L’incrocio Nero

Serie: A piedi controcorrente - Cronache semiserie di un fuggitivo pandemico -


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Tra campi bagnati e silenzi sospesi, il protagonista trova una pausa di calma seduto su una pietra lungo la strada sterrata, prima di affrontare la salita tra le colline.

Quel buco tra le siepi di alloro! Imboccarlo ed entrarci era un pò come arrivare a quella parte intima delle donne che sin da ragazzino mi ha affascinato. E quello che ho scoperto dopo è stata pura magia. Avevo perso di nuovo la verginità?

La salita era finita con il buco, e la discesa che mi sono ritrovato davanti è stata come una ricompensa. La pianura che ho trovato dopo, ancora più avanti, era un invito chiaro a continuare il viaggio.

Le prime case, e quindi le prime forme di vita, iniziavano a farsi vedere lentamente. Sembravano quasi intimidite dal mio arrivo. O avevo io meno paura di affrontarle?

Le case erano sparse e solitarie. La strada, invece, era passata da sentiero di bosco a secondaria di campagna, con quel brecciolino e la fascia d’erba centrale che mi ricordavano i percorsi che facevo in bicicletta da ragazzino per le strade del mio paese adottivo.

Che tempi erano quelli! Mi bastava una bicicletta per sentirmi il ragazzino più felice del mondo.

Guardavo quella strada e pensavo che fosse la dimostrazione che l’uomo sa ancora convivere con la natura. Non la ricopre con quella poltiglia di petrolio e altre schifezze che chiama asfalto, ma cerca un modo di conviverci, migliorando solo il suo percorrerla.

Mai fare troppi complimenti alla mia razza.

Poco dopo, infatti, in lontananza, intravidi un incrocio con una strada di colore nero di asfalto che interrompeva verticalmente la mia amatissima strada sterrata.

Mi fermai un attimo, come impaurito da quello che vedevo. Rimasi lì, fermo.

Mi guardai intorno e dietro di me: le colline da cui ero sceso, i campi incolti, le vigne, gli ulivi e la strada sterrata. Qualcosa dentro di me voleva tornare lì, in quel paradiso in cui uomo e natura erano riusciti a convivere.

Poi guardai avanti, verso l’incrocio nero, che nel frattempo si era arricchito di cartelli stradali.

Quasi impaurito, ho fatto il primo passo avanti.

Serie: A piedi controcorrente - Cronache semiserie di un fuggitivo pandemico -


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ciao Gianluca. Il tuo racconto risulta evocativo e ricco di immagini sensoriali, con una voce narrante intima e credibile che guida il lettore attraverso un percorso fisico ed emotivo. La contrapposizione tra natura e asfalto funziona come metafora del passaggio dall’innocenza alla complessità del mondo adulto.
    Mi permetto però di dirti che, a mio avviso, l’apertura a sfondo sessuale risulta un po’ scollegata dal resto e rischia di distrarre. Avendo comunque del potenziale, l’immagine forse potrebbe essere espansa, per meglio collegarla al resto del racconto.
    Per quanto riguarda il finale, questo potrebbe essere reso più incisivo approfondendo il conflitto interiore del protagonista. Nel complesso, un testo suggestivo, con un buon ritmo e un forte potenziale espressivo.

    1. Grazie per il tuo commento Cristiana. E dei tuoi suggerimenti ne farò sicuramente tesoro in futuro. E non ti preoccupare per il nome, alla fine, Gianluca, non mi dispiace come nome. 😉