
L’App delle risposte (2/2) – Ore 02:37
Serie: L'angoscia e l'ignoto
- Episodio 1: La signora di sopra (1/2) – Bambinate
- Episodio 2: La signora di sopra (2/2) – Eleonora
- Episodio 3: La mia casa è laggiù (1/4) – Sogno numero uno
- Episodio 4: La mia casa è laggiù (2/4) – Sogno numero due
- Episodio 5: La mia casa è laggiù (3/4) – Fuori dal sogno
- Episodio 6: La mia casa è laggiù (4/4) – La scelta
- Episodio 7: Polvere (1/2) – Memento, homo
- Episodio 8: Polvere (2/2) – Come la sabbia nella clessidra
- Episodio 9: L’App delle risposte (1/2) – Quando moriremo?
- Episodio 10: L’App delle risposte (2/2) – Ore 02:37
- Episodio 1: Babau
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Per un attimo era calato un silenzio assoluto, non violato neppure dal suono del respiro, forse neppure dal battere dei loro cuori.
«Sei un cretino, Edo!» aveva detto Veronica. «Stare zitto una volta ti sembra troppo, vero?» Si era alzata dalla sedia per uscire a respirare una boccata d’aria fresca. Gli altri l’avevano chiamata più volte offrendole ancora un giro di cognac.
Poi era tornato il silenzio, un silenzio di attesa, improvviso e rigido.
Dall’App era arrivata la risposta, beffarda.
«Due e trentasette. Entro le due e trentasette di domenica 31 ottobre, per iniziare Halloween con il botto…» ripete Veronica per molte volte con il tono della voce che via via scende fino ad affievolirsi in un sussurro.
«Vaffanculo Edo! Vaffanculo, vaffanculo.» Le lacrime non si fermano più.
Un lontano rintocco di una campana. Veronica sobbalza e guarda il display.
Le due e trenta.
«Le due e trenta-enta-enta!» urla. «Sette minuti… ho perso sette fottuti minuti, sessanta tic tac tic tac tic tac per sette volte. Sessanta volte sette! Sette volte sessanta!»
Il suo viso si bagna di lacrime di gioia.
«Ce l’ho fatta… un salto di sette minuti» ripete i numeri per esserne sicura. «Via sette, ne restano sette…» scoppia a ridere. «I numeri pesano, signore e signori, sono pietre, rocce, macigni!»
La serata era finita con le ultime gocce di alcool. Quasi nessun ricordo nei giorni successivi fino a quando qualcuno di loro aveva associato alcuni eventi con le domande e le risposte.
«Coincidenze… coincidenze» sussurra Veronica, sempre più rannicchiata sulla poltrona.
Era ciò che avevano pensato all’inizio, ma erano troppi e troppo solidi i legami tra previsioni e fatti reali per poter mantenere a lungo quella convinzione.
Poi erano arrivate le morti che avevano cancellato ogni possibilità di cercare una risposta razionale. Prima l’incidente, per Carola e Giulio. Mercoledì. L’aveva saputo soltanto la sera quando Edoardo era andato da lei per darle la notizia contenendo il suo dolore e la sua angoscia in un profondo abbraccio. Poi l’inspiegabile malore fatale per Edoardo, due giorni dopo.
Le due e trentacinque.
Veronica respira a fatica, il sudore ha ormai impregnato la sua tuta. Sente una sensazione di bagnato sotto le gambe rannicchiate, ma non ha il coraggio di muoversi per controllare, non adesso.
«I funerali la prossima settimana. Tutti…» ripete più volte. «Anche il mio.»
Le due e trentasei.
Trattiene il respiro. Spera di svenire per mancanza di ossigeno e non accorgersi di nulla. Adesso conta i secondi. Li conta nel modo in cui recitava le preghiere della sera quando era bambina.
Le due e trentasette.
Resisti. Resisti. Resisti. Resisti.
Le due e trentotto.
Le due e trentanove.
Veronica scoppia in un pianto convulso, misto tra sollievo e immensa tristezza per la perdita dei suoi amici a cui finalmente può dedicare tutto il suo dolore.
«Coincidenze! Destino!» adesso sta urlando, mettendo in campo le ultime forze che le sono rimaste dopo quella lotta contro il nulla.
Poi rilassa tutto il suo corpo nello scorrere del tempo che come il suo respiro sembra aver ripreso il suo ritmo naturale.
Limbo. Il nulla per qualche minuto. Tiene ancora il telefono in mano, ma la presa e leggera. Riprende contatto con la realtà quando il display indica…
… le due e cinquantotto.
Si alza. Le occorre un attimo prima di trovare l’equilibrio. Scoppia di nuovo a piangere e urla, un forte urlo di vittoria… molto amara, ma una vittoria in ogni caso.
«Sei una merda! Game-over… gioco finito, terminato, chiuso! Non sei nessuno, non ce l’hai fatta. Merda!» Ride, piange, urla. Sente di essere vicina al crollo.
I suoi pensieri riprendono a scorrere fluidi. Resta in piedi, cammina lentamente intorno alla stanza. I ricordi provano a rimettersi in fila per fluire ordinati, uno dopo l’altro.
«Ragazzi» aveva domandato Carola prima di salutare gli amici. «Cosa organizziamo per Halloween? Sarà domenica, prossima… Che ne dite di una giornata al mare? La classica gita fuori porta, dal mattino alla sera. Oppure un paio di giorni se preferite.»
«Perché no?» aveva risposto Edoardo. «In questo periodo è bellissimo con un po’ di fortuna per il meteo. Se non farà troppo freddo potremmo andare in moto, prima di metterle via per l’inverno.»
«No, ragazzi!» aveva supplicato Giulio. «La levataccia anche di domenica no, per favore.»
Veronica si blocca come fulminata da una scarica elettrica. La vescica si svuota anche se non avvertiva alcuno stimolo. Trattiene il respiro per mettere ordine nella sua mente.
«Non rompere Giulio! Mica dobbiamo partire alle quattro del mattino… E poi…»
Veronica ripete la frase, finché non può più fermarsi su quelle parole ed è costretta a proseguire.
«E poi… e poi… e poi… E poi cosa?» Veronica ha gli occhi sbarrati. Vede Edoardo, come se fosse davanti a lei.
«E poi cosa?»
«… e poi domani si dorme un’ora in più! Cazzo, Giulio, hai mai sentito parlare di ora solare?»
Le gambe cedono e la costringono a genuflettersi davanti al vecchio orologio appeso alla parete. Le lancette indicano le tre e qualche minuto.
Pensa alla data di oggi, trentuno ottobre, domenica. Halloween. Le tre del mattino. Le tre e due minuti per essere precisi.
«Precisi, precisi, precisissimi…» ride. «È il display dello smartphone che sta mentendo.»
Le due e zero due…
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