
L’arcangelo
“Lode a te signore… mia forza e mio canto.”
Era una sera calda, la più calda di tutta la settimana.
Sono abbastanza sicuro che in tutto lo stadio, non c’era nemmeno una persona
asciutta.
Dall’ultimo tifoso sugli spalti ai giocatori in panchina, tutti, e dico, tutti erano
grondanti di sudore.
Di certo, quei maledetti fari non aiutavano.
Per giunta, stavamo anche perdendo.
Il nostro allenatore non smetteva di gridare.
Sono tutti tesi, io fra tutti.
Nono inning.
Ultima possibilità.
Battiamo noi.
“Con sublime grandezza, abbatti i tuoi avversari.”
“Sam! Muoviti tocca a te!”
Sam Williams, ragazzo simpatico, umile e affabile come pochi. É un discreto
battitore, molto più bravo come ricevitore.
“Strike 1!”
“Strike 2!”
Abbassammo la testa, pensavamo fosse già fuori.
“É valida!”
L’allenatore urlò.
Sgranammo gli occhi, era troppo bello per essere vero.
Lo vedemmo correre verso la prima base.
Ma.
“Merda! C’era quasi.”
Tocca al secondo
Sentivamo il baratro.
Avvicinarsi.
“Con la tua destra, infrangi la loro ilarità.”
“Ehi Mike, contiamo su di te.”
“Non fallirò coach.”
Ecco Mike, Michael Adams.
Insieme a me, era l’unico veterano rimasto in squadra.
Amici di lunga data, mio testimone di nozze dopotutto.
E soprattutto.
“É valida!”
Un abile battitore.
“Prima? No, seconda!”
“Bene ragazzi, possiamo almeno pareggiare.”
Seconda base.
Uno spiraglio di luce.
Tocca all’ultimo.
“Con il silenzio il loro animo.”
Pensai: “Bene, c’è una possibilità di pareggio.”
Mi guardai intorno, cercando colui che doveva battere.
Ma non si trovava.
“Michael! Dove cazzo sei?”
Questo Michael, non lo conoscevo molto.
Era uno nuovo in squadra, riservato e di poche parole.
Parlava spesso con la stessa persona.
“John, dove diavolo è Michael?”
Gli occhi del coach erano insanguinati.
Eppure John rispose con pacatezza: “Il profeta sta pregando”.
Non ci vide più, lo prese per il colletto, insultandolo in maniera pesante.
D’un tratto, però.
Lo vidi.
Non me lo ricordavo così.
Aveva un’aura insolita, facendo sì che tutti lo guardassero.
“Dove diavolo sei stato?”
Con ferrea sicurezza rispose.
“Ad accendere la mazza.”
Sorprendendo l’allenatore, per poi andare a battere.
“É un Fuoricampo!”
Con la sua battuta, credo abbia mandato la palla in parcheggio.
Corremmo verso di lui.
Esultammo, Urlammo, Piangemmo.
Vidi John, avvicinarsi a Michael.
Ho sentito a malapena ciò che gli disse, tuttavia mi colpì molto.
“Dio ci ha benedetto con la sua miglior spada, permettendoci di ottenere la
vittoria sui nostri nemici. Io ringrazio questa spada, fuoco ardente del nostro
prevalere.”
Gli Ultimi.
Divennero.
Primi.
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Narrativa
Un tentativo molto curioso e, secondo me, ben riuscito di mescolare sacro e profano. Una prosa poetica con ambientazione urbana. A mio parere, un buon esperimento.