LibriCK – La rivista degli scrittori | N. 12

La sindrome della pagina nera

Editoriale

Spesso mi capita di leggere della sindrome da pagina bianca, detta anche blocco dello scrittore. Per una ironica contraddizione cromatica, rappresenta una pagina nera nell’esperienza di chi ama scrivere, ma nel dare una definizione immagino abbia prevalso il bianco del foglio word con un prompt a intermittenza. Cosa può esserci di più buio del non riuscire a esprimersi con i propri strumenti? Bisogna però riflettere sui percorsi faticosi che hanno portato, in generale, le persone a raggiungere dei traguardi; in qualunque ambito, non necessariamente nel campo della scrittura. Tanti anni fa avevo un progetto letterario nella testa, forse si intitolava Storie di successo (o qualcosa di altrettanto aberrante) e aveva lo scopo di motivare le persone, doveva avvicinarsi al filone del self help, cioè quella branca della saggistica che aiuta i lettori a tirarsi su di morale. Naturalmente lo stavo scrivendo per me. Rimpiango però di non averlo mai portato a termine perché ancora oggi ne vedrei l’utilità. Si trattava infatti di una serie di storie di persone che prima di realizzarsi avevano conosciuto la miseria, il dolore, lo scoramento più assoluto. La storia forse più emblematica (poi abusata e ripresa da tanti motivatori) era quella di Silvester Stallone. Forse non tutti sanno che – Forse non tutti sanno che era un altro titolo papabile, ma troppo simile ad una rubrica della settimana enigmistica – dietro quel fisico atletico e quel vocione baritonale si nasconde un talentuoso sceneggiatore. Rocky, infatti, è stato scritto da Sly, di suo pugno. Lo ha scritto mentre viveva in una condizione di assoluta indigenza. Viveva con il suo cane Butkus in uno squallido appartamento di New York fatiscente e pieno di scarafaggi. Gli offrirono una bella somma per quella sceneggiatura, una di quelle cifre che lo avrebbero rimesso in piedi per diversi anni, e già questo basterebbe per un lieto fine, ma lui rifiutò: voleva essere scritturato e recitare da protagonista. Risultato? Ritirano l’offerta. Tornò a casa dal suo cane, l’unica cosa cara che gli era rimasta, l’unico che credesse in lui. Ma non aveva i soldi per sfamarlo. Lo guardò negli occhi. Andò per strada e lo vendette ad uno sconosciuto, un passante, per 40 dollari, davanti ad un negozio di liquori. Sì, dovette separarsi dal suo cane (il fatto di venderlo davanti ad un negozio di liquori dona alla storia un ulteriore tocco di squallore di tutto rispetto, non trovate?). Stallone toccò il fondo, più in basso di così, nella disperazione, non credo si potesse andare. Quella sì che fu una pagina nera. Seguirono giorni bui. Poi, però, il colpo di scena: la sceneggiatura era piaciuta troppo per rinunciare, la produzione accettò di scritturare Stallone. Per tre giorni, con la morte nel cuore, Stallone rimase davanti al negozio di liquori sperando di incontrare Butkus e il suo nuovo padrone. Quando li rivide implorò di poter riavere indietro il suo cane. Trattativa difficile, chiusa per 15.000 dollari. Riabbracciò Butkus tra le lacrime, implorò il suo perdono e non si separarono mai più. Curiosi di vedere Butkus? Anche lui fu scritturato, nel film si chiama Birillo. Ora, ovviamente, non tutte le storie finiscono così, anzi, ma non abbiate paura della pagina bianca e delle pagine nere che dovrete affrontare. Sono soltanto pagine, quello che conta è il vostro libro, quello che state scrivendo o che dovete ancora scrivere.

Tiziano Pitisci

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Discussioni

    1. Ciao Cristiana! È proprio così, è dalle pagine nere che nasce l’urgenza di scrivere una storia che valga la pena di essere raccontata. Su Stallone ho un altro aneddoto, stavolta più simpatico, te lo racconto dal vivo! 🙂

  1. Ciao Tiziano. Conoscevo la storia del cane di Sly, così come la lotta per ottenere la parte del protagonista in Rocky. Eppure leggerla fa sempre bene, soprattutto nei momenti in cui siamo di fronte a una pagina nera.
    Aggiungo i complimenti agli autori dei racconti e dei servizi pubblicati su questo numero.
    Grazie e a presto.