
LA TRIPLICE “L”
Serie: Le Venti Clessidre
- Episodio 1: 3 AMICI AL BAR
- Episodio 2: LA PIRAMIDE DEL MEGALOMANE
- Episodio 3: NeferTARI
- Episodio 4: DUNE E ADUNATE
- Episodio 5: LA TRIPLICE “L”
- Episodio 6: ETIMOLOGIA
- Episodio 7: PROLOGO
- Episodio 8: EPILOGO DEL PROLOGO
- Episodio 9: IL PACCO
- Episodio 10: QUESTIONE DI SHARM
STAGIONE 1
Letto sfatto, indumenti intimi sparsi per tutta la stanza, tracce di DNA e gocce di piacere inseminavano le lenzuola non più candide: questo lo scenario sotto gli occhi dei due amanti, un campo di battaglia dove era stato consumato l’ultimo assalto, un corpo a corpo senza vinti né vincitori, dove entrambi erano soddisfatti, piacevolmente soddisfatti e appagati in tutti i sensi. Dopo una fisiologica pausa refrattaria, che possiamo quantificare tra gli ottimistici dieci minuti e i medi venti – risultati migliori sono inversamente proporzionali alle balle millantate -, le membra indolenzite ritrovano vigore, il fisico prestante di Neferneferuaton, nonostante l’età non più giovane considerata la vita media dell’epoca, risponde all’appello con tutti i suoi organi pronti a una nuova carica, quasi tutti per il vero. Un unico organo, che è anche l’unico organo dotato di una canna unica nel senso di unica nel suo genere, stentava a riprendersi, ma dopo un collaudato trattamento, consistente in un breve massaggio manipolatorio rinvigorente, la funzionalità era garantita al cento per cento. Neferneferuaton si rivolge ad Alice con una domanda inaspettata: “Ti va una terza?” Alice si gira sorpresa, presa una mano di Nef la porta al seno. Nef ne approfitta per stringere entrambe le mammelle con un movimento istintivo. Alice compiaciuta: “Che dici, per te ci stanno in una terza? Ma quando mai!” Nef, eccitato, riformula completando la domanda: “Ti va la terza, di farlo la terza volta intendevo”.
Alice, accortasi di uno strano movimento sotto le lenzuola, prende la “palla” al balzo: “Mi va alla grande! Nef sei una POTENZA, EVVAI ALLA GRANDE, ALLA TERZA!”
Dopo aver terminato la consumazione, non al bar e nemmeno davanti al frigobar, Nef e Alice si accasciano sul letto esausti come l’olio dopo le ripetute fritture. Si accasciano stremati e provati ma pienamente appagati, di certo non per un rito di devozione alla Santa da Cascia.
Il periodo refrattario si era allungato e al contempo qualcos’altro per legge di natura accorciato, ma stava riprendendosi. Alice, incuriosita, se ne esce con una domanda assurda: “Nef sei davvero una potenza, ora ti faccio io una domanda sulle potenze, ma quanto fa 17 alla 17^?” Nef, sbalordito per l’astrusa richiesta, risponde alla domanda con un’altra domanda: “Ma che razza di domanda è questa?” Alice: “Scusa Nef, me n’ero dimenticata proprio, ieri sera ho sbirciato dall’occhio del quadro di Tutankhamon, proprio un attimo prima che il nuovo Gran sacerdote e quel sosia del faraone si congedassero. Sono solo riuscita a intercettare questa frase: “Tutto è pronto, ricorda bene questo numero:
17 alla 17^!” Aspetta, forse era alla 17^ alle 17. Beh, cosa cambia?”
Nef si rizza a quelle parole (e null’altro!). Cosa voleva dire 17 alla 17^? Niente. E alla 17^ alle 17? Neanche. I due numeri lo tormentavano; percepiva qualcosa di sinistro in quei numeri, e 17 non era proprio un numero fortunato. Poi un’intuizione, questa sì fortunata: alla 17^ alle 17! Era l’appuntamento fissato per le ore 17:00 alla 17^ clessidra gigante. I testimoni di Geo & Geo stavano per tendere un agguato al faraone che per quell’ora doveva passare per il viale.
