
L’architetto
Vi stavo aspettando.
Vi chiederete chi sono.
Mi chiamano l’architetto e sono probabilmente il più importante collaboratore del nostro comune amico.
Sono l’ideatore di un immenso progetto in cui tutti voi siete invisibilmente immersi. Io sono l’artefice del mondo di apparenze, mediocrità e finzione in vi muovete con la convinzione di essere individui pensanti in grado di prendere decisioni senza essere condizionati in modo alcuno, e in realtà non vi rendete conto che, qualunque vostra scelta presa nella più piena coscienza, è in vero inevitabilmente condizionata da me.

Questo mondo da me creato è sempre stato in grado di ammaliare e affascinare l’umanità in un modo che inizialmente mi ha lasciato esterrefatto, evidenziando il carattere volubile e mondano del vostro essere. Ma è solo in questo periodo del mondo che il mio potere su di voi ha raggiunto traguardi che mai nella mia esperienza mi sarei immaginato di raggiungere.
In questa era multimediale in cui gli schermi penetrano in ogni casa, in cui la pubblicità ricopre i muri delle vostre città, in cui la persona nella folla di una strada riesce a sentirsi sola e abbandonata in un mondo che non riesce a vederla, io e il mio mondo rafforziamo il nostro dominio su ogni cosa.

Se nel mio passato ho sempre prestato attenzione a coloro che tra voi già avevano raggiunto l’età adulta, è solo in questi tempi che il mio sguardo si è rivolto a voi: adolescenti che attendono di crescere, uomini e donne non ancora tali, ma non più bambini, persone in cammino che non sanno quale strada prendere e per questo più deboli, più innocenti nel cadere in ciò che io offro loro, in ciò che il mio mondo si presta a donare.
È incredibile come vi affannate per seguire le mode che io impongo al mondo, come tutti voi vi prodigate per ottenere quegli oggetti che credete di sognare, ma che sono solo il frutto di una mia idea. Oggetti, mode, firme, visibilità diventano l’obiettivo, che una volta raggiunto viene sfoggiato tra di voi come un trofeo. E così da uno, quel sogno passa ad un altro, e ad un altro, e ad un altro ancora, finché questo sogno vi rende tutti uguali, identici.

Ah se vedeste quello che vedo io quando vi guardo: una moltitudine, schiere sconfinate di automi indistinguibili gli uni dagli altri, privi dell’identità unica e irripetibile che io con le mie opere vi ho strappato via con il vostro consenso.
Sono riuscito a modellare gli scopi delle vostre vite, a mutarli secondo la mia idea, a concentrare le vostre menti sui successi, sui consensi, su pettegolezzi che come inchiostro indelebile macchiano le immagini di chi avete intorno per puro divertimento, senza rispetto, senza affetto, senza pudore.
Sono perfino riuscito a distorcere il concetto di amore, riducendolo ad una mera emozione da consumare e poi buttare una volta che ha perso sapore.
È questo il mondo in cui vivete e che contribuite a rafforzare ogni giorno, ogni istante, ogni scelta che fate. Come voi, altri ci sono stati prima e altri ci saranno.
Tutti passate per il mio mondo.

Alcuni crescendo riescono a vedermi, si accorgono di me e intuiscono il vuoto che c’è dietro le mie opere, e da me si discostano verso un mondo profondo, lontano dalla mia superficialità, un mondo che io non comprendo. Altri invece, molti altri, in me si rifugiano per tutta la loro esistenza, cercando risposte a domande della vita che io non darò, che io non comprendo, che io neanche ascolto.

Guardate le mie opere.
Guardate il mio mondo.
Ammirate la magnificenza, lo splendore delle mie idee concretizzate.
Esse sono reali.
Esse siete anche voi?
Avete messo Mi Piace9 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Un monologo davvero efficace, direi sconvolgente, che smuove le coscienze. Mi ha ricordato, in un certo senso, il discorso spiazzante di Al Pacino nel famoso film in cui rappresentava il diavolo in persona. Non saprei esattamente come chiamare questa sorta di potere: ‘male’, ‘diavolo’ o ‘satana’ per i credenti, o in mille altri modi ancora. In ogni caso, uno svuotamento dei valori che poi finisce col riempire le vite di ciascuno di quel ‘niente’ che lascia in noi la sensazione di incompiutezza. Un testo davvero efficace, da leggere e rileggere. Molto bravo.
Ciao Cristiana. Interessante il riferimento che hai segnalato. Ricordo quel film: l’avvocato del Diavolo. Grande e inquietante interpretazione di Al Pacino. Ammetto che è stato il personaggio di un film ad ispirarmi questo racconto che in realtà ho scritto più di 15 anni fa. Il personaggio è l’architetto di Matrix. Meno inquietante di Al Pacino, ma non meno pericoloso forse.
Grazie della tua attenta lettura e delle tue riflessioni, Cristiana.
“in vi”
Ti segnalo questa semplice dimenticanza.
Grazie, Cristiana. Provvedo a correggere.
Considerazioni che si prestano a più di una interpretazione. Le domande che mi ispira me le pongo da sempre: sono attore o marionetta? ho un pensiero originale o è tutto previsto? sono realmente vivo o il prodotto di un qualche software? ma poi, voi esistete realmente o siete solo una mia proiezione? Che mistero queste percezioni per chi non si accontenta! Un abbraccio Guglielmo!
Un caro saluto a te, Giuseppe.
“da me si discostano verso un mondo profondo, lontano dalla mia superficialità, un mondo che io non comprendo”
Forse noi che scriviamo racconti siamo gli altri? 😂
😂 Quanto a comprensione del mondo mi ritrovo molto nella schiera di quelli che non comprendono.
Wow, geniale! Bravissimo.
Ti ringrazio, Arianna.