La villa in Toscana: Ospiti inattesi

Con emozione Pandora scartò il suo regalo e rimase senza parole. Era una bellissima collana con un pendente a forma di goccia delle stesso colore dei suoi occhi.

“Dio Philippe… È stupenda” non aveva parole e di getto lo baciò.

“Non stavo scherzando quando nella serra ti dissi che sei mia. I tuoi occhi, la tua bocca e spero anche il tuo cuore” abbassòo sguardo.

Lei lo costrinse a guardarla perché voleva dirgli che lo amava e voleva farlo fissando quegli occhi profondi. Purtroppo furono interrotti da Maurice che gli annunciava l’arrivo di due ospiti. Nel salone entrò Nadine, accompagnata da Max. Philippe si irrigidì.

“Pan tesoro buon Natale” disse con naturalezza.

“Anche a voi. Ma cosa ci fate qui?” le chiese.

“Visto che non sei passata per Natale abbiamo deciso di venire noi! Ne abbiamo approfittato per fare un viaggetto. Vero Max?” guardò l’uomo al suo fianco.

“Si tesoro. Auguri Pandora e grazie dell’ospitalità signor Castelli. Scusi l’intrusione” lo guardò con astio.

“Gli amici di Pandora sono i benvenuti. Poi conosco bene Nadine e non è un problema ospitarvi” il tono era formale e non lasciava trasparire i suoi sentimenti.

“Molto bene allora. Staremo un po’ insieme”Nadine corse verso Pan e l’abbracciò.

“Nadine, Maurice vi farà sistemare nella vostra stanza. Sistematevi con calma”disse serio.

Gli ospiti lasciarono la sala e tra di loro ci fu un lungo silenzio imbarazzato. Pandora non era per niente contenta di quella visita. Anche se voleva bene a Nadine era sicura che avrebbe rotto il loro fragile equilibrio.

“Non ne sapevo nulla. Avrei preferito stare da sola con te” disse timorosa.

“Ne sei sicura?” era di nuovo sulla difensiva.

“Certo che lo sono” disse irritata.

Lui la guardò in modo strano e poi se ne andò. Rimase sola nel grande salone addobbato, con il regalo di Castelli ancora in mano. Richiuse la scatola e salì anche lei in camera. Dopo qualche ora Nadine bussó alla sua porta.

“Pan posso entrare?” chiese con voce squillante.

“Sì certo” si arrese.

“Stasera andremo tutti insieme a cena. Pensavamo di uscire a mangiare sushi ti va?” disse mentre entrava nella stanza.

“Va bene. Mi preparo allora” non aveva molta voglia in realtà.

“Come va qui… Sembra bene” chiese maliziosa.

“A cosa ti riferisci?” chiese.

“Tu e Philippe sembrate davvero intimi… ” lei arrossì senza rispondere.

“È un uomo davvero affascinante. L ‘ho conosciuto per via di una causa tempo fa. Ci sa fare proprio” si avvicinò alla porta e prima di uscire le disse: “peccato solo per quelle cicatrici” e richiuse la porta. Pandora rimase raggelata a fissare la porta incredula. Come faceva a sapere delle cicatrici? Lei e Philippe…. Il ricordo della festa di Max tornò prepotente nella sua mente. Lei che sussurrava al suo orecchio, lui che sorrideva. Una cireerta complicità era innegabile. Forse si stava immaginando tutto, magari lo aveva visto in qualche spa. Cercò di autoconvincersi ma con uno scarso risultato. Aprì l’armadio cercando qualcosa di scuro, non aveva voglia di uscire ne di vedere nessuno. Indossò una tuta nera elegante, con dettagli luccicanti che le lasciava la schiena scoperta. Stivaletti con il tacco e borsetta argento completavano il look per quella sera. Legó i capelli in una coda alta e si truccò con rossetto rosso e eye-liner nero. Si sentiva a suo agio e quello era l’importante, tanto Nadine l’avrebbe messa in ombra comunque. Mentre scendeva sperava di trovare Philippe da solo ma c’era solo Max purtroppo. L’uomo la fissava un po’ troppo intensamente e la cosa la infastidì.

“Sei veramente sexy questa sera” le fece l’occhiolino.

“Max questo complimento non mi sembra appropriato” disse secca.

“Non posso farci nulla. Sai quello che provo. Mi sei mancata tanto.” si avvicinò all’improvviso cercando di baciarla. Lei si scansó subito e in quel momento arrivó Philippe.

“Interrompo qualcosa?” disse serio.

“No!” quasi urlò Pandora.

“Sì ” disse Max guardando l’uomo con aria di sfida. Nessuno ebbe il tempo di reagire perché in quel momento scese Nadine. Si era acconciata i capelli con bellissime onde bionde. Trucco sensuale, miniabito rosso di pizzo e tacchi vertiginosi. Pandora deglutí e guardò Philippe. Come poteva competere con lei? Iniziava a sentirsi male così uscì fuori per respirare un po’ d’aria. Non voleva avere una crisi adesso. Si allontanò dalla casa respirando profondamente. Cercò l’inalatore nella borsetta mentre gli altri la raggiungevano.

“Tutto bene Pan?” il tono le sembrò ironico.

“Bene sì” disse in un soffio.

In auto i due uomini presero posto davanti e lei e Nadine dietro. Come al solito la sua amica monopolizzò la conversazione. Pan notò più volte uno scambio di sguardi nello specchietto tra Nadine e Philippe. Stava diventando paranoica? Al locale poi prese posto vicino all’uomo e non parlò quasi con nessun altro. Lei e Max erano invisibili.

“Che buono questo sushi Phill! Ci hai portato nel miglior ristorante vero Pan?” la sua voce le dava sui servi.

“Io e Castelli avevamo già cenato qui” disse secca.