“Scappo via!” Nef, senza attendere un attimo, si allontana. “Ma è un vizio allora!” sbotta Alice ancora memore dell’ultima fuga.
~~~~~~~~~~~~~
Nef in groppa al suo dromedario, che puzzava come una Camel senza filtro, prende la tangenziale direzione centro commerciale “Le Piramidi”. Dopo la prima oasi di servizio trova la strada intasata per via della fiera delle fiere, un’importante kermesse espositiva che richiamava molti visitatori da tutto l’Egitto per vedere tigri, leoni, leopardi, pantere e giaguari. Finalmente intravede le alte mura del palazzo del faraone. Era quasi arrivato quando un posto di blocco ferma la sua corsa. Non poteva proseguire, era successo qualcosa di grave: il corpo senza vita di uno studente straniero era stato trovato ai bordi della strada. Dicevano si chiamasse KIreLLgeEDni , (un nome strano, che presagiva una fine violenta) e che avesse messo il naso in quel mondo poco trasparente del sindacato dove la Triplice “L” dettava legge. Lamaneth, Landinemon e Lundinemon erano i tre sindacalisti. Il primo con la solita pipa d’ordinanza, il secondo con la sua immancabile t-shirt bianca, il terzo – la persona sbagliata al posto sbagliato – senza niente, ma tanto era lì solo per metterci una pezza di Lundinemon -. Tutti e tre a rivendicare: Libertà, Lavoro e L’uguaglianza, ognuno con la sua “elle” portabandiera. Poi qualcosa è andato storto, forse avrà toccato inavvertitamente qualche nervo scoperto. Questa triste scoperta non darà pace ai suoi genitori, ai tanti che lo hanno conosciuto in vita e a tutti i suoi conterranei.
“Sono cose che non dovrebbero succedere” pensò Nef “la storia non deve ripetersi, la storia deve insegnare.” La storia era nelle sue mani, e non doveva permettere un faraonicidio (termine – presumo – coniato dal cognato del faraone).
Nef, dopo una rapida inversione a “U”, decise di dirigersi verso il Viale delle Venti Clessidre. Era sulla strada giusta, un cartello rassicurante indicava “tutte le direzioni”: non poteva sbagliare. Doveva lasciare un segnale al faraone per avvertirlo del pericolo incombente e bloccare i cospiratori alla 17^ clessidra.
Si mise a capo di un numero sufficiente di Guardie Giurate che sostavano in una casermetta nei pressi della prima clessidra (guardie fidate del faraone che avevano prestato un giuramento di sangue, una sorta di pretoriani senza albo pretorio). Dapprima diede l’ordine di inclinare le prime dodici clessidre di 90° mettendole praticamente in “stand by’, poi di convergere con le Guardie Giurate, appena allertate in direzione della 16^ clessidra, dove li attendeva un altro drappello di miliziani del faraone avvisati da un messaggero. Da lì dovevano, con la massima cautela e circospezione, circondare la 17^ clessidra con una manovra a tenaglia, in modo da sigillare ogni via di fuga dei mozzatori di teste e sventare così l’imboscata.
L’ignaro faraone era in ritardo sulla tabella di marcia che si era prefissato e non per l’ingorgo cittadino (aveva una corsia prefeREnziale). Come sempre era accompagnato da un generale e dal solito drappello di guardie personali. Dall’alto del carro in corsa non fece caso alle prime tre clessidre bloccate. Appena alla quarta clessidra il generale, che sempre lo accompagnava, lo avvisò dell’anomalia facendogli notare l’instabile posizionamento della clessidra. “Divino Ramses, le clessidre non stanno segnando il tempo!”
