Lo chiamavano Serpente
Un pistolero di nero vestito cavalca velocemente nel deserto. In tutto il west lo chiamano “Serpente” sia perché lo ha inciso sul calcio in avorio della sua colt sia perché con la stessa è veloce e letale come pochi.
Serpente galoppa ventre a terra come se avesse mille diavoli alle calcagna. Ed in effetti è così visto che sulla sua testa pende una taglia di diecimila dollari. È ormai il tramonto quando raggiunge Silvertown, un villaggio abbandonato che sorge su una vecchia, labirintica miniera di argento. Dopo aver nascosto il cavallo, Serpente si rifugia in cima alla torre del campanile della chiesa. Da un momento all’altro aspetta visite; un nutrito gruppo di cacciatori di taglie è infatti sulle sue tracce da diversi giorni. Da quella posizione vantaggiosa può controllare l’entrata del villaggio e dargli un caloroso benvenuto a suon di pallottole calibro 45. I suoi inseguitori non si fanno attendere e, qualche ora dopo, nel buio della notte, fanno il loro ingresso nella ghost town, ignari dell’orrore che li attende e che, come ogni notte, sta per risvegliarsi! Dagli svariati cunicoli della miniera che si snoda sotto Silvertown sbucano infatti gli abitanti del villaggio che, dopo essere stati per troppo tempo a contatto con una strana sostanza verdastra di cui abbonda il sottosuolo, si sono trasformati in pericolosi mutanti che vivono di notte e… soprattutto… sono maledettamente affamati di carne umana! Per i cacciatori di taglie non c’è scampo. È un massacro che il pistolero osserva al riparo del suo nascondiglio in cima alla torre campanaria. All’alba i mostri, dopo il loro orrendo banchetto, infastiditi dalla luce solare, fanno ritorno nella miniera mentre il pistolero, dopo aver alleggerito le tasche dei cacciatori di taglie di parecchie migliaia di dollari, riprende il suo solitario cammino nel deserto con un ghigno beffardo sul volto… la leggenda della città dei mutanti cannibali era vera e la sua idea di condurre fin lì i suoi inseguitori per sbarazzarsene era stata geniale.
Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
L’idea è valida, Massimo. Chi ti parla è un vero appassionato di storie brevi; oserei perfino dire, nel tuo caso, di cortometraggi. E vuole essere un complimento, forse un Q. Tarantino non avrebbe disdegnato questa tua sceneggiatura.
Se sono riuscito a far passare il mio apprezzamento, spero di sì, permetti qualche rispettosa considerazione affinché, assieme, possiamo portare alta e con orgoglio la bandiera dello “Shortissimo Tail”:
-concordo con Federico @Federoba94 e Rossano @edgar ;
– concordo con Francesca @francesca.espositi , pur nella brevità va fatto qualche perfezionamento, per esempio le prime tre righe potevano essere sicuramente potenziate in intensità e, allo stesso tempo, migliorate con qualche accortezza grammaticalevin più e forse tre o quattro parole ulteriori. Proseguendo, il monoblocco che hai creato come corpo del testo è di certo funzionale alla velocità e ti dirò, fa il suo ma è troppo tirato, una vera sventagliata. Qualche piccola separazione non avrebbe guastato, secondo me.
Massimo hai una ottima verve e intanto ti dico: bella prova. Non mi dispiacerebbe aprire con te una serie di corti. Anzi, cortissimi, una vera e propria sfida all’ultimo sangue nei confronti del limite minimo di parole. La potremmo intitolare, con uno slancio di fantasia… «300».
Come partire in un modo e poi deviare verso una delle tante e nascoste direzioni. Mi ha ricordato quasi una versione in pillola di “Dal tramonto all’alba”. Ben fatto!
Ciao Federico, grazie mille!
ciò che ha di incredibile questo racconto non è tanto la brevità in se stessa quanto un evidente, almeno per me, desiderio dell’autore di sbarazzarsi al più presto del suo racconto, come se non avesse voglia di raccontarlo. Insomma, a me più che breve è parso sbrigativo.
Ciao Francesca, l’intenzione era quella di un racconto brevissimo con colpo di scena finale. Forse, per la carne al fuoco, avrei fatto meglio a sviluppare la storia su 4-5 pagine…grazie comunque del tuo commento.
L’idea di condurre fin lì i suoi inseguitori è stata geniale, come geniale è stato ciò che hai concentrato in questa storia brevissima. Tanto di cappello.
Ciao Rossano, contento che ti sia piaciuto. Grazie mille! Buona serata