La Voce del Desiderio – Lui

Serie: Desideri


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: .

Lui

Luci basse, microfono armato, cuffie sulle orecchie.

Lei è lì dentro. Non l’ho mai vista prima. È arrivata puntuale, educata, una bellezza silenziosa. Quella bellezza che non cerca attenzione ma la riceve comunque.

Ha salutato con un mezzo sorriso e si è chiusa dietro la porta pesante della cabina.

La vedo mettersi le cuffie, sfogliare il libro, cercare il punto giusto.

Sembra calma e rilassata.

«Quando vuoi…» dico.

Poi smetto di parlare.

E inizia lei.

Le prime parole scorrono con naturalezza. Ma dopo qualche riga, cambia qualcosa.

Non è più solo interpretazione.

La sua voce si fa più densa, le sillabe si distendono, la respirazione rallenta.

Ogni frase è una carezza che esce dalle casse e mi scivola addosso.

La osservo.

Il corpo quasi immobile, ma le dita si muovono, sfiorano i bordi del libro.

Le ginocchia si stringono, appena.

Il fiato si interrompe in punti che non coincidono con la punteggiatura.

«Le sue labbra si posarono sul collo di lei…»

La vedo spostarsi sul sedile.

Abbassa le palpebre, come se volesse nascondere qualcosa.

Io resto immobile. Le mani sulla consolle, le dita sul potenziometro. Ma non tocco niente.

Il mio lavoro adesso è guardare.

E ascoltare.

«Ogni bacio era una promessa…»

Lei lo dice così, come se la promessa la stesse ricevendo davvero.

Poi – lo vedo chiaramente – la mano destra si sposta. Prima sul ventre. Poi più giù.

Il respiro si spezza.

Dentro le cuffie sento un sospiro basso, profondo. Forse nemmeno lei se n’è accorta.

Il microfono è acceso.

Potrei fermarla. Spegnere. Chiudere l’audio e darle la privacy che merita.

Ma resto lì.

Resto.

Perché ciò che vedo è più forte della morale, più forte della prudenza.

È sacro e proibito, come spiare un rito antico.

E io sono il solo testimone.

Le sue dita sono scomparse sotto la gonna.

Il corpo ora si muove appena, un ritmo trattenuto, appena percettibile.

La sua voce continua a leggere, ma si fonde con quello che sta provando.

Io non riesco a distogliere lo sguardo.

Il battito mi pulsa nelle orecchie come un secondo metronomo.

Non sono eccitato nel senso banale del termine.

Sono posseduto.

«Le sue dita la toccarono lentamente, esplorandola come un terreno sacro…»

Lei si sta toccando davvero.

Lo fa con delicatezza, ma senza più vergogna.

La voce si fa più grave. Una parola quasi le sfugge, si incaglia sulla lingua. Ma non si ferma.

Io la vedo inarcare appena la schiena. La vedo mordere il labbro. Le spalle tremano un istante.

Poi si ferma.

Trattiene il fiato.

Succede.

Silenziosamente, davanti a me.

Un piacere sottile, clandestino, trattenuto.

Ma reale.

Inconfondibile.

Resto lì, con le mani sulle manopole, paralizzato.

Lei respira, si ricompone. Sfoglia la pagina successiva.

E riprende a leggere.

Con la stessa voce di prima.

Perfettamente professionale.

So di aver assistito a qualcosa che non mi spettava.

Un gesto che non era per me, e che ora mi appartiene.

Non ho toccato nulla, non ho detto nulla. Eppure, ne porto il segno.

Tolgo le cuffie con lentezza.

Il monitor segna ancora REC.

Un file audio, quattro minuti e trentasette secondi.

Chiudo gli occhi.

E la sento ancora.

Serie: Desideri


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