“Avete ragione, proseguiamo ancora ma con maggiore cautela e circospezione.” Dopo aver superato anche la quinta e la sesta clessidra il faraone ebbe un sussulto, le parole profetiche del sacerdote, che da tempo si ripresentavano nei sui incubi notturni, ora avevano un senso: “Arriverà il tempo in cui il tempo si fermerà e tu non avrai più tempo, anche il tuo tempo finirà, sarà arrivata la tua fine e non avrai tempo per scappare…….”. Le clessidre erano ferme, il tempo si era fermato e l’infausto presagio stava per avverarsi. Era un segnale di pericolo che non doveva essere sottovalutato. Il faraone allora impartì un ordine inaspettato al Generale: “Si ritorni a palazzo immediatamente!” Fino a dove possono vedere i miei occhi tutte le clessidre avanti a noi sono bloccate, è pericoloso continuare”.
I carri si fermarono e dopo una precisa inversione a “U” presero la via del ritorno (è già la seconda inversione a “U” cui assistiamo, ma viste le continue inversioni a “U” dei nostri parlamentari non c’è di che meravigliarsi, anzi, sarebbe opportuno posizionare un divieto d’inversione a “U” alla Camera e al Senato multando i numerosi trasgressori).
Il piano di Nef poteva sembrare un azzardo ma si sa, la fortuna arride agli audaci. Il piano andò in porto; i mozzatori di teste vennero fermati e arrestati e, quel che più conta, il faraone si salvò. Il Gran sacerdote e il sosia del faraone si arresero senza opporre la benché minima resistenza. I due cospiratori vennero legati, imbavagliati, incatenati e infine assicurati a dei “giustizieri” piuttosto che alla giustizia.
P.S. Qualche giorno dopo il tragico ritrovamento del povero ricercatore, e per la prima volta nella storia dell’Antico Egitto, comparvero degli striscioni appesi fuori dalle finestre di colore giallo. Uno di dimensioni gigantesche sventolava addirittura in cima alla piramide di Cheope. Vi si leggeva a caratteri cubitali la scritta “VERITÀ PER KIreLLgeEDni”. Fu il faraone in persona, considerandola un’offesa personale, a ordinare la rimozione dello striscione come anche di tutti gli altri. Una multa del controvalore di 100,00 Euro veniva comminata a chi non aveva provveduto d’iniziativa alla rimozione.
La sanzione veniva commutata in dieci anni di carcere qualora il pagamento non fosse pervenuto all’amministrazione giudiziaria entro le 24 ore successive alla notifica. Peccato che, casualmente, le notifiche venissero eseguite solo il sabato alle ore 18:00 e l’ufficio abilitato alla riscossione chiudesse improrogabilmente alle ore 17:30. La domenica l’ufficio era sempre chiuso per il consueto riposo settimanale. Per fortuna che cose del genere sono inimmaginabili ai giorni nostri a parte una sanzione di 100,00 Euro che non prevede, in caso d’inadempienza, conseguenze così tragiche, al massimo tragicomiche. Verus?
Serie: Le Venti Clessidre
- Episodio 1: 3 AMICI AL BAR
- Episodio 2: LA PIRAMIDE DEL MEGALOMANE
- Episodio 3: NeferTARI
- Episodio 4: DUNE E ADUNATE
- Episodio 5: LA TRIPLICE “L”
- Episodio 6: ETIMOLOGIA
- Episodio 7: PROLOGO
- Episodio 8: EPILOGO DEL PROLOGO
- Episodio 9: IL PACCO
- Episodio 10: QUESTIONE DI SHARM
Campi di battaglia e fuoco. Fuoco nel Carso. Fuoco in Versilia. Fuoco in Maremma. Fuoco in Francia, in Spagna, in Grecia, in Canada… Un campo di battaglia infuocato anche nell’ incipit di quest’ ultimo episodio.
E brucia ancora nel cuore dei sui famigliari e amici la fine assurda di G. R.
Per fortuna che è un fuoco che dura poco: una nottata. Le menzogne su Giulio invece durano da troppo tempo ma la verità non potrà essere nascosta per sempre.
Bravo! Mi è piaciuto molto l’inizio bollente. Ma guarda un po’, anche nell’antico Egitto gli studenti che indagano sui sindacati venivano visti male, bravo per aver ricordato Giulio.
Evidentemente le tempeste ormonali non risparmiavano neanche gli Antichi Egizi.