LA STANZA VUOTA

Serie: La mia ombra


Intanto il mio corpo, come cadendo all’interno di un baratro apertosi d’improvviso al di sotto dei miei piedi, sprofonda in una stanza completamente buia. Nonostante ciò, riesco ad intravedere la presenza delle pareti che mi circondano. La sensazione di vuoto viene infatti sostituita da quella di una cella chiusa, di un luogo dove non si può scappare… ne trovare luce.

Accasciato, con la schiena al muro e le gambe distese in avanti, pur mantenendo il mio sguardo aperto, non riesco ad osservare nulla intorno a me, se non quel nero.

E’ inutile per me tentare di fare qualcosa, ne sono pienamente cosciente. Perché sforzarmi dunque di cercare un’uscita? Quel luogo mi si palesa in maniera tale perché così è.

<Sei stanco non è vero?>

Sussurra quella voce, giovane, nella mia mente.

<In effetti sono stanca anche io…>

afferma infastidita.

<Non mi ricordo nemmeno quand’è stata l’ultima volta che mi sono mossa, ormai penso di non saper neppure camminare.>

continuerebbe, con tono quasi seccato e dubbioso.

<Si può sapere di che stai parlando?! Chi sei?! Cosa mi sta succedendo?!>

Gridai a quella voce alzandomi in piedi ed agitando la testa, come se questo bastasse per mandarla via.

<Io sono te… Kevin. Io sono la tua ombra. Sono la tua amica di sempre, l’unica che non ti ha mai abbandonato e che mai lo farà… nemmeno ora Kevin… nemmeno dopo tutto ciò che è successo.>

<Cosa vuoi dire?>

<Davvero non ricordi nulla? Come siete buffi voi umani.>

Afferma la voce che ora sembra provenire da ogni lato o angolo di quelle pareti.

<Prova a chiudere gli occhi allora e a cercare un sussurro. Sono certa che il tuo inconscio, sappia già cosa tu stai cercando….>

Il suo tono, simile a quello di una madre affettuosa che bisbiglia la ninna nanna al figlio, quieta il mio animo.

I miei occhi si chiudono pacatamente ed io, inizio a vagare all’interno della mia memoria e dei miei ricordi, seppur questi continuino ad apparirmi… esattamente come quella stanza.

Non riuscivo a ricordare altro di fatti, se non quello che mi era appena successo.

Non riaffiorava alla mia mente nulla, se non il vuoto ed il buio, quando cercavo di pensare, a cosa stessi facendo, gli unici ricordi che potevo distinguere, erano quelli di quell’uomo in bianco e della strana figura in nero.

Queste due, mi apparivano ben distinte all’interno di quell’oscurità. La prima, a destra, continuava ad osservare l’orologio e a scrivere su un’agenda senza mai fermarsi, l’altra invece, rimaneva immobile, priva di vita e sempre più grande.

Non riuscivo a capire, se ero io ad avvicinarmi maggiormente a lei o se era lei ad attrarmi a se sempre di più.

Potrei dire soltanto, che ad un tratto, divenimmo un tutt’uno per un istante, o almeno… questo è quello che mi sembrò, prima di ritrovarmi nuovamente lì… nel luogo dove l’avevo incontrata per la prima volta.

Serie: La mia ombra


Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ciao Teobaldo. Inizio a farmi un’idea su quanto è accaduto al protagonista, ma attendo i prossimi episodi per averne conferma. Potresti, al contrario, sorprendermi con un colpo di scena che cancella in un solo colpo le mie convinzioni.