La terza vittima

Serie: Il sangue del mito


Osservò inorridita. Senza proferir parola udì il partner parlare.

Samuel: Ha utilizzato degli spuntoni per attaccargli due ali sulla schiena. A quel punto gli ha dato fuoco e dalle scale lo ha scaraventato sull’acquario.

Hope: Icaro. – deglutì continuando a fissare la pozza di sangue – Però le altre due erano molto più precise.

Sentirono dei passi giungergli alle spalle.

Clarissa: L’anello, la firma del killer è nell’acquario. È morto lentamente. – si avvicinò alla ragazza – Hope c’è un altra cosa.

La detective si accorse del tentennamento della dottoressa, sembrava stupita.

Clarissa: Il cadavere che state fissando non faceva parte del gruppo di ascolto, tuttavia è legato al tuo principale sospettato. È suo padre!

Hope: William è sempre al centro. Sono sicura della sua colpevolezza.

Samuel: Mark ti ha detto di cambiare pista.

Hope: Sono sicura sia lui il colpevole. Andate a parlargli, io ho intenzione di studiare dei fascicoli.

Portò con se Miranda. Le due giunsero agli archivi della polizia. Prese dei fascicoli e li posò sul tavolo.

Hope: Rapiva le vittime, le dissanguava, ricuciva i tagli ed infine le faceva trovare impiccate. Le prove finirono contaminate e William se la cavò.

Miranda: È già stato processato per quegli omicidi ed ha vinto la causa.

Hope: Lo so. – estrasse dei fogli dai fascicoli deglutendo – Non posso crederci. Sono le foto delle vittime. Le cuciture formano una scritta…

Miranda: oH? La firma del killer?

Hope: Si e penso abbiamo sbagliato tutto. Non è oH! La scritta è H con accanto in alto un minuscolo 0. È il simbolo del bosone di Higgs, chiamata la particella di Dio.

Miranda: Questo ci aiuta?

Hope: Il killer uccide prendendo spunto dagli antichi miti. Lui influisce sulle vite delle proprie vittime come gli dei influivano punendo. Si firma H° come a voler rimarcare la propria influenza sulle vittime.

Miranda: Tutte persone che William conosceva. Le cuciture lo legano al caso, d’altronde è stato assolto solo per degli errori.

Hope osservò qualche istante le foto delle donne e l’ordine degli omicidi. Prese le foto delle tre vittime del killer.

Hope: Guarda. I colori delle vittime femminili. La prima ha occhi e capelli chiari. Carnagione pallida. L’ultima, la settima, occhi, capelli e pelle scura quanto il carbone. Ha scelto donne con colori sempre più scuri. Stessa cosa per le tre vittime maschili. Ci saranno altri quattro cadaveri o almeno ipotizzo.

Come teoria era un po’ tirata, pensò di starsi ad arrampicare sugli specchi.

Miranda: Il sangue. Non abbiamo più pensato a quello.

Hope: Hai ragione. Non abbiamo più seguito la pista del sangue di Chris Gels, il ragazzo che scriveva utilizzando il proprio sangue. Oltretutto il fratello di William faceva parte della pista iniziale.

Le due utilizzarono la vettura della polizia per tornare dall’uomo ancora nell’istituto d’igiene mentale. Raggiunsero la cella dell’uomo con le guardie.

Mike: A cosa devo la vostra visita?

Hope: Sappiamo della particella di Dio.

Mike: Il reale marchio del killer? Complimenti era ora! Ci avete messo un bel po’! Arte e divinità, non sono forse collegate come cose? L’artista crea come un dio! Opere d’arte di carne e sangue, miscela torpida di emozioni alla loro vista.

Hope: Omicidi e basta. – lo interruppe.

Mike: Non avete prove o altre piste. State brancolando nel buio. Però voglio farvi un regalo, un piccolo segreto. La quarta vittima è già nelle loro mani. Avete due giorni.

Fine sesto episodio.

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