
L’abbraccio dello Scorpione
Freddo. Nero, ma più del nero. Difficile descrivere il niente, ci vorrebbe una parola che non esiste, un respiro senz’aria, uno sguardo senza luce. E, appunto, freddo. Ma tanto freddo che neanche il pensiero riesce a generarsi. Questo era forse il Prima, ma forse anche non c’era alcun Prima, senza pensiero chi può dirlo. Questo Nulla però aveva deciso di chiamarsi Spazio, un nome strano che ovviamente, non essendoci respiro, vista e pensiero, non voleva dire nulla.
Un po’ più in là, non si può dire quanto, diciamo un po’. Un’ombra, ferma, immobile. Sembrava volesse fluttuare ma non essendoci respiro questo era impossibile. Anche qui il nulla, eterno, o immediato, o lento, o veloce. Non si può sapere. Anche l’ombra voleva avere un nome però, e decise di chiamarsi Tempo. Nessuno ne conosceva il significato, ovvio, senza il pensiero non ci può essere alcun ragionamento.
Poi però, un minuto o un miliardo di anni dopo, un terzo protagonista venne a calcare le scene del Grande Nulla. Lui era senziente, respirava, vedeva. E scaldava. Riusciva a produrre un piccolo calore, una fiammella che era l’unica fonte di un’energia che tutto intorno non c’era. Si guardò intorno, decise di chiamarsi Fuoco, e si sentiva solo. Quindi decise che si sarebbe gonfiato tantissimo, fino a farsi esplodere. Lui, delle dimensioni di un granello di sabbia, si sarebbe allargato a dismisura fino a coinvolgere Spazio e Tempo. E così fece, il respiro e il calore premevano e gonfiavano, si sentivano i tessuti dell’esistenza tendersi, Spazio e Tempo ebbero i primi proto pensieri. Il nulla era stato sconsacrato, il freddo diminuiva, l’aria sospirava e la luce invadeva i più impensabili anfratti. E poi il fuoco, che nel frattempo aveva deciso di chiamarsi Vita, scoppiò con una violenza inaudita e nulla fu come prima. Spazio e Tempo uscirono dal loro nulla e per la prima volta presero coscienza l’uno dell’altro. Non capivano cos’era la natura della loro esistenza ma immediatamente si avvicinarono e in un attimo si fusero tanto che non fu più possibile riconoscerli separatamente. E il respiro di Spazio si accese di luce e cominciò a muoversi nelle scie di Tempo, globi di quello che restava del corpo di fuoco cominciarono a schizzare in tutte le direzioni e correvano e si scontravano. E generavano delle grandissime nubi che Fuoco incendiava. Insomma era un grande caos, né Spazio né Tempo erano in grado di governarlo. Allora si fece avanti un’altra grande ombra, una forza oscura alla quale nessuno poteva resistere. La forza disse di chiamarsi Gravità e promise di mettere ordine a tutto quello che stava succedendo. E ordine fu.
Spazio, Tempo e Gravità sembravano tre pittori che dipingevano il nulla con queste forme e si divertivano a plasmarle nei modi più affascinanti. Le chiamarono Galassie. In una piccola galassia, chiamata per forma e colore la Via Lattea, c’erano due stelle che scappavano lontane e non si erano mai accorte l’una dell’altra. Erano piccoline e nel mare della galassia si perdevano tra miliardi di altre. Ma qualcosa a un certo punto successe, Gravità si distrasse un attimo e queste due stelline, ⲙ1 e ⲙ2 Scorpii, si passarono accanto e nulla più fu come prima. Spazio si accorse subito dell’anomalia e si recò preoccupato da Gravità a fare presente la cosa. Non era possibile che due stelle si sfiorassero e poi si attraessero in quel modo, con un ritmo che Tempo definiva come qualcosa di inconcepibile e mai visto. Le ribelli vennero quindi convocate per essere immediatamente costrette a terminare quell’insopportabile mancanza di logica e stile nella perfezione del creato. Ma le due giovani stelle si dimostrarono molto più ribelli e determinate del previsto. Raccontarono di chiamarsi uno Xamidimura (ⲙ1) e di essere un maschio e l’altra Pipirima (ⲙ2) e di essere una femmina. Spazio, Tempo e Gravità a lungo li e si interrogarono su questi concetti fino ad allora sconosciuti. Che significava maschio e femmina? L’attrazione