
La Scommessa di Lucy
Serie: Scuola per giovani damigelle della Signora Bennington
- Episodio 1: Il Giuramento di Pandora
- Episodio 2: La Scommessa di Lucy
STAGIONE 1
Sono ormai sulla terra da secoli e, come hanno fatto gli altri come me che di tempo ne hanno pure troppo, ho cercato degli hobby che mi tenessero a bada la noia, o questa mi avrebbe uccisa come i miei dolori alla schiena.
Ho provato un po’ di tutto: a cucinare, ma i piatti mi piace che me li portino già pronti; il giardinaggio, ma l’ho trovato troppo rilassante, e a me piacciono le cose eccitanti. Quindi passai a un corso di autodifesa: anche se sono fisicamente più forte di loro e sono in grado di far volare un essere umano con una semplice presa, un proiettile in testa mi può sempre uccidere. Sono immortale, non invulnerabile.
Ho tentato di tutto per tenermi occupata fino ad ora, tra direttrice della scuola, i figli che crescono e mi odiano, e tutto il resto, ma alla fine niente toglieva la noia dalle mie povere ossa. Tutto ad eccezione di un’unica cosa: il gioco d’azzardo. Amo il gioco d’azzardo. E sono anche dannatamente brava.
Ancora ricordo quando mio marito mi fece provare un gioco chiamato poker e, quando vinsi la mia prima partita, mi disse che era la fortuna del principiante, ma poi l’ho battuto altre dieci volte di fila. Era così sorpreso che mi chiese se stessi imbrogliando, dicendomi che forse non ero molto diversa dai demoni che combattevo. E poi ci siamo abbracciati e mi disse che nessuno l’aveva mai battuto a poker così facilmente. Mi mancano quei momenti. Forse giocare d’azzardo è una delle tante cose che mi ricordano di lui. Per questa ragione ancora oggi vado al mio locale preferito senza che nessuno mi veda, portandomi dei soldi che mi sono tenuta in segreto. Scusami Jeane, lo so che tieni d’occhio le mie finanze, ma una donna deve pur sempre tenere a bada il suo portafoglio.
Durante uno dei miei “viaggi di lavoro” decido di fare un salto al mio locale, alta classe e raffinato, l’ideale per chi voleva spennare polli miliardari. Ma non sono qui per vincere soldi, ma solo esclusivamente per vincere. È una delle poche cose che mi fa sentire viva, considerando il mio lavoro di direttrice in una scuola di damigelle che segretamente lavora per difendere il mondo da demoni e altre entità non-umane. Un po’ di sano svago sicuro e senza pensieri me lo merito.
Appena mi siedo al tavolo del poker noto una donna accanto a me che mi guarda con occhi curiosi. Alta, capelli neri, occhi rossastri e pelle molto pallida, in contrasto con il suo lungo vestito nero. Non-umana, forse una come me.
“Le piace vincere?” mi chiede mentre mi fa un cenno con la mano.
“Come tutti in questo posto.”
“Ma non tutti ci riescono.”
“Perché non tutti ci provano”, faccio la mia puntata, per vedere la sua reazione.
Mi sorride: “Interessante il suo modo di pensare, signora?”
“Mi chiami solo Cassy, e lei?”
“Mi chiami solo Lucy. Giochiamo dunque?”
Inizia la partita e immediatamente noto come la mia rivale sia in gamba: sa bluffare e anche fare delle ottime puntate. Direi che è persino più brava di me e io gioco a poker da quasi otto secoli. Ma lei sicuramente ci gioca da più tempo di me.
Alla fine rimaniamo solo io e lei, da sole. Ma prima di iniziare mi ferma e mi chiede se sono disposta a tutto pur di vincere. Io vivo per vincere. Non dico mai di no a una sfida.
Mi porta dietro il locale ed entriamo in una stanza mal illuminata. Vedo solo quattro cose: un tavolino, due sedie, e una pistola.
“Roulette Russa, dove chi vince prende tutto, anche la vita della persona. Ma suppongo che per lei non sia nulla di nuovo. Non è vero, signora Bennington?”
La guardo e sorrido. “Sono brava a giocare, ma sono pessima a mentire.”
“Allora non sarà difficile per lei: una pistola non può mentire giusto?”
“E neppure un proiettile.”
Prendiamo i nostri posti e Lucy mi fa vedere l’arma, una Nagant M1895, tipica della roulette russa. A prima vista non vedo nulla di diverso ma noto che tiene un pollice sul tamburo. Faccio per prendere l’arma ma Lucy mi batte sul tempo, infila il proiettile nel tamburo e punta la pistola sulla sua testa.
“Mi dica signora Bennington: cos’è che la spinge a vivere dopo tutti questi secoli? Non è stanca di rimanere qui, tutta sola, a fare un lavoro che nessuno sa di fare? Non vorrebbe ritornare in Cielo? Oppure riavere suo marito? Io potrei aiutarla.”
Click. Primo colpo andato a vuoto. Ne mancano cinque.
