L’arrivo della Contessa

Serie: Il Pasticcere e La Principessa


Il Pasticcere Oreste e l'incontro inaspettato del pasticcere Oreste con la principessa Margherita.

Era davanti a quella perfetta torre fatta di crema e di sfoglia che Orlando si scervellava, scrutandola in maniera maniacale e grattandosi la toque senza darle mai pace. Ad intervalli alterni volgeva lo sguardo a quel bigliettino giallo che spiccava tra le cartacce attaccate alla bacheca delle ordinazioni: “Principessa Margherita (X150), Giovedì  21 Agosto 1980, Buckingham Palace, Londra.”

Era il 19 agosto e a Roma si moriva di caldo. Nonostante ciò, in procinto della preparazione finale – ed ufficiale – del millefoglie destinato al raffinatissimo palato della contessa di Snowdon, Oreste aveva condotto dieci tentativi programmati per tutta la settimana precedente alla consegna. Per l’occasione aveva fatto rinnovare tutti i freezer e i forni del laboratorio, insieme alle pentole, gli utensili e persino le divise dei pasticceri e del personale in sala. Tutto doveva essere nuovo di zecca, immacolato, scintillante.  Non sarebbe stato di certo Mauro, il giovane e impacciato apprendista, ad ostacolare questa delicatissima impresa culinaria. “Mauro?? Mauro?? Ma questa è la panna di Egidio o di Massimiliano??”. A questa domanda, l’apprendista, mentre sbucciava lentamente la sua prima mela della mattinata, già si era pentito di essersi presentato di buon’ora davanti al laboratorio. “…da Egidio, ma-maestro”, rispose mugolando. “DA EGIDIO?! Ma non lo vedi che non si monta come dovrebbe?! Ma lo vedi quanto è acquosa? Ma lo vedi che coloraccio?! Ma lo vedi che sei proprio un-“. Mauro era già in corsa verso l’alimentari di Massimiliano con due mani che sorreggevano entrambe le sue natiche.

Nonostante il contrattempo però, Oreste stava lì a tormentare il suo cappello e a fulminare quel post-it, davanti all’opera finita. Era da tempo ormai che desiderava preparare il suo celebre millefoglie per uno dei membri della famiglia reale che da anni si rivolgeva alla Pasticceria Ceccherini per assaporare delle delizie tutte italiane. Oreste era giovane ma determinato, pronto a tutto per portare avanti con fierezza la pasticceria ereditata dal padre, Cesare Ceccherini. Oggi era finalmente giunto il suo momento e non aveva intenzione di sprecarlo.  “La Principessa Margherita è una cliente illustre e noi, in quanto suoi dipendenti, non possiamo e non dobbiamo per nessun motivo deluderla”, diceva Oreste davanti a tutto il personale che sembrava pronto a vincere una guerra a suon di mattarelli e setacci. “Artro che Pudding, Sor Orè! Questo si che è ‘n dorce!” diceva Beppe, un cameriere bassino e tracagnotto che aveva sempre l’impellente bisogno di dire la sua, anche e soprattutto quando in realtà “la sua” non era né richiesta e né tantomeno rilevante al resto del discorso che si portava avanti. “Deve sapè che mì cuggino Sergio vive a Niuiorc da armeno…na cinquina d’anni – Ao, ma non sa quanto je manca il vero cibbo italiano. Anzi, romano! Non sa quanto pagherebbe pe magnà na cosa der genere”. “Ma New York è in America Bè, Londra è in Inghilterra. Poi, il millefoglie non è romano, ma francese, da “mille-feuille”, giusto Maestro? rispondeva Mauro. “Ma che vordì, è uguale, tanto là nessuno capisce ‘na ceppa, manco loro se capiscono, ‘nfatti tiè, devono rivolgese a noi pè capì qualcosa!”.  Oreste non riusciva neanche a star dietro alle stupidaggini di Beppe e alle ricerche di approvazione da parte di Mauro, tanto era concentrato a guardare e riguardare la sua creazione. 

D’un tratto, il campanello dell’ingresso iniziò a squillare. Erano solo le cinque del mattino e la pasticceria non avrebbe aperto ancora per un’ora, ma il campanello continuava a suonare inesorabilmente. Dall’interno non si riusciva a vedere chi ci fosse dietro il vetro oscurato della porta, ma si vedeva solo l’ombra di un’ampia gonna. “Siamo chiusi! Torni tra un’ora!”, ma nonostante le parole di Oreste, il campanello continuava incalzante. Allora, Oreste si avvicinò per aprire la porta, tutto indispettito, pronto a cacciare via quella cliente così ostinata, probabilmente viziata, impertinente e sapientona. “Signorina, siamo chiusi, torni tra solo un’ora e saremo felici di servirla.”, disse Oreste in tono gentile e contenuto. Il campanello però continuava, ma nessuno rispondeva.

A quel punto, Oreste aprì la porta con fare prepotente. Una bellissima donna lo guardava con gli occhi color del cielo e un sorriso splendente. I suoi capelli erano racchiusi un’elaborata acconciatura che le incorniciava il viso in un ovale perfetto. “Excusi, tu sei Mr. Oreste Cecherinni?”, disse con una voce soave ma decisa. Oreste, ancora stordito da quella visione inaspettata, faceva fatica a proferire parola. “Piaceri, io sono Princess Margaret, Countess of Snodown”.

Continua…

Serie: Il Pasticcere e La Principessa


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ho trovato molto ingegnosa l’incursione delle fragranze, delle sensazioni evocate dalla preparazione del dolce e anche la dimensione linguistica del cameriere Beppe e di Mauro. Un inizio promettente e anche gustoso, è il caso di dirlo.

  2. Buongiorno Marina: o dovrei chiamarti “Contessa”, se è vero che ‘scrivi sempre storie di cui sei la protagonista’?

    Che piacere leggere questa apertura. Lo ammetto, me la sono gustata davvero per intero. La storia “acchiappa”, è simpatica, frizzante; alla fine, ne sono certo, si rivelerà anche… dolce.

    Gli inserti in romano mi hanno incantato, che te lo dico a fare, in particolare, quel ‘Niuiorc’ che mi sa molto di esotico. Nel mio racconto di apertura qui io, da buon romano, ho voluto omaggiare il mio dialetto con qualche rapido flesch (…!) capitolino, ma tu sei stata super brava.

    Daje! Conquistiamo la Contessa.

  3. Ciao Marina e benvenuta su Open. Molto carino l’inizio di questa tua serie, divertente e accattivante, quasi surreale con i dialoghi ‘in lingua originale’ che la sorreggono egregiamente. Sono curiosa di sapere cosa si diranno il pasticcere e la principessa, direi quasi una favola moderna. Solo un consiglio, se posso, che è quello di rivedere la punteggiatura nei discorsi diretti. Poche cose che si sistemano in un attimo. Comunque molto brava

    1. Ciao Cristiana! Ti ringrazio per il tuo commento, lo apprezzo molto, specialmente le correzioni che sono sempre molto utili. Ti auguto una buona giornata e spero ti pubblicare presto il seguito della storia breve ;)))