era un qualcosa prodotto dalle masse e non sicuramente da stupide parole come maschio e femmina. Ma Xamidimura e Pipirima non lo seppero spiegare, dissero a loro discolpa che l’attrazione reciproca era qualcosa che non era dipeso da loro e a cui loro sicuramente non avrebbero potuto porre termine. I loro movimenti celesti erano dettati da un’armonia che non veniva né da Spazio, né da Tempo, né da Gravità. C’era qualcos’altro là fuori, qualcosa di non percepibile, qualcosa che non riguardava le leggi ma viveva in modo autonomo e senza regole. I due non si piegarono alle minacce dei loro superiori ma si dissero decisi a sfidare ogni punizione potesse venire loro inflitta. Avevano un grande progetto, quello di unirsi per l’eternità, quello di fondersi in un abbraccio definitivo che nessuno avrebbe mai potuto sciogliere. E ce l’avrebbero fatta. In minuti, secoli o millenni ce l’avrebbero fatta, disse sconsolato Tempo. Spazio non credeva ai suoi occhi, non poteva accadere quello che stavano vedendo, una forza talmente potente da farsi beffe di loro tre che da sempre governavano l’eternità. Era evidentemente qualcosa di ancora più potente, di misterioso, qualcosa che esisteva ancora prima del Grande Nulla, ancora che prima che Fuoco desse il via a tutto con la sua Esplosione. Qualcosa che poteva piegare qualunque cosa alla propria volontà e che non poteva essere né spiegato né definito. E così si rassegnarono a lasciarli andare, li guardavano avvicinarsi sempre più e li invidiavano perché sapevano che non avrebbero mai provato quello che loro stavano provando. Gravità però non si diede per vinta e con estrema cattiveria riuscì a piazzare un’incomprensibile legge fisica che impedì il congiungimento dei due proprio un attimo prima che questo avvenisse. E li condannò a stare vicini per l’eternità ma senza mai potersi toccare, costretti a girarsi intorno fino a che Spazio e Tempo avessero deciso. Questa è la storia del Sistema Stellare Binario ⲙ Scorpii o meglio di Xamidimura e Pipirima che possiamo vedere tutte le notti a occhio nudo, nella Costellazione dello Scorpione, condannati a sfiorarsi senza toccarsi per l’eternità…
Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
La storia, per così dire, “celestiale” di un amore negato. È un po’ un peccato che personaggi principali emergano solo alla fine di un preludio a tratti criptico, o che appare poco essenziale per la storia stessa. L’idea però è intrigante e penso che potresti lavorarci per renderla ancora più accattivante. Grazie per la lettura
Ciao Pierpaolo, concordo con Cristiana: il ritmo della narrazione è un po’ lento e ripetitivo all’inizio, ma il racconto merita molto, è una fiaba originale e affascinante, con parole molto evocative.
Complimenti!
@Melania grazie!
Un bellissimo racconto! Hai trasformato le leggi fisiche in personaggi potenti, mettendoli in netto contrasto con la forza indomabile del sentimento, incarnata dalle due stelle innamorate. La lettura è stata scorrevole. Con le tue allegorie, mi hai guidato dalla creazione del nulla fino al tragico destino delle stelle.
@G.B. Grazie! Adesso è giusto 😂
Ciao Pierpaolo. Il tuo racconto mi ha colpita per la capacità di intrecciare mito, cosmologia e poesia in una narrazione che dà voce a Spazio, Tempo e Gravità come se fossero personaggi di un’antica leggenda. L’idea di fondere scienza e immaginazione funziona bene e rende la lettura evocativa, quasi epica. A tratti la prosa si dilata un po’, rischiando di appesantire il ritmo, ma nel complesso lascia una forte suggestione: sembra davvero di assistere alla nascita dell’universo come a un racconto orale tramandato sotto le stelle.
@cristiana grazie!
Adoro questi temi e queste fiabe? Che sanno sempre un po’ di leggenda. Complimenti! 💫
@Sa.Brina Grazie!
Fiaba cosmica davvero riuscita: Spazio, Tempo e Gravità hanno voce; Xamidimura e Pipirima commuovono. Il finale, “sfiorarsi per sempre”, lascia una malinconia che non passa.
@pasqualetintore Grazie!