Prendo la pistola e la porto alla mia testa. “Quindi lei potrebbe resuscitare i morti e farmi tornare come prima? Interessante. Il prezzo?”
Click. Secondo colpo andato a vuoto. Ne mancano quattro.
Diamine, credo che questo gioco mi piaccia troppo.
Lucy prende l’arma e se la mette sulla testa, sorridendomi con garbo. “Se vinco io, voglio tutto. La sua agenzia segreta, il suo patrimonio, le sue damigelle, i suoi figli, i suoi poteri, e in cambio le permetterò di ritornare a vivere col suo maritino come se nulla fosse. Un affare, dico bene?”
Click. Terzo colpo, ancora niente.
È il mio turno e ho tre chance su sei. Metto la canna sulla testa e la guardo con determinazione, i miei occhi fissi sui suoi. “Molto bene: se invece vinco io però, voglio che lei venga a lavorare per la mia agenzia, sotto i miei ordini, e se mi disobbedisce allora le toglierò i poteri. Accetta?”
Click. Quarto colpo. La tensione è a mille. Non mi sono mai sentita così viva dall’operazione in Transilvania.
Lucy prende la pistola. “Accetto volentieri, dea della Vita.”
Mette la canna sulla testa: ha due colpi su sei e se vince, ho perso. E se lei perde beh… i proiettili non mentono, giusto?
Click. Vuoto.
Lucy abbassa la pistola e mi sorride. Ha vinto. “Dunque è finita. È stata molto in gamba signora Bennington, lo ammetto, ma ora tutto ciò che ha mi appartiene.”
Da sotto il tavolo prende un documento già stilato, un calamaio con una penna dentro e mi fa cenno di firmare. Ma io non ho ancora giocato.
Prendo la pistola e la metto sulla testa. Lei mi guarda e sospira, scuotendo la testa. “Mi spiace signora Bennington, ma uccidersi non terminerà il nostro accordo, lo sa?”
“Lo so”, rispondo. “E c’è solo un modo per batterti: vincere.”
Poggio il dito sul grilletto. Il mio cuore batte all’impazzata ma cerco di rimanere salda e compatta. Chiudo gli occhi e do l’ultima spinta al dito, prima di sentire l’ultimo suono che avrei sentito.
CLICK. Vuoto.
Lo sapevo che c’era un trucco. Lei non gioca mai pulito, dopotutto. Abbasso la pistola e gli occhi di Lucy sono impervi, pieni di rabbia.
“Questa pistola ha sette colpi in canna, non sei. L’hai modificata così che in ogni caso avresti vinto tu: se avessi iniziato io, dopo il sesto colpo ti sarebbe bastato fare il settimo e avresti vinto, ma siccome hai iniziato tu avrei pensato di perdere con il sesto colpo. Peccato, se mi avessi fatto iniziare per prima, allora non avrei avuto scampo, ma avevi paura che mi sarei accorta del tamburo diverso, vero?”
“Non sapevo che…”
“Che conoscessi le armi umane? Lucy, io lavoro con le armi tutto il giorno. La mia scuola è solo una facciata e lo sai. Era inutile nascondere il settimo buco col tuo pollice. Avevo già capito il trucco.”
È nel panico: ha perso, ma non può perdere. Non vuole perdere, soprattutto per una come lei che è sempre stata abituata a vincere. Afferra la pistola e me la punta contro.
“Tu non sai con chi hai a che fare! IO SONO [REDATTO].”
Click. BANG!
Il settimo colpo che tutte e due stavamo aspettando arriva e con cui Lucy cerca di uccidermi, dimenticando che la morte non cancella il contratto. Ma comunque manca il bersaglio: qualche centimetro più a sinistra e mi avrebbe centrato la testa, ma invece mi sfiora i capelli. Sarà pure un’ottima giocatrice d’azzardo, ma come tiratrice fa pena.
Le prendo la pistola, mentre i suoi occhi si riempiono di sangue e respira affannosamente, cercando di capire cosa sia successo. Dalla rabbia passa alla disperazione, e dalla disperazione alla supplica.
“Dimmi, a quante altre persone hai detto la stessa cosa, per poi derubarle senza pietà?” le sorrido. “Preparati per un’esperienza che ti cambierà la vita, mia cara Lucy. E non ti preoccupare: non dirò a nessuno chi sei veramente. Considera questo un atto di carità, [REDATTO].”
– : –
Rapporto Missione 066
Nome: [REDATTO]
Pseudonimo: Lucy
Stato: Sottomessa – in attesa di rieducazione
Razza: Non-umana non specificata
Specializzazione: Imbrogli, trucchi, scommesse
Note: Per nessuna ragione bisogna menzionare o scrivere il suo nome, e chiunque lo faccia sarà seriamente punita. È vietato fare scommesse e accordi con lei. Nonostante abbia avuto ordine di non fare del male a nessun membro della scuola, si prega di fare attenzione mentre si è vicini a lei.
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