsi. Decise di provare ad iscriversi ad uno di quei tanti siti per fare video in streaming.
– Per molte persone è un vero e proprio lavoro a tempo pieno, perché non può diventarlo anche per me? – continuava a ripetere, chiedendo la mia opinione in merito.
Io non ero molto convinto. Per carità, ognuno può fare come vuole, ma avevo difficoltà a considerare una live in streaming come un lavoro vero. A lungo andare, secondo me, non avrebbe lasciato nulla di concreto. Ma tenni questi pensieri per me e la incoraggiai.
– Be, puoi sempre provare. Non dovesse avere andare bene, ci inventeremo qualcos’altro.
Dopo aver comprato un paio di attrezzi base del “mestiere” (perdonate le virgolette, ero ancora titubante) ovvero una webcam, un microfono e delle cuffie da gamer, bisognava scegliere una tipologia di video. Caterina si mise a fare una ricerca sulla piattaforma per vedere quale fosse il trend più in voga del momento. Alla fine, optò per l’unboxing. Nel suo caso, scelse il cibo come main topic. In pratica, consisteva nell’ordinare pacchi di varie tipologie di alimenti da scartare e aprire in diretta per poi provarli davanti ad un pubblico online. Poteva sembrare una cosa stupida, e secondo me lo era, ma alla gente piaceva.
Caterina decise, sempre prendendo ispirazione da contenuti simili, di ordinare snack dai gusti strani provenienti da varie parti del mondo.
Dopo i primi giorni di prova, nelle settimane successive aveva attirato diversi followers, grazie soprattutto alla sua simpatia magnetica. E anche, perché va detto, alla sua bellezza particolare. I suoi lineamenti e i toni scuri derivanti dalle sue origini greche insieme alle forme giunoniche contrastavano in maniera magica con l’azzurro dal sapore nordico dei suoi occhi.
Inoltre, il suo impegno e la sua dedizione in quello che faceva era davvero lodevole. La ammiravo molto e la supportavo in tutti i modi possibili. La sera, nel momento di relax post-cena mi sedevo con lei sul divano e insieme analizzavamo i vari commenti ricevuti durante le live e successivamente provvedevamo alla pubblicazione del video sulle altre piattaforme.
Dopo tre settimane, notammo che la gente iniziava a commentare in maniera più blanda e le visualizzazioni rimanevano stabili, ma senza ulteriori incrementi. Pensammo che stavano iniziando a stufarsi del tipo di contenuto. Ci rimettemmo pazientemente a studiare i commenti e a continuare a ricerca i trend del momento, che sembravano cambiare ogni settimana. Caterina notò più commenti che le suggerivano di valutare cibi cucinati da altri. Ovviamente mi offrii di aiutarla. Dopotutto, me la cavavo bene in cucina e, oltre al fatto di volerle dimostrare quanto la sostenessi, poteva essere un modo per sperimentare ciò che imparavo durante la giornata lavorativa.
La faccenda si rivelò assai tosta, soprattutto per me. Divenne come un secondo lavoro. Tutto il giorno in cucina a sgobbare come un mulo per poi arrivare la sera a casa e continuare a spadellare. Certo, i ritmi non erano equiparabili, ma la stanchezza si faceva sentire. Però i video di Caterina ottenevano dei buoni risultati e vederla felice ripagava tutta la fatica.
Purtroppo però, dopo qualche settimana, la situazione di stallo si ripresentò. Dovevamo nuovamente cambiare trend.
Decidemmo di rimanere sempre sul cibo come area tematica. Ma Caterina ebbe un’idea: per rendere la cosa più dinamica, saremmo andati in giro in macchina per provare diversi ristoranti o locali famosi. Piatti tipici tradizionali di un posto, invenzioni originali di alcuni chef, ma anche street food di qualsiasi tipo, in tutte le salse. Il tutto documentato e filmato, compreso il viaggio in macchina. Giravamo principalmente la sera. Essendo io a dover guidare, era il mio unico momento libero della giornata. Quando capitava, registravamo anche per l’ora di pranzo.
La protagonista assoluta dei video rimaneva comunque Caterina. Io non volevo comparire direttamente in camera, guidavo e facevo da cameraman durante gli spostamenti. Mi piaceva partecipare, ma ero troppo timido per farmi riprendere, non mi sarei sentito a mio agio.
I video ebbero il successo sperato. La simpatia di Caterina era magnetica e la sua spontaneità era una perla rara per quella tipologia di contenuto. Le iscrizioni aumentarono, e con esse le donazioni, che divennero più generose. Aumentarono di conseguenza le entrate mensili di Caterina che, nel giro di un mese, arrivarono quasi a superare le mie. Con l’aumento degli iscritti, i commenti ovviamente crebbero di numero ma, allo stesso tempo, cambiando il pubblico cambiò anche la tipologia dei commenti.
Nonostante la miriade di commenti che cadevano a cascata, Caterina se li leggeva ancora quasi tutti e, quando aveva tempo, la aiutavo. Molti scrivevano che avrebbero donato più soldi se Caterina fosse ingrassata.
Ti dono 100 euro se arrivi a 80 kg
Io te ne do 200 se arrivi a 100 kg
Caterina, inizialmente, non sembrò prestarci molta attenzione.
– Va beh, esagerati – mi diceva.
Ma nei giorni successivi, le stesse persone continuavano a ripostare gli stessi commenti. Ebbi l’impressione che Caterina, pian piano, stava gradualmente cambiando idea.
Serie: Live
- Episodio 1: La Scelta Migliore
- Episodio 2: Una scelta obbligata
non so se una cosa del genere possa capitare sul serio- forse sì: il mondo nel quale mi trovo a vivere- con tutti gli altri- è talmente violento e stupido, talmente volgare e sporco da superare di continuo la mia immaginazione. Sulla terra o io o le – e gli- influencer.
Sono assolutamente d’accordo con te, Francesca
Ti sei addentrato in un campo, quello degli influencer, che non solo è attuale ma che, soprattutto, è proprio un mondo a sé stante. E lo stai trattando in maniera davvero egregia.
Purtroppo, ciò che racconti è storia vera: ci sono molte persone che, pur di incrementare i propri follower e, quindi, i guadagni, arrivano anche a mangiare per ingrassare, oltre a fare anche cose molto più discutibili.
È una storia che mi piace molto, perché la stai affrontando nel modo giusto.
Grazie mille Giuseppe, be in realtà mi sono ispirato ad una storia vera, è diventato ormai quasi impossibile immaginare situazione simil realistiche che non siano già accadute nella realtà.