“Phill tesoro cosa farai a Capodanno?” era tornata alla carica.

“Di solito do sempre una festa a Capodanno” disse in modo piatto.

“Ma è bellissimo” lo guardava sbattendo le lunghe ciglia scure. La conosceva bene, stava flirtando.

“Se volete rimanere per la festa non ci sono problemi” le disse.

“Oh Phill come sei gentile. Accettiamo vero Max?” guardò il suo fidanzato.

“Come vuoi tu Nadine” rispose remissivo come sempre. Pandora pensò che era proprio un uomo piatto e senza carattere. Paragonato a Philippe era proprio uno zero. E la sua “cara” amica… Si era accorta di non sopportarla più e non le avrebbe più permesso di metterla nell’angolo.

“Pan! Stai ascoltando?” la rimproverò Nadine.

“No scusa… Non ho sentito” si giustificò.

“Hai sempre quella testolina fra le nuvole. Dicevo che sarebbe bello indossare una maschera per la festa. Per celare la propria identità. A casa di Jules e Romina l’anno scorso ci siamo davvero divertiti. Vero?” le chiese.

“Io non molto in effetti” non volle mentire solo per essere cortese. Quella sera Nadine era stata come sempre al centro dell’attenzione e Pandora era finita a parlare di politica con un professore di diritto un po’ attempato.

“Che noia! Sei la solita brontolona. Non riesci mai a divertirti!” la canzonò.

Pandora non replicò perché era stanca, era stufa di tutte quelle chiacchere inutili. Voleva solo che quella cena finisse.                Una volta a casa corse sotto la doccia ma non bastò a calmarla così scese in cucina per prepararsi una camomilla. Aprì piano la porta per non farsi sentire ma inaspettatamente fu lei a sentire la risata inconfondibile di Nadine provenire dalla stanza di Castelli. Rinunciò alla camomilla e si gettò sul letto. Ripensò al passato. Lei e Nadine si erano conosciute alle superiori e nonostante Pandora fosse più brava di lei, non brillava mai come succedeva invece all’amica. In quel periodo si era presa una cotta pazzesca per Lucio, un suo compagno. Si era confidata con Nadine e lei le aveva anche dato dei consigli. Un giorno Lucio l’ aveva fermata fuori dalla scuola e a lei non sembrava vero. Peccato che volesse sapere se Nadine fosse fidanzata e se poteva dargli gentilmente il suo numero. Quella fu solo la prima delle tante delusioni che affrontò al fianco della sua amica e oltretutto si era sentita anche in colpa per i sentimenti contrastanti che provava per lei. I momenti di complicità non erano mancati e spesso Nadine si era presa cura di lei dopo la morte della nonna. Sentì la porta di Castelli chiudersi e notò che erano le quattro e mezza. Non aveva voglia di soffrire ancora. Decise di fare quello che le aveva insegnato nonna Violet. Lasciare che le cose scorrano, alzare le barriere, chiudersi nella sua arte escludendo tutto e tutti. Nei momenti più bui aveva funzionato e doveva funzionare anche adesso. Il giorno dopo con freddezza e determinazione andò a bussare alla porta di Castelli. Lui le aprì subito e a lei mancò la terra sotto ai piedi. Era appena uscito dalla doccia e indossava solo un asciugamano legato in vita.

“Dimmi” disse freddo.

“Volevo sapere quale fosse il prossimo incarico” disse decisa.

“Vuoi lavorare anche durante le vacanze?” le domandò.

“Certo sono qui per questo” lo fronteggiò.

“Allora potresti sistemare un po’ il giardino visto che avrò ospiti per Capodanno” affermò.

“Bene” si girò e andò via.

Fuori la temperatura era sotto lo zero ma il lavoro era sacro per lei, si vestì molto pesante e scese per un caffè veloce. In cucina Nadine e Castelli stavano facendo colazione. Lei indossava una specie di sottana azzurra e già di prima mattina era perfetta. In quel momento vestita come un taglialegna, avrebbe voluto scomparire ma si aggrappò all’orgoglio che le era rimasto prese il caffè e salutò.

“Me la tratti male la mia amica Phill” disse con ironia.

“È il suo lavoro” disse freddo mentre rivolgeva uno sguardo sfuggente a Pandora.

“Io vi lascio alle vostre chiacchere, sfrutto le ore di luce. Buona mattinata” si girò e uscì dalla stanza.

Il giardino era molto bello nella sua imperfezione. Si occupò prima di tutto delle statue stendendo un prodotto chimico che avrebbe riportato alla luce il colore originario. Le posizionò ai lati del vialetto di ingresso con l’aiuto di Maurice. Lanterne e faretti completavano il tutto.

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Discussioni

  1. Mi piace questa serie le cui tinte orientali, le atmosfere leggere e i dialoghi spesso velati ma intrisi d’una sensualità trattenuta rievocano con piacere, all’interno di una dimensione italiana, la grande Banana Yoshimoto. E’ del tutto soggettivo quello che sto per dire, ma Banana aveva con sè la forza dolce dei dialoghi e l’altrettanta dolcezza emotiva che si veniva a creare in situazioni comuni, magari mangiando ramen o bevendo Gin Seng, ma Banana era scheletrica nelle descrizioni narrative e nei passaggi fuori dai dialoghi, tu invece spesso vai in eccesso nelle discrezioni fuori dal dialogo. Rimani te stesso, ma impariamo la “lezione giapponese”, che poi la disse anche un filosofo latino: “la metà è spesso meglio del tutto”, ciao e continua cosi!

    1. Ciao David grazie mille per la lettura e per il commento ricco di spessore. Apprezzo sempre le analisi come le tue, arricchiscono e non diminuiscono. Siamo quasi arrivati alla fine della serie quindi a presto🤗